FEDERICA FRIGERIO M. Lekomceva, B. Uspenskij: Descrivere un sistema semiotico dalla sintassi semplice

M. Lekomceva, B. Uspenskij:

Descrivere un sistema semiotico dalla sintassi semplice

 

 

 

 

 

FEDERICA FRIGERIO

 

 

Scuole Civiche di Milano

Fondazione di partecipazione

Dipartimento Lingue

Scuola Superiore per Mediatori Linguistici

via Alex Visconti, 18 20151 MILANO

 

 

 Relatore: professor Bruno OSIMO

 

Diploma in Scienze della mediazione linguistica

marzo 2008

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

© Lekomceva-Uspenskij 1965

© Federica Frigerio per l’edizione italiana 2008


Descrivere un sistema semiotico dalla sintassi semplice

Describing a semiotic system with a simple syntax

M. Lekomceva, B. Uspenskij

 

ABSTRACT IN ITALIANO

Nonostante la riflessione sul segno abbia una lunga tradizione che percorre la storia della filosofia occidentale a partire dal periodo greco, la nascita della semiotica vera e propria risale agli inizi del Novecento e si identifica inizialmente in due diverse prospettive, una di origine statunitense e una europea. Negli anni Sessanta nasce la scuola semiotica di Tartu-Mosca, che si distingue per lo spirito innovativo dei suoi ricercatori. Animati da spirito di sperimentazione, essi realizzano una serie di lavori sui fenomeni comunicativi più disparati, inquadrandoli in un progetto globale di modellizzazione della comunicazione umana, compresa quella non verbale. Attraverso la semiotica, cercano di applicare il metodo scientifico alla descrizione di fenomeni umani che scientifici non sono, per esempio alla cartomanzia. Il linguaggio di quest’ultima viene descritto in termini sintattici, semantici e pragmatici al fine di ottenere una formalizzazione dei passaggi logici che intervengono durante una seduta di predizione del futuro. Qui si propone una traduzione del lavoro di M. Lekomceva e B. Uspenskij con testo a fronte.

 

ENGLISH ABSTRACT

Although the debate on sign has a long tradition throughout the history of Western philosophy starting from the Greek period, the real semiotic discipline dates back to the beginning of the 20th century. Initially it was identified in two different perspectives, an American and a European perspective. The Tartu-Moscow semiotic school started in the sixties and distinguished itself thanks to the innovative spirit of its researchers. Driven by a spirit of experimentation, they carried out research on the most varied communicative phenomena and documented the results in a global project of modelization of human communication, including non-verbal communication. Through semiotics they tried to apply the scientifc method to the description of non-scientific human phenomena, for example cartomancy. The language of cartomancy was described in syntactic, semantic and pragmatic terms, in order to obtain a formalization of the logical steps that characterize a fortune-telling session. The Italian translation of M. Lekomceva and B. Uspenskij’s work is here proposed.

 

RÉSUMÉ EN FRANÇAIS

Bien que la réflexion sur le signe ait, depuis la période grecque, une longue tradition qui parcourt l’histoire de la philosophie occidentale, la naissance d’une véritable discipline sémiotique remonte au début du XXe siècle. Elle se manifeste initialement suivant deux perspectives, l’une américaine, l’autre européenne. Puis, l’école sémiotique de Tartu-Moscou voit le jour au cours des années soixante, se distinguant par l’esprit innovateur de ses chercheurs. Animés d’un esprit d’expérimentation, ceux-ci réalisent une série de travaux sur les phénomènes de communication les plus divers qu’ils encadrent dans un projet global de modélisation de la communication humaine, y compris la communication non verbale. À travers la sémiotique, ils cherchent à appliquer la méthode scientifique à des phénomènes humains qui ne sont pas scientifiques, par exemple à la cartomancie. Le langage de cette dernière est décrit en termes syntaxiques, sémantiques et pragmatiques afin d’obtenir une formalisation des passages logiques qui interviennent durant une séance de prédiction de l’avenir. On propose ici la traduction en italien du travail de M. Lekomceva et B. Uspenskij avec le texte original en regard.


Sommario

 

 

1. Prefazione……………………………………………………………………………3

 

1.1 La semiotica……………………………………………………………..…3

 

1.2 I contesti storici principali………………………………………….………4

 

1.3 Ferdinand de Saussure….………………………………………………..7

 

1.4 Charles Sanders Peirce………………………………………………..…8

 

1.5 Ûrij Lotman e la scuola di Tartu.……………………………………..…10

 

1.6 La cartomanzia come sistema semiotico….…………………………..12

1.7 Riferimenti bibliografici……    ………………………………………….16

 

 

2. Traduzione con testo a fronte……………………………………………………18

 

 

 

 

 

 

 


1. Prefazione

 

 

1.1 La semiotica

«Non è possibile non comunicare». Questo semplice principio è il primo dei cinque assiomi fondamentali della comunicazione definiti dallo psicologo di origine austriaca Paul Watzlawick[1] ed è anche il punto di partenza della semiotica: ogni persona, oggetto, elemento naturale o artificiale comunica continuamente. Tutto ciò che è comunicazione è segno: si comunica quando si parla, si canta, si scrive, ci si veste, ci si gratta il naso, ci si muove. Sono comunicazione i libri, giornali, i gesti del corpo, i cartelli stradali e quelli pubblicitari, i film, le foto, i numeri, i suoni, le parole e così via. Molti segni presuppongono un’intenzione di comunicare, un’azione volontaria. In realtà esistono anche i segni non volontari: una rondine ci dice che è arrivata la primavera, il fumo ci dice che c’è fuoco, forse un incendio, le nuvole grigie ci dicono che arriverà un temporale, la sensazione di nausea ci dice che non abbiamo digerito… Anche senza la volontà di comunicare, tutti i segni comunicano; l’importante è che ci sia qualcuno che li recepisca.

Ma che cos’è un segno? Nella definizione classica, risalente al periodo greco, un segno è aliquid pro aliquo, qualcosa che è riconosciuto da qualcuno come indicazione di qualcos’altro. In altre parole, qualcosa che non rimanda solo a sé stessa, ma ad altro; ad esempio, il fumo citato sopra ci rimanda al fuoco.

Tutti i segni volontari e non, il loro uso, il loro funzionamento, il loro valore nella comunicazione, costituiscono l’oggetto di studio della semiotica.

Si tratta di una disciplina relativamente giovane, a fatica le si può dare un secolo di vita, ma in realtà, forse senza saperlo, i primi semiotici esistevano già duemila anni fa. La stessa parola «semiotica» deriva dal greco semeion (segno) e può essere definita «la scienza dei segni». Essa studia, sotto ogni aspetto, i segni che gli esseri umani utilizzano per comunicare, dai più evidenti – come le parole o i suoni – ai più nascosti – come gli ornamenti del corpo o i colori.

Si può affermare che la semiotica “non consapevole” esiste da quando l’uomo ha cominciato a riflettere sulla comunicazione e su ciò che la rende possibile, ovvero l’interpretazione dei segni.

 

1.2 I contesti storici principali

Ecco quindi una panoramica dei contesti principali in cui è nato il concetto semiotico più importante, il segno.

Il termine «segno» è rintracciabile già in Omero e in Esiodo, dove sta a indicare il segno naturale (le nuvole per la pioggia), il segno divino (il prodigio che rinvia alla volontà del cielo) e il segno convenzionale (il segno di riconoscimento delle truppe). Per Platone (429-347 a.C.), i segni sono strumenti per rappresentare delle cose che rimandano ai loro referenti metafisici, le Idee.

Aristotele (384-322 a.C.), il vero fondatore della logica, dà un grande contributo allo studio del linguaggio, dedicandogli un’intera opera, il De Interpretatione. Per la prima volta, Aristotele utilizza la parola «segno» nel senso moderno del termine, vale a dire, come qualcosa che rinvia a qualcos’altro. Sono tuttavia gli Stoici a dare, per primi, una chiara definizione di segno, cioè «ciò che è indicativo di una cosa oscura» (Calabrese: 26), di una cosa che non è presente al momento della comunicazione.

Dal punto di vista del pensiero cristiano, con Sant’Agostino (354-430 d.C.) si fa un passo avanti verso la modernità, in quanto si mettono insieme la teoria del segno e quella del linguaggio verbale, cioè la parola o il segno verbale viene collocato all’interno di una più generale teoria del segno. Nella sua opera De doctrina christiana, Agostino definisce il segno come «una cosa che, più che l’impressione che essa produce sui sensi, fa venire di per sé alla mente qualche altra cosa» (Calabrese: 46). In Sant’Agostino si può anche ritrovare una certa consapevolezza del carattere sociale dei segni, in quanto, sempre nella stessa opera, egli sottolinea che «perché una cosa funzioni come segno, bisogna che l’interprete sappia che essa è un segno», ovvero i due attori della comunicazione devono riconoscere il segno in quanto tale (Calabrese: 46).

Nel medioevo, la dottrina dei segni riguarda maggiormente l’interpretazione delle Scritture e il segno è interpretato con precise finalità religiose.

Tommaso d’Aquino (1225-1274), nella sua Summa theologiae, sostiene che il segno delle Scritture non è un segno equivoco e non va quindi interpretato in senso allegorico; al contrario, è qualcosa di rigorosamente unico e referenziale.

Con l’umanesimo si afferma la visione di un mondo come una specie di testo prodotto da un’entità superiore con una sua logica interna; ogni oggetto del mondo è correlato al sistema e ne costituisce un segno, identificabile dall’intelletto umano. L’autore che meglio definisce questo concetto di “semiotica del mondo naturale” è Pico della Mirandola.

Con l’empirismo inglese del 1600 inizia una vera e propria rimeditazione dei problemi linguistici, scaturita da un rinnovato interesse dei filosofi-scienziati per la scienza in tutte le sue branche, che porta alla vera e propria definizione della semiotica con John Locke (1632-1704). Appartiene a quest’ultimo, infatti, il testo più ampio e consapevole dedicato alla teoria dei segni. L’autore dà una definizione di semiotica all’interno del quarto e ultimo libro del suo Saggio sull’intelligenza umana, del 1690:

 

[…] Il terzo ramo può essere chiamato dottrina dei segni; e poiché la parte più consueta di essa è rappresentata dalle parole, assai acconciamente essa viene anche chiamata logica. Il suo compito è di considerare la natura dei segni di cui fa uso lo spirito per l’intendimento delle cose, o per trasmettere ad altri la sua conoscenza. Poiché le cose che la mente contempla non essendo mai, tranne la mente stessa, presenti all’intelletto, è necessario che qualcos’altro, come un segno o una rappresentazione della cosa che viene considerata, sia presente allo spirito, e queste sono le idee. E poiché la scena delle idee, che costituisce i pensieri di un dato uomo, non può venire esposta all’immediata visione di un altro, né essere accumulata altrove che nella memoria, che non è un deposito molto sicuro, ne consegue che per comunicare ad altri i nostri pensieri, nonché per registrarli a uso nostro, sono altresì necessari dei segni delle nostre idee, e quelli che gli uomini hanno trovato più convenienti a tale scopo, e di cui perciò fanno uso generalmente, sono i suoni articolati. Perciò la considerazione delle idee e delle parole, in quanto grandi strumenti della conoscenza di chi voglia esaminare la conoscenza umana in tutta l’estensione sua (Calabrese: 79).

 

Il Saggio sull’intelligenza umana è un vero e proprio trattato di semiotica, poiché l’indagine sulla conoscenza umana parte dal presupposto che essa formi un sistema di segni, così come le parole sono segni rispetto alle idee.

Nonostante si sia occupato in modo marginale del linguaggio, anche Cartesio (1596-1650) offre il suo contributo, proponendo nel Mondo, una struttura triadica del segno, costituita da una parte materiale (i suoni delle parole), un aspetto mentale a loro collegato (il significato) e i fenomeni della realtà che le parole rappresentano. Il linguaggio, che per Cartesio è arbitrario (cioè non vi è relazione diretta fra parole e cose), comprende anche fenomeni non verbali, come la luce, il ridere, il piangere o i gesti dei sordomuti, quando sono usati come segni. Per finire, Hegel (1770-1831), che invece ha dato molta importanza al segno e alla significazione. La rappresentazione dello spirito si realizza sensibilmente attraverso i segni ed è soggettiva, arbitraria. Secondo il filosofo il segno è «una certa intuizione immediata che rappresenta un contenuto affatto diverso da quello che ha per sé» (Calabrese: 133). Il luogo vero del segno è l’intelligenza, che svolge la sua attività creatrice di rappresentazione.

 

La semiotica vera e propria, tuttavia, è una scienza relativamente giovane, che si identifica nelle riflessioni di due figure fondamentali, il filosofo statunitense Charles Sanders Peirce e il linguista ginevrino Ferdinand de Saussure, i quali, tra Ottocento e Novecento e in modo indipendente, gettano le basi della disciplina. Per questo motivo nella semiotica convivono fin dal principio due differenti prospettive: una più ampia legata alle teorie di Peirce e una più strettamente linguistica derivata da Saussure. Inizialmente il termine «semiotics» (semiotica) si rifaceva alla prospettiva peirciana, mentre il termine «sémiologie» indicava la prospettiva saussuriana, proprio perché fu lo stesso linguista a coniare il termine. Nell’uso successivo il termine «semiotica» è passato a identificare le riflessioni generali teoriche e di metodo sulla disciplina (quella che Umberto Eco definisce «semiotica generale»), mentre per «semiologia» si intendono le diverse applicazioni del metodo semiotico a particolari contesti saussuriani o oggetti di ricerca perlopiù di area francofona. Peirce e Saussure propongono sostanzialmente due concezioni del segno, o meglio, del rapporto di significazione, abbastanza differenti.

 

1.3 Ferdinand de Saussure

Nasce a Ginevra nel 1857 da una coltissima famiglia di scienziati. Compie gli studi in questa città e nelle università di Berlino, Parigi e Lipsia: qui si laurea nel 1880. Insegna dal 1881 al 1901 presso l’Università di Parigi, e dal 1901 a Ginevra, dove viene creata per lui la cattedra di linguistica generale. La sua fama è dovuta all’opera Cours de linguistique générale, una raccolta di appunti dei corsi di linguistica generale da lui tenuti, pubblicata postuma da Charles Bally e Albert Séchehaye, due dei suoi allievi.

Saussure affronta il problema del segno secondo modalità tipiche di un’impostazione linguistica. Secondo Saussure il segno è costituito da un signifiant, cioè il suono emesso da un parlante per indicare qualcosa, e da un signifié, cioè il concetto a cui tale signifiant rimanda; il segno è quindi diadico, poiché mette in gioco due elementi. La relazione tra questi due elementi, chiamata «significazione» (signification), è arbitraria (dove «arbitrario» non sta per soggettivo, libero, ma per «immotivato», cioè non necessario in rapporto al significato che viene espresso) ed è stabilita sulla base di un sistema di regole astratto, la langue, che nasce dal consenso collettivo. Ciò presuppone che tutti i parlanti di una lingua attribuiscano un identico valore comune ai segni. In questo senso la lingua viene concepita come un codice, un sistema di corrispondenze regolari fra signifiant e signifié. La caratteristica di arbitrarietà fa si che le lingue (i codici naturali) siano diverse fra loro, fa sì che l’italiano cane diventi chien in francese o dog in inglese; se la relazione non fosse arbitraria esisterebbe un unico linguaggio universale. La teoria di Saussure è quindi fondata sui codici naturali; anche se la lingua è solo uno dei tanti sistemi di segni presi in considerazione dalla semiologia, essa è considerata il sistema di riferimento per tutti gli altri. La lingua è infatti comparabile ad altri sistemi di segni, tra i quali il linguista annovera ad esempio la scrittura, l’alfabeto dei sordomuti, i riti simbolici, i segnali militari (Caprettini: 43). Roman Jackobson spiegherà poi che la maggior parte delle “scoperte” di Saussure risale in realtà in parte alla filosofia classica greca e in parte ai linguisti della scuola di Kazan.

 

1.4 Charles Sanders Peirce

Nato nel 1839 a Cambridge, Massachusetts, Peirce è una sorta di bambino prodigio. A dodici anni rimane affascinato dal libro Elements of Logic di Richard Whatley e a quattordici studia con passione chimica, matematica, filosofia e logica. Si laurea alla Harvard University e nel 1861 ottiene un incarico presso l’agenzia United States Coast Survey (il servizio costiero degli Stati Uniti) della quale suo padre è sovrintendente. Qui elabora diversi lavori scientifici di risonanza internazionale. Nel 1879 insegna logica alla Harvard, ma per vicende private legate al suo divorzio, perde il posto dopo cinque anni e da quel momento nessuna università vuole mai più conferirgli un incarico. Nel 1887 Peirce si ritira a vita privata e trascorre in isolamento e povertà gli ultimi anni della sua vita; riesce ad andare avanti solo grazie all’aiuto degli amici, tra i quali il notissimo psicologo William James. Peirce ha scritto migliaia e migliaia di pagine; ciononostante ha pubblicato solo una serie di articoli che, mentre era in vita, non hanno mai avuto grande risonanza. Il filosofo statunitense muore lasciando un gran numero di scritti, che poi la moglie venderà alla Harvard. Le sue opere sono state pubblicate solo a partire dagli anni Trenta e per questo il suo pensiero è ancora in parte da scoprire.

 

In un frammento risalente al 1897, Peirce scriveva:

 

A sign or representamen is something which stands to somebody for something in some respect or capacity

 

Il segno è qualsiasi cosa percettibile, senza la quale è impossibile conoscere l’oggetto. L’oggetto è ciò a cui rimanda il segno, determina il segno stesso ed esiste a prescindere dal segno. L’interpretante è un segno, un pensiero che interpreta un segno precedente. Esiste perciò una triade segno-oggetto-interpretante. In altre parole, perché un segno potenziale funga effettivamente da segno, deve entrare in relazione con un oggetto, essere interpretato e produrre nella mente del soggetto un interpretante. Questo processo è chiamato «semiosi». Per ciascuno di noi la relazione tra un segno e un oggetto ha un preciso senso, legato a esperienze e ricordi personali, perciò la semiosi in Peirce è soggettiva, e non arbitraria come in Saussure. L’interpretante, a sua volta, è un segno e, a sua volta, può generare altri oggetti e altri interpretanti: da qui parte quindi un processo che viene chiamato da Peirce «semiosi illimitata».

 

Al di là delle due grandi figure che hanno gettato le basi della semiotica, altri grandi studiosi si sono occupati della disciplina, apportando diversi contributi. È doveroso citarne almeno alcuni: Charles Morris, che nella sua opera Foundations of the Theory of Signs del 1938 ha definito la semiotica come l’insieme della triade sintassi-semantica-pragmatica; Louis Trolle Hjemslev, che nella sua opera Prolegomena: A Theory of Language ha approfondito in particolare il concetto di «glossematica», la teoria secondo la quale ogni sistema linguistico è basato sulla relazione fra un numero finito di unità varianti, i glossemi; Umberto Eco, che ha portato avanti – e continua a farlo – il problema dell’interpretazione testuale e del significato; Algirdas Julien Greimas, che ha sviluppato il concetto di semiotica generativa, cercando di spostare l’attenzione della disciplina dal segno al sistema di significazione; Ûrij Lotman, che ha sviluppato un approccio semiotico allo studio della cultura e fondato la scuola di Tartu.

Molti altri studiosi si occupano tuttora di semiotica, dal momento che la riflessione semiotica sta diventando sempre più importante in diverse aree di ricerca e sviluppo. Negli ultimi anni la disciplina si è occupata sempre più di analizzare diversi tipi di discorso (giornalistico, scientifico, pubblicitario, religioso, economico ecc…) che possono essere riuniti perlopiù nel grande insieme della sociosemiotica.

 

 

 

1.5 Ûrij Lotman e la scuola di Tartu

Per capire quale eredità culturale e quale ammirazione Ûrij Mihajlovič Lotman abbia lasciato nei suoi allievi, e negli allievi dei suoi allievi, basta citare una speciale maglietta celebrativa stampata dagli studenti di semiotica dell’università di Tartu, in Estonia, in occasione di una conferenza dedicata a questo studioso, tenutasi dal 25 febbraio al 2 marzo del 2002. Sulla maglietta compaiono due figure, poste una fianco all’altra per indicare il paragone: da un lato Einstein, inventore della teoria della relatività, dall’altro Lotman, inventore della semiotica della cultura e fondatore della scuola semiotica di Tartu. La somiglianza è innegabile: folti capelli disposti a raggiera intorno a una fronte spaziosa, grandi baffi, sguardo vivo. Sul retro di questa maglietta appare una frase in lingua estone: «Koik mu ümber märgiks muutub, mida näen vòi mida puutum», che significa «Tutto ciò che osservo, tutto ciò che tocco, si trasforma in un segno» (Leone: 2002). La conferenza del 2002 a lui dedicata ha tentato di precisare le linee generali dei lavori e delle ricerche di questo semiotico e storico della cultura, grazie agli interventi di studiosi provenienti da tutto il mondo.

 

Ûrij Lotman nasce a Pietrogrado nel 1922. Si iscrive all’Università statale di Leningrado nel 1939, dove studia filologia e riceve gli insegnamenti di molti protagonisti del formalismo e dello strutturalismo del ventennio precedente (Propp, Tolstoj…). Dopo la parentesi della Seconda guerra mondiale, durante la quale viene arruolato, Lotman si laurea in lettere a pieni voti. Non riuscendo a trovare alcun posto di lavoro a causa della politica antisemita in atto (Lotman era ebreo), si trasferisce in Estonia nel 1950, dove le autorità erano troppo impegnate a combattere la resistenza della popolazione ostile al regime sovietico e non avevano risorse per attuare una politica antisemita.

È proprio in Estonia che Lotman inizia la sua carriera, diventando docente alla prestigiosa università di Tartu, fondata nel 1632. Lotman si concentra in particolare sui metodi di analisi del testo poetico e sulle ricerche di modelli ideologici della cultura.

Quello di Tartu è uno dei due grandi centri per la semiotica nati negli anni Sessanta, assieme a quello di Mosca. Proprio il gruppo di Mosca, formato da studiosi quali Uspenskij, Toporov, Ivanov, Segal, Revzin, organizza nel 1962 un simposio sullo studio strutturale dei sistemi dei segni, dove vengono presentate delle relazioni di semiotica della lingua, ma anche di semiotica logica, traduzione automatica, semiotica dell’arte, mitologia, descrizione del linguaggio dei sistemi di comunicazione non verbale (segnali stradali, linguaggio della cartomanzia…), semiotica della comunicazione coi sordomuti e semiotica del rituale. Ma l’innovazione non è vista di buon occhio e così le autorità censurano questo nuovo tipo di ricerca. Gli studiosi moscoviti accettano di conseguenza la proposta di Ûrij Lotman: dare vita alla prima scuola di semiotica all’università di Tartu, che verrà chiamata «scuola semiotica di Tartu-Mosca».

Nel 1964 si tiene la prima grande conferenza della nuova scuola e nasce la rivista sulla quale vengono pubblicate le ricerche dei semiotici moscoviti. La rivista, chiamata Trudy po znakovym sistemam, esiste tuttora ed è un punto di riferimento importante per la semiotica mondiale. Viene pubblicata semestralmente e ha un titolo in altre tre lingue: «Sign System Studies» in inglese, «Töid märgisüsteemide alalt» in estone e «Semeiotikè» in greco. La scuola di Tartu-Mosca comprende studiosi che rappresentano due tradizioni culturali. I moscoviti sono in maggior parte linguisti, dalla linguistica sono approdati alla semiotica, mentre i componenti del gruppo di Tartu sono studiosi di letteratura che in qualche modo si sono occupati di semiotica. Questo diverso sfondo culturale si è rivelato fruttuoso, perché i due gruppi si sono arricchiti reciprocamente: l’incontro con la letteratura ha determinato l’interesse dei moscoviti linguisti per il testo e il contesto culturale, mentre l’incontro con i linguisti ha orientato gli studiosi di letteratura verso la lingua, verso la sua capacità di generare e produrre testi.

Grazie a Lotman, nella biblioteca dell’università di Tartu si è andato formando un gran numero di testi di teoria semiotica e letteratura, meticolosamente curati e analizzati dalla nuova generazione di semiotici estoni, guidati da Peeter Torop, principale allievo di Lotman e attuale responsabile della cattedra di semiotica, e da Mihhail, figlio dello stesso Ûrij.

Basandosi sui risultati della cibernetica, della teoria dell’informazione, della linguistica strutturale, gli esponenti di questa nuova scuola semiotica realizzano ricerche brillanti e minuziose sui fenomeni comunicativi più disparati, come il linguaggio gestuale, la segnaletica stradale, il sistema della notazione musicale, la tipologia delle culture, il mito, l’etichetta, la struttura familiare, la cartomanzia… Tutte queste ricerche, tuttavia, sono inquadrate in un progetto globale di modellizzazione della comunicazione umana e propongono un nuovo ruolo della scienza semiotica nell’indagine scientifica dell’uomo e della società: una scienza che offra la possibilità di studiare tutti quei fenomeni da un unico punto di vista, che proponga l’elaborazione di modelli per rappresentare la realtà e evidenziarne gli aspetti strutturali più significativi, dando vita a un nuovo «umanesimo scientifico» (Eco, Faccani: 35). Con l’obiettivo di descrivere quei fenomeni che non hanno ancora ricevuto una spiegazione scientifica, alle ricerche vengono spesso applicati gli strumenti di statistica, le strategie della teoria dei giochi, della matematica, della logica e così via. Pian piano si profila l’idea di una semiotica come scienza generale dei segni che aspira a una matematizzazione, a una formalizzazione del proprio sapere.

 

1.6 La cartomanzia come sistema semiotico

Tra le relazioni presentate al simposio del 1962 figura anche quella di Uspenskij  e Lekomceva, di cui più avanti è proposta una traduzione con testo a fronte. La prima versione del lavoro, pubblicata nel 1962 nelle Tesi del simposio, porta il titolo Gadanie na igral´nyh kartah kak semiotičeskaâ sistema; quella qui proposta è invece una seconda versione dell’articolo, dove gli autori hanno sostanzialmente rielaborato e sviluppato le stesse idee. Opisanie odnoj sistemy s prostym sintaksisom, questo il titolo, viene pubblicato nel 1965 nella già citata Trudy po znakovym sistemam.

 

Com’è stato detto finora, i concetti principali della semiotica sono il segno e il processo di significazione; tuttavia la semiotica, proprio perché studia ogni fenomeno di comunicazione, si è trovata ad affrontare un oggetto di analisi più complesso del singolo segno, cioè il testo. Il concetto di «testo» in semiotica si identifica in «qualsiasi oggetto dotato di una particolare struttura e mirato a ottenere un certo scopo comunicativo» (Caprettini: 33). In questo caso gli autori analizzano il testo di una situazione di predizione del futuro e cercano di proporre una descrizione formale del fenomeno nei tre aspetti del sistema segnico (sintassi, semantica e pragmatica), per arrivare a una formalizzazione dei passaggi logici del processo di divinazione.

La lettura dei tarocchi (o delle semplici carte da gioco) possiede caratteristiche interessanti dal punto di vista semiotico. Come si è detto sopra, si tratta in primo luogo di un testo: lo scopo comunicativo è chiaramente quello di dare delle informazioni, a chi si rivolge al cartomante, riguardo all’amore, ai soldi, alla salute o altro. Alla funzione pragmatica del linguaggio, cioè al modo in cui la lingua funziona a livello pratico, all’effetto che i segni hanno sul comportamento degli interlocutori, è dedicato molto spazio nell’articolo: attraverso la lettura delle carte, il cartomante deve proporre un certo tipo di comportamento al consultante, influenzarlo e indicargli una direzione da seguire. I due autori dell’articolo fanno notare quanto un cartomante si concentri molto di più sul passato e sul presente piuttosto che sul futuro, poiché il passato e il presente offrono diversi spunti per la conversazione e le reazioni del consultante servono poi al cartomante come punto di partenza per poter parlare del futuro. A questo proposito Egorov, in un altro lavoro pubblicato nella rivista Trudy po znakovym sistemam del 1965, afferma che

 

Per il cartomante professionale le carte sono pura finzione, in quanto l’informazione non è ottenuta dalle carte, ma dall’aspetto esterno (e interiore) del soggetto, dalle sue reazioni, ecc; anche la predizione del futuro, per lo più non è ricavata dalle carte: sulla base dello studio del carattere della vittima viene costruito il futuro capace di sortire l’effetto più interessato (Eco, Faccani: 249).

 

In una situazione di predizione del futuro, quindi, entrano in gioco anche le capacità psicologiche del cartomante, che deve riuscire a estrapolare più informazioni possibili dal consultante e influenzare il suo stato emotivo.

In secondo luogo, attraverso le carte si costruisce un processo di significazione che vede coinvolti il cartomante e il consultante: secondo la terminologia peirciana si parte da un segno (le carte), che, attraverso le parole del cartomante, rimanda a un oggetto (per esempio il re di quadri rimanda a un uomo biondo[2]), il quale, nella mente del consultante, crea un interpretante (l’uomo biondo viene riferito a una persona che il consultante conosce).

Il processo di significazione viene completato solo se il consultante sostituisce il significante variabile con un significato specifico riferito alla sua situazione personale. La semiosi, infatti, è un qualcosa di soggettivo e il consultante fa riferimento a suoi ricordi, alle sue esperienze, ai suoi segni mentali che sono diversi da quelli di chiunque altro. È a questo punto che il segno, una volta interpretato, diventa effettivamente tale.

Per quanto riguarda il significato

 

va ricordato che di solito a ogni carta si assegna un solo significato, quello che meglio si adatta al quesito posto e alla natura del problema, tenendo conto della posizione che occupa nello schema, della vicinanza di altre carte e di varie considerazioni complementari (Sciuto: 11).

 

Allo stesso modo, nel linguaggio verbale, quando si parla o si scrive, si verifica un processo di questo tipo; è necessario scegliere le parole che meglio si adattano al tipo di messaggio che si vuole trasmettere. Le parole possono avere più significati, ma quello che si assegna in quella specifica situazione dipende dal contesto, cioè dall’ambito culturale di un enunciato (il background creato durante la consultazione) e dal co-testo, il contesto linguistico (le carte che vengono prima e dopo).

Solitamente le carte vengono interpretate in relazione ad alcuni piani fondamentali, che sono il piano amoroso (matrimonio, fidanzamento, rottura…) e il piano economico (perdite, guadagni, aumenti…).

Il significato delle carte determina anche la sintassi, cioè l’ordine di lettura delle carte: quelle che contengono meno informazioni, infatti, sono quelle che vengono lette per prime, perché permettono al cartomante di prendere tempo e constatare le reazioni del consultante. La sintassi è quindi molto libera, in quanto gli elementi che costituiscono il vocabolario sono limitati e perciò più facili da gestire.

 

Come la lettura di un libro, di un giornale, di un manuale, anche la lettura delle carte è un atto semiotico. In questo caso il lettore è il cartomante, che ricava significati dalle carte e in più deve trasmetterli al consultante.

Come afferma Osimo, nel suo Corso di traduzione,

 

ogni volta che il lettore si trova di fronte a un segno, deve affrontare un processo decisionale che porta con sé conseguenze a catena sull’interpretazione dei segni successivi e del testo nell’insieme.

 

Questo è più o meno quello che succede al cartomante: egli deve prendere decisioni a partire da quello che dicono la carte, ma deve anche – e soprattutto – tener conto delle informazioni che fino a quel momento ha raccolto e del racconto che fino a quel momento ha costruito. Chiaramente il rischio che il cartomante corre è di distruggere il rapporto fiduciario che era nato nel momento della richiesta di consultazione.

In quest’ottica, la lettura come atto semiotico, compresa la lettura delle carte, ha qualcosa in comune con i giochi di abilità o di strategia: esiste un insieme di regole da rispettare (le carte e i loro significati), ma esiste anche un certo grado di creatività che il cartomante deve saper gestire (creatività che, tra l’altro, diminuisce man mano che la divinazione procede), nonché un certo grado di rischio (di cui si è accennato sopra). Alla fine di questo processo, come ricorda ancora Osimo, «la lettura esercita una certa influenza sulla visione del mondo del lettore». Visto che finora il lettore è stato associato al cartomante, è possibile ipotizzare che stia al cartomante, attraverso le sua abilità pragmatiche di cui si è discusso prima, portare il consultante a modellizzare il suo mondo, a seguire la direzione da lui indicatagli.

 

Sempre in riferimento al nuovo «umanesimo scientifico» e per mantenere un approccio scientifico nei confronti di una pratica che di scientifico ha ben poco, gli autori dell’articolo fanno riferimento a due concetti matematici e li applicano alla cartomanzia: la teoria dei giochi e il gioco a informazione completa. La teoria dei giochi è definita come

 

la scienza matematica che analizza situazioni di conflitto e ne ricerca soluzioni tramite dei modelli, ovvero uno studio delle decisioni individuali in situazioni in cui vi sono interazioni tra diversi soggetti, tali per cui le decisioni di un soggetto possono influire sui risultati conseguibili da parte di un rivale (Morgenstern: 78).

 

In effetti può succedere che cartomante e consultante siano rivali: la situazione conflittuale nasce, infatti, nel momento in cui entrambi conoscono le regole del gioco, cioè i significati delle carte: a quel punto per il cartomante è più difficile vincere, qualsiasi decisione prenda. La teoria dei giochi in questo caso servirebbe ad analizzare quali decisioni il cartomante prende e per quali motivi. Quando, in un gioco che vede minimo due avversari, ogni giocatore è a conoscenza del contesto, delle regole, ma non delle azioni degli altri giocatori – come succede nel gioco degli scacchi o della dama – si parla di «gioco a informazione completa». Il gioco a informazione completa ricorda quei sistemi di divinazione in cui vengono distribuite tutte le carte (per esempio in quella romanì) e di conseguenza non viene lasciato spazio all’elemento del caso.

 

1.7 Riferimenti bibliografici

 

 

CALABRESE, OMAR, Breve storia della semiotica, Milano, Feltrinelli, 2001.

 

CAPRETTINI, GIAN PAOLO, Aspetti della semiotica, Torino, Einaudi, 1980.

 

ECO, UMBERTO, Trattato di semiotica generale, Milano, Bompiani, 1975.

 

ECO, UMBERTO e FACCANI, REMO, I sistemi di segni e lo strutturalismo sovietico, Milano, Bompiani, 1969.

 

EGOROV, BORIS FËDOROVIČ., «Prostejšie semiotičeskie sistemy i tipologiâ sûžetov», in Eco 1969: 249-260.

 

LEONE, MASSIMO, «Un genio tra le nevi», in Golem l’indispensabile, 2002, disponibile in internet all’indirizzo http://www.golemindispensabile.ilsole24ore.com/index.php?_idnodo=8699 consultato nel dicembre 2007.

 

LOTMAN, JURIJ e USPENSKIJ, BORIS, Ricerche semiotiche. Nuove tendenze delle scienze umane nell’URSS, a cura di Clara Strada Janovič, Torino, Einaudi, 1973.

 

MORGENSTERN, OSKAR, Teoria dei giochi, Torino, Boringhieri, 1969.

 

OSIMO, BRUNO, Corso di traduzione, Modena, Logos, 2000-2004, disponibile in internet all’indirizzo http://www.logos.it/pls/dictionary/linguistic_resources.cap_2_15?lang=it consultato nel dicembre 2007.

 

SCIUTO, GIOVANNI, ABC della cartomanzia, Firenze, Salani, 1989.

 

VOLLI, UGO, Manuale di semiotica, Bari, Laterza, 2005.

 

WATZLAWICK, PAUL e BEAVIN, JANET, HELMICK e JACKSON, DON D., Pragmatica della comunicazione umana, Roma, Astrolabio, 1971.

 

 

 

Traduzione con testo a fronte

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


Describing a semiotic system with a simple syntax

M.I. LEKOMCEVA AND B.A. USPENSKIJ

 

Cartomancy, fortune-telling with playing cards, is a relatively simple semiotic system that can be of interest for general semiotics – for instance, in elaborating methods of descriptive semiotics – and also for general linguistics, since it is necessary to compare language with other semiotic systems in order to define it1.For this semiotic comparison, it is necessary to elaborate a semiotic typology, which can only be accomplished through uniform description of diverse semiotic systems. We can conjecture that describing simple semiotic systems is just as important for the construction of a general theory of semiotics as describing simple games like roulette, dice, and hide-and-seek is for the construction of a mathematical theory of conflict situations.

We shall describe cartomancy through two terminological systems: first the field data of cartomancy will be set forth in the metalanguage of linguistic terminology (part 1); then basic inferences will be described in terms of the Peirce-Morris logical classification of semiotic phenomena (part 2).2 In conclusion, systems of cartomancy will be compared with natural languages (part 3).

 

1. Field data of cartomancy described in the metalanguage of linguistic terminology

 

Linguistic terminology is suitable for describing semiotic systems because linguistics has obviously been more fully elaborated than other semiotic disciplines. Let us note that in practice, linguistic terminology constitutes the metalanguage of semiotics. Some examples: the term “language” is now used in science to designate any sign system that functions as a program, in expressions such as “language of biology”, “language of mathematics”; the term “word” in mathematical texts; the linguistic terminology of contemporary molecular biology, and so on.

Therefore we shall describe cartomancy in linguistic terminology.
Descrivere un sistema semiotico dalla sintassi semplice

M.I. LEKOMCEVA E B.A. USPENSKIJ

 

La cartomanzia, la predizione del futuro per mezzo di carte da gioco, è un sistema semiotico relativamente semplice che può essere interessante sia per la semiotica generale, per esempio nell’elaborazione di metodi di semiotica descrittiva, sia per la linguistica generale, poiché per poter definire un linguaggio è necessario metterlo a confronto con altri sistemi semiotici1. Per fare questo paragone semiotico è necessario elaborare una tipologia semiotica, che può essere realizzata solo attraverso una descrizione uniforme di sistemi semiotici diversi. Possiamo pensare che la descrizione di sistemi semiotici semplici sia importante per la formulazione di una teoria generale della semiotica, tanto quanto la descrizione di semplici giochi come la roulette, i dadi o tris lo è per la formulazione di una teoria matematica delle situazioni conflittuali.

Descriveremo la cartomanzia attraverso due sistemi terminologici: in primo luogo verranno presentati i dati empirici della cartomanzia nel metalinguaggio della terminologia linguistica (parte 1); poi verranno espressi dei primi risultati nei termini della classificazione logica dei fenomeni semiotici secondo Peirce-Morris (parte 2) 2. Infine, verranno paragonati i sistemi di cartomanzia ai linguaggi naturali (parte 3).

 

1. Dati empirici della cartomanzia descritti nel metalinguaggio della terminologia linguistica

 

La terminologia linguistica si presta alla descrizione di sistemi semiotici, perché la linguistica è stata ovviamente analizzata in modo più completo rispetto ad altre discipline semiotiche. Osserviamo che, in pratica, la terminologia linguistica costituisce il metalinguaggio della semiotica. Alcuni esempi: il termine «linguaggio» oggi è utilizzato nelle scienze per indicare qualsiasi sistema di segni che funga da programma, in espressioni come «linguaggio della biologia», «linguaggio della matematica»; il termine «parola» nei testi matematici; la terminologia linguistica della biologia molecolare attuale e così via.

Descriveremo perciò la cartomanzia utilizzando una terminologia linguistica.


1.1 Cartomancy as a language

Cartomancy is a language. In Chomsky’s terms, it can be defined as «a language with a finite number of states”.»3

 

1.2 Elements of cartomancy

Any system of cartomancy is characterized by the following components:

a) Distribution, a mechanism for generating sentences.

b) Vocabulary, which explains the cards’ meanings. There are cases where several cards form a new meaning not deducible from their original significance; for example, K♠ + 10♠ = “success in business”, 3 X 9 (three nines) = “surprise”. Such sequences are regarded as idioms and are analogous in function to individual cards (words).

 

1.2.1 Distribution

A distributive mechanism for generating sentences is given. A key semantic indicator is attributed to each sentence so that it can be read as, for instance, “what happened”, “what will happen”, “what will soothe.” In this description of fortune-telling with a pack of thirty-six cards, the cards are laid out in the following manner.

First distribution. A face card or “one’s heart” is chosen as the basis for the fortune-telling. A card (no. 1) is drawn at random and placed face up on this face card, thus expressing “what is in one’s heart”. The pack is laid out in four piles in the order indicated by figure 1.

 

 Figure 1

1.1 La cartomanzia come linguaggio

La cartomanzia è un linguaggio. In termini chomskiani può essere definita «un linguaggio con un numero finito di stati»3.

 

1.2 Elementi del sistema cartomantico

Ogni sistema di cartomanzia è caratterizzato dai seguenti elementi:

a) distribuzione, un meccanismo per generare le frasi;

b) vocabolario, per spiegare il significato delle carte. Ci sono casi in cui più carte formano un nuovo significato che non è deducibile dal loro significato originale; per esempio, K♠ + 10♠ = «successo negli affari», 3 X 9 (tre nove) = «sorpresa». Tali sequenze sono considerate espressioni idiomatiche e hanno una funzione analoga a quella delle singole carte (parole).

 

1.2.1 Distribuzione

Il meccanismo di distribuzione per generare le frasi è stabilito. A ogni frase viene attribuito un indicatore semantico specifico, che permette di leggere la frase stessa come, per esempio, «cos’è successo», «cosa succederà», «cosa tranquillizzerà». In questa descrizione di predizione della fortuna con trentasei carte, le carte vengono disposte nel modo seguente.

Prima distribuzione. Come base per la predizione viene scelta una figura [carta illustrata, N.d.T.], «il cuore». Una carta (numero 1) viene pescata a caso dal mazzo e messa scoperta sopra questa figura, esprimendo così «quello che uno ha nel cuore». Le carte sono divise in quattro mazzi nell’ordine indicato dalla figura 1.

Figura 1

Then cards 2 and 3 are laid down from pile one, 4 and 5 form pile two, 6 and 7 from pile three, 8 and 9 from pile four, and 10 through 17 consecutively from the remaining deck. Then three cards are discarded and number 18 is laid down; another three cards are discarded and number 19 is laid down; three more discards, and number 20 is laid down; three more discards, and number 21 is laid down (see figure 2).

 

Figure 2

The cards held in one’s hand, number 1 and numbers 18-21, play a fundamental role for the person by showing “what is happening in one’s heart” (the first sentence). Cards 2, 3, 10, 14, 12, and 16 are “nearby thoughts and events” now taking place (the second sentence). Cards 4, 5, 13, 17, 11 and 15 are “more distant thoughts and events” (the third sentence).

Second distribution. Cards of the same denomination are discarded by pairs, first those having the same color, then those of different colors; the discarded cards no longer take part in the fortune-telling. The remaining deck is shuffled, and cards are drawn from it one at time until the total number of cards reaches sixteen.


Successivamente si dispongono le carte 2 e 3 del primo mazzo, la 4 e la 5 del secondo mazzo, la 6 e la 7 del terzo mazzo, la 8 e la 9 del quarto mazzo, e dalla decima alla diciassettesima del mazzo rimanente. Poi si scartano tre carte e si dispone la numero 18; si scartano ancora tre carte e si dispone la numero 19; tre scarti ancora e si dispone la numero 20; tre scarti ancora e si dispone la numero 21 (figura 2).

 

Figura 2

 

Un ruolo fondamentale è svolto dalle carte numero 1 e 18-21 (che si tengono in mano), perché mostrano che cosa a una certa persona «succede nel cuore» (la prima frase). Le carte 2, 3, 10, 14, 12 e 16 sono «pensieri ed eventi vicini» che si stanno verificando ora (la seconda frase). Le carte 4, 5, 13, 17, 11 e 15 sono «pensieri ed eventi più lontani» (la terza frase).

Seconda distribuzione. Le carte dello stesso valore vengono scartate a coppie, prima quelle dello stesso colore, poi quelle di colore diverso; le carte scartate non saranno più utilizzate per la predizione. Le carte che rimangono nel mazzo vengono mescolate e prese una a una fino a che il numero totale non raggiunge sedici carte.


These sixteen cards are shuffled and laid out in six small groups in the order depicted in the illustration (see figure 3). The meanings of the groups are: I, “for you”; II, “for thought”; III, “for one’s heart”; IV, “what will happen”; V, “what you do not expect”; and VI, “what will soothe you” (sentences 4 – 9).

 

 

Figure 3

 

 

1.2.2 Vocabulary

The cards have the following meanings in the system being described (see table 1).4


Queste sedici carte vengono mescolate e distribuite in sei piccoli gruppi nell’ordine indicato dalla figura (figura 3). I significati dei gruppi sono: I, «per te»; II, «per il pensiero»; III, «per il cuore»; IV, «cosa succederà»; V, «cosa non ti aspetti»; e VI, «cosa ti tranquillizzerà» (frasi 4-9).

 

 

Figura 3

1.2.2 Vocabolario

Nel sistema che stiamo descrivendo, le carte hanno i seguenti significati (tabella 1)4.


Table 1

Denomination

Spades

Clubs

Diamonds

Hearts

Ace

Great unexpected trouble

(+ 10♠ = death)

(+ K♠ = bank)

(+ K♠ + A♣ = bank note)

A letter

(+ K♣ o Q♣ = house of clubs)

Great interest

(+ A♣ = interesting letter)

(+ K♦ o Q♦ = house of diamonds)

House of hearts

(+ A♣ = affectionate message)

                                                                                                   4 × A = fulfilment of wishes

                                                                                                        3 × A = change in hopes and undertakings

King

Important person

Dark-haired man

Fair-haired man

Brown-haired man

K + Q of the same suit = family man

Presence of Q of the same suit as the K whose fortune is being told increases the probability of the events indicated by the cards surrounding the Q

4 × K o 3 × K = large or small male society

Queen

Boredom

Brunette

Blonde

Brown-haired woman

Q♣ + Q♦ + Q♥ = female society

4 × Q = gossips

Presence of K of the same suit as the Q whose fortune is being told increases the probability of the events indicated by cards surrounding the K

Every Q in the presence of Q♠ signifies a sly woman

Jack

Troublesome  cares

(+ K♠ = troubles in work or in business in general)

Troubles of the suit to which J belongs

4 × J = great troubles

10

Unpleasantness

(+ K♠ = success in business or work)

Change in life

(+ 9♣ = complete change in life)

Money

(+ A♦ = a great deal of money)

Wedding

(+ 9♥ = perfect wedding)

                                                                                                                                         3 × 10 = change in life

       4 × 10 = change in circumstances for the better

9

Losses

(+ Q♠ = boredom at heart)

Betrothal

                                                                                                            9 + K o Q of the same suit = disposition at heart

8

Illness

(+ K♠ = meeting with K♠)

Tears

Belongings

8 + K o Q of the same suit = a meeting

                                                                    4 × 8 = amorous rendez-vous

7

Quarrel

(+ K♠ = conversation with K♠)

Conversation

                                                               4 × 7 = idle conversations

6

Unpleasant journey

(+ K♠ = long journey)

Journey to the corresponding suit


Tabella 1

Denominazione

Picche

Fiori

Quadri

Cuori

Asso

Grande problema inaspettato

(+ 10♠ = morte)

(+ K♠ = banca)

(+ K♠ + A♣ = banconota)

Lettera

(+ K♣ o Q♣ = casa dei fiori)

Grande interesse

(+ A♣ = lettera interessante)

(+ K♦ o Q♦ = casa dei quadri)

Casa dei cuori

(+ A♣ = messaggio d’amore)

                                                                                                   4 × A = realizzazione di desideri

                                                                                                        3 × A = cambiamento delle speranze e delle iniziative

Re

Persona importante

Uomo bruno

Uomo biondo

Uomo biondo scuro

K + Q dello stesso seme = uomo di famiglia

La presenza di Q dello stesso seme di K della persona a cui è letta la fortuna aumenta la probabilità degli eventi indicati dalle carte che circondano Q

4 × K o 3 × K = compagnia maschile grande o piccola

Donna

Noia

Bruna

Bionda

Bionda scura

Q♣ + Q♦ + Q♥ = compagnia femminile

4 × Q = pettegolezzi

La presenza di K dello stesso seme di Q della persona a cui è letta la fortuna aumenta la probabilità degli eventi indicati dalle carte attorno a K

Qualsiasi Q in presenza di Q♠ significa donna astuta

Fante

Preoccupazioni spiacevoli

(+ K♠ = problemi di lavoro o di affari in generale)

Preoccupazioni del seme a cui appartiene J

4 × J = grandi preoccupazioni

10

Seccatura

(+ K♠ = successo negli affari o nel lavoro)

Cambiamento nella vita

(+ 9♣ = completo cambiamento nella vita)

Soldi

(+ A♦ = grande quantità di soldi)

Matrimonio

(+ 9♥ = matrimonio perfetto)

                                                                                                                                         3 × 10 = cambiamento nella vita

  4 × 10 = cambiamento in positivo delle circostanze

9

Perdite

(+ Q♠ = malinconia)

Fidanzamento

                                                                                                            9 + K o Q dello stesso seme = disposizione cordiale

8

Malattia

(+ K♠ = appuntamento con K♠)

Lacrime

Cose

8 + K o Q dello stesso seme = appuntamento

                                                                    4 ×8 = appuntamento amoroso

7

Lite

(+ K♠ = conversazione con K♠)

Conversazione

                                                               4 × 7 = discorsi inutili

6

Viaggio sgradito

(+ K♠ = lunga strada)

Viaggio verso il seme corrispondente

 


2. SEMIOTIC DESCRIPTION OF CARTOMANCY

 

The system of fortune-telling will be described in terms of the logical classification of semiotic phenomena.

 

2.1 Pragmatics

The system of fortune-telling, as a simple semiotic system with a small vocabulary, always contains the potential for several interpretations. The fortune-teller, whom we shall designate as A, always possesses several degrees of freedom, although the amount of freedom decreases from the beginning of divination to its end. The choice of a particular interpretation is wholly determined by pragmatics.

 

2.1.1 Fortune-telling’s specific character and pragmatic tasks

People usually resort to fortune-telling in order to obtain certitude about some behavioral program by learning “what destiny will say”. A, the fortune-teller, proceeds from this fact. A has primarily psychological tasks: he must exert a strong influence on the person whose fortune is being told, whom we shall designate as B, and must bring him to some extreme psychological state, whether one of calm or agitation. B does not simply seek advice or sympathy, but objective information pertaining to the future; A reputedly has the mystical capacity to furnish such information. A’s other task is to furnish a behavioral program. The vocabulary is the means of objectification in fortune-telling. The vocabulary consists of invariable elements accepted as being basic and sufficient to describe all possible events. The vocabulary is determined by those basic situations encountered in a specific ethnic collective. It is significant in this respect to compare Gypsy and French fortune-telling: the king of spades in French divination is “doctor”, in Gypsy, “bailiff,” and in Russian, “bureaucrat”; the French meaning, “a change in life,” is made specific in Gypsy divination as “risk in gambling or business”. Domestic and business matters, “marriage” and “finance” are the situations usually modeled in fortune-telling.


2. Descrizione semiotica della cartomanzia

 

Il sistema di predizione del futuro sarà descritto nei termini della classificazione logica dei fenomeni semiotici.

 

2.1 Pragmatica

Il sistema di predizione del futuro, essendo un sistema semiotico semplice con un vocabolario limitato, contiene sempre il potenziale per interpretazioni diverse. Il cartomante, che chiameremo A, possiede sempre diversi gradi di libertà, anche se la libertà diminuisce man mano che si arriva al termine della predizione. La scelta di una certa interpretazione ha una determinazione del tutto pragmatica.

 

2.1.1 Il ruolo specifico della cartomanzia e i suoi compiti pragmatici

In genere una persona ricorre alla predizione del futuro per avere certezze su alcuni programmi comportamentali apprendendo «quello che dirà il destino». A, il cartomante, parte da questo punto. A, prima di tutto, ha dei compiti psicologici: deve esercitare una forte influenza sulla persona alla quale sta leggendo il futuro, che chiameremo B, e deve portarla a una sorta di stato psicologico estremo, sia questo di calma o di agitazione. B non cerca semplicemente un consiglio o comprensione, ma delle informazioni oggettive riguardanti il futuro; presumibilmente A ha una capacità mistica di fornire tali informazioni. L’altro compito di A è di proporre un programma di comportamento. Il vocabolario è il mezzo di oggettivazione nella predizione del futuro. Il vocabolario è costituito da elementi invariabili accettati in quanto fondamentali e sufficienti a descrivere tutti gli eventi possibili. Il vocabolario è determinato da quelle situazioni di base incontrate in una certa collettività etnica. A questo proposito è interessante confrontare la predizione del futuro romanì con quella francese: in quella francese il re di picche significa «medico», in quella romanì «balivo» e in quella russa «plenipotenziario»; il significato francese di «un cambiamento nella vita» diventa più specifico presso i rom, cioè «rischio nel gioco d’azzardo o negli affari». Le questioni familiari ed economiche, il «matrimonio» e «le finanze» sono le situazioni che solitamente vengono modellizzate nella predizione del futuro.


The cards receive concrete meanings on these planes.

The meanings of the cards are known to A and B. While these meanings function as signifiers on the plane of expression, what is signified may be only known by B, who substitutes specific meanings from his situation for the variable signifiers; for instance, he may interpret the words “a benevolent dark-haired man” as referring to a person he knows. If a meaning is not substituted, the sentence is naturally forgotten or omitted. A and B use the same system of divination, the same language, but do so in different ways: the elements of the system function for B mainly as a code pertaining to a message, that is, as c/m, but for A as a code pertaining to a code, as proper names function; in this resides the substantial originality of the semiotics of cartomancy.5 In terms of G. Frege’s triangle of sign-meaning-referent, we can say that A only uses meanings and signs in the strict sense of the word, while B substitutes referents to complete the triangle; thus the triangle only functions in the act of communication between A and B. This is also a characteristic feature of other programming systems.

 

2.1.2 Fortune-telling’s modeling function in interpreting the present and the past

For fortune-telling to be convincing, A must not only imagine the future but also set forth B’s present and past, a topic in which B can control A. A conflict situation arises in which both A and B know the rules of the meanings of the cards, but only B knows his own present and past, and he does not communicate them to A. The situation with regard to the present and past can be described as a game for two with a passive opponent, in which personal moves are made and the element of chance is introduced because not all the cards take part in the distribution of some systems. All the cards participate in Gypsy fortune-telling, and in this sense it corresponds to a game with complete information, such as chess.6

A’s move consists of making a statement that interprets some of the cards; B’s move is to react to this. Before the interpretations, if possible, or else during them, A must collect as much information as he can about B.

 


Le carte acquistano significati concreti su questi piani.

A e B conoscono i significati delle carte. Mentre questi significati fungono da significanti sul piano dell’espressione, ciò che è significato può essere noto solo a B, che sostituisce ai significanti variabili significati specifici della sua situazione; per esempio, potrebbe interpretare le parole «un uomo bruno gentile» come riferito a una persona che conosce. Se un significato non viene sostituito, la frase viene naturalmente dimenticata od omessa. A e B utilizzano lo stesso sistema di divinazione, lo stesso linguaggio, ma lo fanno in modi diversi: gli elementi del sistema fungono per B principalmente da codice relativo a un messaggio, cioè da c/m, ma per A da codice relativo a un codice, cioè, c/c, come succede per i nomi propri; in questo risiede la sostanziale originalità della semiotica della cartomanzia5. Nei termini della triade segno-senso-riferimento di G. Frege, possiamo dire che A utilizza solo il senso e il segno nel senso stretto delle parole, mentre B sostituisce i riferimenti per completare la triade; perciò la triade funziona solo nell’atto di comunicazione tra A e B. Questa è anche una caratteristica tipica di altri sistemi di programmazione.

 

2.1.2 La funzione modellizzante della predizione del futuro nell’interpretare il presente e il passato

Perché la predizione del futuro sia convincente, A non solo deve immaginare il futuro, ma deve anche riferire il presente e il passato di B, campo in cui B può controllare A. Una situazione conflittuale nasce nel momento in cui sia A sia B conoscono le regole dei significati delle carte, ma solo B conosce il proprio presente e passato e non li riferisce ad A. La situazione del presente e del passato può essere descritta come un gioco a due con un avversario passivo, un gioco in cui si fanno le proprie mosse personali e s’introduce l’elemento del caso, perché in alcuni sistemi non tutte le carte vengono distribuite. Nella predizione del futuro romanì, invece, si utilizzano tutte le carte, e in questo senso essa corrisponde a un gioco a informazione completa, come gli scacchi6.

La mossa di A consiste nel costruire una frase che interpreti alcune carte; la mossa di B è reagire. Possibilmente prima delle interpretazioni, o anche durante, A deve raccogliere più informazioni possibili riguardo a B.


It is significant that a Gypsy camp, in leaving a village, leaves behind coded information about the inhabitants and imminent events in an agreed place; professional urban fortune-tellers may have a special information service, a kind of investigative section. Some quantity of information accumulates during the course of the fortune-telling in connection with the reactions of response; those features that most agitate B during the course of the divinatory process are picked out and special attention is focused on them. Hypotheses are consecutively constructed and verified on the basis of this material and information gathered before-hand. What B says conditions the order in which the cards are read. The least informative cards, such as “change”, are read first, and the fortune-teller passes from them to cards that convey an ever greater amount of information. Consecutive distributions of the cards are significant, for in this way the cards receive a more definite meaning.

Divination of past and present is a game: if it succeeds, A wins B’s confidence; if it fails and the game is lost, A usually refuses to continue with the divination, since the “card did not turn up.” As a result of successful divination, B’s internal and external world is modeled, and he ascertains conventional ties between A’s terms and his own concrete substitutions.

 

2.1.3 Fortune-telling’s programming function in interpreting the future

A then proceeds to foretell B’s future, which is a programming rather than a modeling function. A situation has already taken shape, and much is determined by the system itself, so that A now has far less freedom. The whole divination in its entirety can thus be defined as a self-generating system. The outcome of divination can create a certain state of mind in B that influences his subsequent behavior voluntarily or involuntarily and inclines him in the direction of the predicted behavior. In this sense we can speak of the reality of prognostications of the future. The fortune-teller’s parapsychological abilities can also be used in the pragmatics of fortune-telling.


È significativo che un accampamento rom, allontanandosi da un paese, lascia in un luogo convenuto informazioni in codice sugli abitanti e sugli eventi imminenti; certi cartomanti urbani professionali hanno un servizio speciale di informazione, una sorta di sezione investigativa. Alcune informazioni vengono accumulate nel corso della predizione in base alle reazioni; si individuano gli elementi che più agitano B durante il processo divinatorio e a questi si presta un’attenzione speciale. Le ipotesi sono costruite e verificate una dopo l’altra, in base a questo materiale e alle informazioni raccolte precedentemente. Quello che dice B condiziona l’ordine in cui vengono lette le carte. Le carte meno informative, come «cambiamento», vengono lette per prime; il cartomante passa poi alle carte che trasmettono una quantità maggiore di informazioni. Le successive distribuzioni di carte sono importanti, perché in questo modo le carte acquistano un significato più definito.

La divinazione del passato e del presente è un gioco: se riesce, A si guadagna la fiducia di B; se fallisce e il gioco è perso, A in genere si rifiuta di continuare con la predizione perché le carte «non sono venute». Se la divinazione ha successo, il mondo interno ed esterno di B viene modellizzato ed egli può verificare i legami convenzionali tra le parole di A e le sue sostituzioni concrete.

 

2.1.3 La funzione di programmazione della predizione nell’interpretare il futuro

A continua poi a predire il futuro di B; questa è una funzione di programmazione piuttosto che di modellizzazione. Una situazione ha già preso forma, e il grosso è determinato dal sistema stesso così che, ora, A ha molta meno libertà. L’intera divinazione, nella sua globalità, può essere perciò definita come sistema autogenerante. L’esito della divinazione può creare un determinato stato d’animo in B, che influenza volontariamente o involontariamente il suo successivo comportamento e lo porta nella direzione del comportamento predetto. In questo senso possiamo parlare di realtà della predizione del futuro. Le capacità parapsicologiche del cartomante possono anche essere utilizzate nella pragmatica della predizione del futuro.

 


2.2 Semantics

2.2.1 Subject and predicate in fortune-telling

Cards belong according to their meanings either to the class of persons, subjects, or to the class of predicates. The most important indicator is B, the person whose fortune is being told.

 

2.2.2 Key planes in fortune telling

As we said concerning pragmatics, meanings can be interpreted concretely according to the general plane on which the situation manifests itself, usually the marital or financial plane; and also according to particular planes such as “for one’s heart,” “for thought,” “what will happen,” or “what will soothe,” as in a musical key or mathematical quantum. The general plane pertains to all the sentences of fortune-telling, to the entire “text”, while the particular planes define the separate sentences. Meanings are actually composed of the totality of these general and particular planes along with the basic meanings of the cards.

 

2.2.3 Description of the basic meanings of the cards

We can describe the semantics of the system of fortune-telling by means of a table of semantic factors (see table 2). The table is relatively simple, and the overwhelming majority of meanings are described by pairs of semantic factors. Let us note that the number of factors can be reduced, but that the table then becomes more complicated and less obvious with the appearance of polynomial meanings7, for whose graphic representation a multidimensional space is required. It is surmised further that the proposed semantic factors are real not only for the system being described here, but for the majority of cartomantic systems. A polynomial meaning such as “unpleasant troubles” – “unpleasantness, conversations, business,” where the left factor defines the right, can be described either through binomials, or else as “unpleasant business” + “conversational business”, regarding each attribute as directly defining the factor which is furthest to the right
2.2 Semantica

2.2.1 Soggetto e predicato nella predizione del futuro

A seconda dei loro significati, le carte appartengono o alla classe delle persone, i soggetti, o alla classe dei predicati. L’indicatore più importante è B, la persona a cui viene letta la fortuna.

 

2.2.2 Piani fondamentali nella predizione del futuro

Come è stato detto riguardo alla pragmatica, i significati possono essere interpretati concretamente a seconda del piano generale sul quale la situazione si manifesta, solitamente il piano matrimoniale o finanziario, e anche a seconda di piani particolari come «quello che uno ha nel cuore», «il pensiero», «cosa succederà» o «cosa tranquillizzerà», come in una chiave musicale o un quanto matematico. Il piano generale è relativo a tutte le frasi della predizione, al testo intero, mentre i piani particolari definiscono le singole frasi. I significati sono in realtà composti dall’insieme del piano generale, del piano particolare e dai significati base delle carte.

 

2.2.3 Descrizione dei significati base delle carte

Possiamo descrivere la semantica del sistema di predizione del futuro attraverso una tabella di fattori semantici (vedi tabella 2). La tabella è relativamente semplice e la schiacciante maggioranza dei significati è descritta con delle coppie di fattori semantici. Notiamo che il numero dei fattori può essere ridotto, ma che la tabella, con la comparsa di significati polinomiali per la cui rappresentazione grafica è necessario uno spazio pluridimensionale, diventa poi più complicata e meno chiara. Si suppone, in seguito, che i fattori semantici proposti siano reali non solo per il sistema che stiamo descrivendo, ma per la maggior parte dei sistemi di cartomanzia. Un significato polinomiale come «preoccupazioni seccanti» – «seccatura, discorsi, affari», dove il fattore di sinistra definisce quello di destra, può essere descritto sia attraverso dei binomi, cioè come «affari seccanti» + «affari discorsivi», considerando che ogni attributo definisce direttamente il fattore che sta più a destra,


or as “unpleasant conversations” + “conversational business,” regarding each factor as defining the factor which follows to the right.

In a table of the type being proposed, it is more convenient to choose the latter method.

 

2.3 Syntax

The order in which the cards are read is determined by their semantics. Face cards, the subjects, come first. The remaining cards, the predicates, can be assessed for significance by the determining force of the reading order; a card’s force in inversely proportional to the quantity of information contained in its meaning, as discussed above regarding pragmatics. The syntax of the cartomantic system is very simple, and there is great freedom in the order of reading its elements, as should be expected from a simple language with a limited vocabulary, for instance the language of naval signals.


sia come “discorsi seccanti” + “affari discorsivi” considerando che ogni fattore definisce il fattore che segue a destra.

Nel tipo di tabella che stiamo proponendo è più comodo scegliere il secondo metodo.

 

2.3 Sintassi

L’ordine in cui vengono lette le carte è determinato dalla semantica delle carte stesse. Le figure (i soggetti) vengono per prime. Delle carte rimanenti, i predicati, è possibile valutare la significatività a seconda della forza determinante dell’ordine di lettura; la forza di una carta è inversamente proporzionale alla quantità di informazioni contenute nel suo significato, come si è detto prima per la pragmatica. La sintassi del sistema della cartomanzia è molto semplice e c’è grande libertà nell’ordine di lettura dei suoi elementi, come ci si dovrebbe aspettare da un linguaggio semplice con un vocabolario limitato, per esempio il linguaggio dei segnali navali.


3. THE SYSTEM OF CARTOMANCY COMPARED TO NATURAL LANGUAGES

The system of cartomancy is a language with a finite number of states, limited semantics, and very simple syntax. The reading order in cartomancy is not determined by the sequence of cards, but by their semantics, in a manner similar to certain artificial languages with a limited semantics.

From a typological standpoint, the language of cartomancy should be related to the number of isolating elements. In some systems, the meanings of the cards vary regularly according to the position in which the cards lie, which can be determined either by particular features of distribution, or by the substance of the material; for example, some cartomantic systems are designed with asymmetrical cards that have a top and bottom. This phenomenon is formally analogous to the paradigm of words in natural languages; but it is distinguished in content by the fact that the paradigm’s meanings are not relational but specifying, as particularly in the paradigm of word-building in isolating languages.

 

Different readings of the cards’ meanings, which depend on the initially given situation, are analogous to variations of meaning depending on context in natural languages. The same holds true for the Aranda language, in which a meaningful text cannot be perceived without a preliminary artificial recreation of the situation by means of dramatic enactment,8 since in practice any segment of the text is so polysemantic that it has no meaning outside the situation. As in natural languages, preceding words influence following words, and preceding sentences influence following sentences. Like natural languages, cartomantic systems are socially and ethnically conditioned. Some cartomantic relations possess a certain secrecy, and in this respect fortune-telling resembles the secret argot of closed societies.


3. Il sistema della cartomanzia comparato ai linguaggi naturali

Il sistema della cartomanzia è un linguaggio con un numero finito di stati, una semantica limitata e una sintassi molto semplice. La sequenza di lettura nella cartomanzia non è determinata dalla sequenza delle carte, ma dalla loro semantica, come in alcuni linguaggi artificiali a semantica limitata.

Dal punto di vista tipologico, il linguaggio della cartomanzia va messo in relazione con il numero di elementi isolanti. In alcuni sistemi, i significati delle carte variano regolarmente a seconda della posizione nella quale si trovano le carte, che può essere determinata da caratteristiche particolari di distribuzione o dal contenuto del materiale; per esempio, alcuni sistemi di cartomanzia sono disegnati con carte asimmetriche che hanno una parte alta e una bassa. Formalmente questo fenomeno è analogo al paradigma delle parole nei linguaggi naturali; ma si distingue nel contenuto per il fatto che i significati dei paradigmi non sono relazionali ma specifici, in particolare come nel paradigma di costruzione delle parole nei linguaggi isolanti.

 

Le diverse letture dei significati delle carte, che dipendono dalla situazione iniziale data, sono analoghe alle variazioni di significato che nei linguaggi naturali dipendono dal contesto. Lo stesso vale per la lingua aranda, in cui un testo significativo non può essere percepito senza una preliminare ri-creazione artificiale della situazione attraverso una rappresentazione teatrale8, poiché in pratica ogni frammento del testo è talmente polisemantico da non avere significato al di fuori di quella situazione. Come nei linguaggi naturali, le parole precedenti influenzano quelle successive, e le frasi precedenti influenzano quelle successive. Come i linguaggi naturali, i sistemi di cartomanzia sono etnicamente e socialmente condizionati. Alcune relazioni nella cartomanzia hanno una certa segretezza, e a questo proposito la predizione del futuro ricorda il gergo in codice delle società segrete.


Table 2

Defined Factors  1. News 2. House 3. Unpleasant 4. Pleasant 5. Journey 6. Conversation 7. Belongings 8. Interest (feeling) 9. Marriage 10. Change 11. Business (financial) 12. Man 13. Woman 14. Fair-haired 15. Dark-haired 16. Brown-haired
Defining Factors
1. News A♣
2. House Q♠
3. Unpleasant A♠10♠ 6♠ 7♠3J♠ 19♠ 8♣ 8♠ Q+Q♠
4. Pleasant A♥+
A♣
9+Q,9+K 4 X 10
5. Journey
6. Conversation 7♣,
7♦,
7♥,
8 + K,
8 + Q
J,4 X J,

J♠3,

(J♠

+

K♠)4

7. Belongings 10♦,10♦,

+ A♦

8♦ 9♠1,(A♠

+

10♠)2

8. Interest (feeling) A♦ +

A♣

4 X A 4 X Q A♦ 3 X A
9. Marriage 9♥ 4 X 8 10♥,10♥ +

9♥

10. Change 10♣,10♦ +

10♥ +

10♣

11.Business (financial) A♠ +K♠ +

A♣

A♠ +K♠ 10♣ +K♠ 4(J♠+ K♠) K♠
12. Man
2
(A♠ 
13. Woman 10♠) 4 X 7
14. Fair-haired A♦ +

K♦,

A♦ +

Q♦

6♦ K♦ Q♦
15. Dark-haired A♣ +K♣,

A♣ +

Q♣

6♣ K♣ Q♣
16. Brown-haired A♥ 6♥ K♥ Q♥

 

NOTE. The following signs are used in the table: the sign “,” means “or”; the sign “+” means “and”. Sequences consisting only of the designations of denominations rather than suits, such as 8 + K, mean that any cards with these denomination can be used provided that they come from the same suit. Small Arabic numerals placed as indices slightly above the designations of the cards, as in 19 and 91, are applied to the numerous meanings that are brought together as binomials. These indices are written to the left above defining meanings and are written to the right above the designations of defined meanings. There are an equal number of binomial defining and defined meanings, which together correspond to a single polynomial meaning. For example, the meaning of “loss” is formed by adding together the meanings of quadrants 3.7 and 7.10. It is apparent from the index written to the right above the name of the card in quadrant 7.10. that it needs a definition with an index number corresponding to the index number of what is being defined. We find such a definition in quadrant 3.7.

 

Tabella 2

Fattori definiti  1. Notizia 2. Casa 3. Seccante 4. Gradevole 5. Strada 6. Conversazione 7. Cose 8. Interesse (sentimento) 9. Matrimonio 10. Cambiamento 11. Affari (finanziari) 12. Uomo 13. Donna 14. Biondo 15. Bruno 16. Biondo scuro
Fattori definitori
1. Notizia A♣
2. Casa Q♠
3. Seccante A♠10♠ 6♠ 7♠3J♠ 19♠ 8♣ 8♠ Q+Q♠
4. Gradevole A♥+
A♣
9+Q,9+K 4 X 10
5. Strada
6. Conversazione 7♣,
7♦,
7♥,
8 + K,
8 + Q
J,4 X J,

J♠3,

(J♠

+

K♠)4

7. Cose 10♦,10♦,

+ A♦

8♦ 9♠1,(A♠

+

10♠)2

8. Interesse (sentimento) A♦ +

A♣

4 X A 4 X Q A♦ 3 X A
9. Matrimonio 9♥ 4 X 8 10♥,10♥ +

9♥

10. Cambiamento 10♣,10♦ +

10♥ +

10♣

11. Affari (finanziari) A♠ +K♠ +

A♣

A♠ +K♠ 10♣ +K♠ 4(J♠+ K♠) K♠
12. Uomo
2
(A♠ 
13. Donna 10♠) 4 X 7
14. Biondo A♦ +

K♦,

A♦ +

Q♦

6♦ K♦ Q♦
15. Bruno A♣ +K♣,

A♣ +

Q♣

6♣ K♣ Q♣
16. Biondo scuro A♥ 6♥ K♥ Q♥

 

NOTA. I segni seguenti sono utilizzati nella tabella: il segno «,» significa «oppure»; il segno «+» significa «e». Le sequenze formate solo da valori e non da semi, come 8 + K, significano che possono essere utilizzate tutte le carte con quei valori, purché appartengano allo stesso seme. I numeri collocati in apice ad alcune carte, come 19 e 91, sono applicati ai numerosi significati che vengono uniti in quanto binomi. Questi numeri sono messi in alto a sinistra ai significati definitori e in alto a destra ai significati definiti. Esiste un numero uguale di binomi definitori e significati definiti, che insieme corrispondono a un unico significato polinomiale. Per esempio, il significato di «perdita» viene formato unendo i significati dei quadranti 3.7 e 7.10. Dal numero messo in alto a destra al nome della carta nel quadrante 7.10, si capisce che il significato ha bisogno di una definizione con un numero che corrisponde al numero di ciò che viene definito. Troviamo tale definizione nel quadrante 3.7.

 

NOTES

 

 

  1. See F. de Saussure, Cours de linguistique générale (Paris, 1960), p. 32-35 ; L. Hjelmslev, “Prolegomeny k teorii âzyka” [Prolegomena to a theory of language], in sb. Novoe v lingvistike [the anthology, Current linguistics] (Moskow: Izd-vo inostrannoj literatury, 1960), p. 21.

(Hjelmslev’s book is available in English as Prolegomena to a Theory of Language, trans. F. J. Whitfield, 2d rev. ed. [Madison: University of Winsconsin Press, 1961]–Trans.)

 

  1. C. Morris, Foundations of the Theory of Signs (Chicago: University of Chicago Press, 1938).

 

  1. N. Chomsky, “Tri modeli opisanija jazyka” [Three models for the description of language], in Kibernetičeskij sbornink [Cybernetic anthology] (Moskow, 1961), p. 241.

(Chomsky’s 1956 article, “Three Models for the Description of  Language”, has been anthologized in Readings in Mathematical Psychology, ed. R. Duncan Luce et al. [New York: John Wiley e Sons, 1965], vol. 2, pp. 105-24–Trans.)

 

  1. The face card that is the basis for the fortune-telling does not enter into idiomatic constructions except in the case of combinations between kings and queens.

 

  1. This sentence is taken from the first published version of this essay “Gadanie na igral’nyh kartax kak semiotičeskaja sistema» [Fortune-telling with playing cards as a semiotic system], which appeared in Simpozium po strukturnomu izučenijû znakovyx sistem: Tezisy dokladov [Symposium on the Structural Study of Sign Systems: theses of the reports] (Moscow: AN SSSR, 1962), p. 84–Trans.

 

 

NOTE

 

 

  1. Si veda F. de Saussure, Cours de linguistique générale (Parigi, 1960), 32-35; L. Hjelmslev, «Prolegomeny k teorii âzyka» [Prolegomena to a theory of language], in Novoe v lingvistike (Moskvà: Izdatel´stvo inostrannoj literatury, 1960), 21.

(Il libro di Hjelmslev è disponibile in inglese come Prolegomena to a Theory of Language, trad. F. J. Whitfield, seconda edizione riveduta [Madison: University of Winsconsin Press, 1961].

 

  1. C. Morris, Foundations of the Theory of Signs (Chicago: University of Chicago Press, 1938).

 

  1. N. Chomsky, «Tri modeli opisaniâ âzyka» in Kibernetičeskij sbornink (Moskvà, 1961), 241.

(L’articolo di Chomsky del 1956, «Three models for the Description of Language», è stato pubblicato in Readings in Mathematical Psychology, a cura di R. Duncan Luce e al. [New York: John Wiley e Sons, 1965], vol. 2, 105-24).

 

  1. La figura, che è la base della predizione del futuro, non rientra nei costrutti idiomatici tranne in caso di combinazioni tra re e regine.

 

  1. Questa frase è stata presa dalla prima versione pubblicata di questo saggio, «Gadanie na igral´nyh kartah kak semiotičeskaâ sistema» apparsa in Simpozium po strukturnomu izučeniû znakovyh sistem: Tezisy dokladov (Moskvà: AN SSSR, 1962), 84.

 

 

 

 

 

  1. See R. Duncan Luce and Howard Raiffa, Igri i rešeniâ [Games and decisions] (Moscow, 1961).

(Luce and Raiffa’s Games and Decisions was originally published in  New York by John Wiley and Sons in 1957–Trans).

 

  1. Polynomial meanings are those meanings that can only be described by using more than two semantic factors.

 

  1. See A. Sommerfelt, La langue et la société (Oslo, 1938), p. 124. See also S .D. Kacnel’son, “Jazyk poèzii i pervobytnaja obraznaja reč” [The language of poetry and primitive figurative speech], Izvestija OLJa AN SSSR [Proceedings of the Department of Literature and Language of the Academy of Sciences, USSR] 6, no. 4 (1947).

 

  1. Si veda R. Duncan Luce e Howard Raiffa, Igry i rešeniâ (Moskvà, 1961).

(Games and Decisions di Luce e Raiffa fu originariamente pubblicato a New York da John Wiley e Sons nel 1957).

 

  1. I significati polinomiali sono quei significati che possono essere descritti usando più di due fattori semantici.

 

  1. Si veda A. Sommerfelt, La langue et la société (Oslo, 1938), 124. Si veda anche S .D. Kacnel´son, «Âzyk poeziû i pervobytnaâ obraznaâ reč», Izvestiâ OLÂ AN SSSR 6, n. 4 (1947).

 

 

 



[1] Con J.H. Beavin e D.D. Jackson in Pragmatica della comunicazione umana.

[2] Per i significati delle carte si veda la tabella 1.

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