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poesia

Hum Mugdal, Attorno al caffè סביב בית הקפה

La stessa bocca che pronuncia in italiano-dente-pulito

parla scoiattolese come un nativo.

Non oso immaginare quando sgranocchia una carota quando

la tastiera forse notturna e le briciole di snack corrosivo,

la camicia macolata ancora intrisa di merenda.

 

Chissà se l’autrice dell’articolo sulla scoperta della spallina –

vedova profondamente viva –

sapeva già che avrei fatto colazione con te

al bar “Operaio schiacciato” dove conobbi tuo marito

gentilmente sfilato in formato tessera per darmi un’occorrenza 3D.

 

Prima, affaccendato tra i cespugli a stanare la lepre,

mi sono messo a ululare cercando di richiamare la tua attenzione sul mio cuoio capelluto

ma tu eri troppo occupata a fingerti crocifissa sui cuscini

e la testa t’era scivolata tra i cuscini e l’eternità:

spazio normalmente riservato alle note del traduttore.

 

סביב בית הקפה

 

אותו פה שביטא באיטלקית-שן-נקיה

מדבר סנאית כמו יליד.

אני לא מעז לדמיין איך הוא מכרסם גזר

כשהמקלדת, אולי לילית, והפירורים מהחטיף החלוד,

החולצה המוכתמת עדיין ספוגה בארוחת העשר

 

מי יודע אם מחברת המאמר על גילוי דרגות הכתף-

אלמנה, שבאופן עמוק, חיה-

כבר ידעה שאוכל איתך ארוחת בוקר

בבית הקפה “הפועל המעוך” שם הכרתי את בעלך

שצעד על המסלול בנימוס בתצורת כרטיס כדי לתת לי סימן בשלושה מימדים

 

קודם, כשהייתי מוטרד בין השיחים כדי להוציא את הארנבת,

התחלתי לילל, ביקשתי להסב את תשומת לבך לעור הקרקפת שלי

אבל את היית עסוקה מדי בלדמיין את עצמך נצלבת על הכריות

והראש החליק לך בין הכריות לבין הנצח:

מקום השמור בדרך כלל להערת המתרגם.

Hum Mugdal, Vergine senza parole

  • Il duce col ditino alzato

    additava la macchia d’umido sotto la mia pancia

    perplesso che partecipassi in tuta alle conferenze scientifiche.

     

    Ma io ero vergine

    e dovevo proteggere la mia virtù con pannolini colorati

    senza concessioni alla moda accademica.

     

    Quando sulla spiaggia mi sono tolto il costumino bagnato per cambiarmi,

    dalla sala conferenze tutti hanno visto

    il granello di sabbia cadere nel mio prepuzio sudato:

    proveniva dalla bottiglia contenente molti anni prima,

    stratificazioni di sabbie diversamente colorate del deserto del Negev.

     

    Scegliendo dall’appendiabiti il paio di mutande asciutte più opportuno,

    tutti hanno tirato un sospiro di sollievo

    vedendo che il granello della bottiglia di sabbie diversamente colorate

    ricadeva nella porta ubs del laptop nello zaino.

     

    Ho infilato le mutande asciutte

    e sono rientrato nell’aula uno con due zaini in spalla

    quello con il computer e i cavi,

    quello che conteneva il costumino bagnato sgocciolante da pesciolino coccolato.

     

    Grazie alle tracce gocciolanti,

    Manesco m’ha stanato e m’ha inseguìto fino nell’aula,

    annusandomi con un coltello per trovare il punto giusto per la circoncisione

    avvenuta poi nel primo minuto vicino al microfono senza filo.