Nell’opera Psicopatologia della vita quotidiana, Freud descrive con il metodo della psicoanalisi gli atti mancati che si verificano durante lettura e scrittura, fornendone degli esempi specifici. Considerando lettura e scrittura in quanto processi traduttivi da linguaggio mentale a linguaggio verbale e viceversa, gli esempi freudiani, analizzati da punto di vista traduttivo e mantenendo le loro peculiarità a livello formale, si dimostrano veri e propri errori di traduzione aventi origini e conseguenze diverse a seconda dei casi.
Abstract in English
In his work Psychopathology of Everyday Life, Freud, using the psychoanalytic method, describes the missing acts that occur during the reading and the writing processes, providing specific examples. If reading and writing are considered as translation processes from the mental language into the verbal and vice versa, Freud’s examples, analyzed from a translation perspective and maintaining their peculiarities at the formal level, actually turn out to be translation mistakes which have different origins and consequences depending on the circumstances.
Zusammenfassung auf Deutsch
In seinem Werk Zur Psychopathologie des Alltagslebens beschreibt Freud mit der psychoanalytischen Methode anhand einiger spezifischer Beispiele die Fehlleistungen, die während des Lesens und Schreibens auftreten. Werden Lesen und Schreiben als Ubersetztungsprozesse aus der mentalen in die verbale Sprache und vice versa verstanden, dann sind die Freudschen Beispiele unter dem Gesichtspunkt der Übersetzung und unter Beibehaltung ihrer formalen Besonderheiten eindeutige Fehlübersetzungen wegen der Verschiedenartigkeit der einzelnen Fälle und ihrer Konsequenzen.
1 – Introduzione 7
2 – Verlesen (sbagliare a leggere, lapsus di lettura) 9
2.1 Lettura come procedimento traduttivo. 9
2.2 Atti mancati freudiani 10
2.3 Semiosi: interpretante come segno psichico. 15
2.4 Processo di significazione e circolo ermeneutico. 17
2.5 Verlesen ( sbagliare a leggere, lapsus di lettura). 18
2.5.1 Primo esempio. 19
2.5.2 Secondo esempio. 22
2.5.3 Terzo esempio. 24
3 – Verschreiben (sbagliare a scrivere, lapsus di scrittura) 27
3.1 Scrittura come procedimento traduttivo. 27
3.2 Verschreiben(sbagliare a scrivere, lapsus di scrittura). 28
3.2.1 Primo esempio. 28
3.2.2 Secondo esempio. 30
3.2.3 Terzo esempio. 32
4 – Conclusione 35
5 – Riferimenti bibliografici 36
6 – Ringraziamenti 38
1 – Introduzione
Durante il percorso di studi che ho intrapreso, mi è capitato molto spesso di dovermi confrontare con il processo traduttivo inteso come traduzione da una lingua a un’altra. Durante questa operazione, molto spesso mi sono confrontata con svariate categorie di errori di traduzione. Considerando la traduzione come un processo che non si limita solo alla mediazione interlinguistica, ma contemplando anche quei processi appartenenti alla vita quotidiana come lettura e scrittura in quanto processi traduttivi, con questa tesi mi pongo l’obiettivo di esporre alcuni esempi di errori di traduzione negli atti verbali. Gli esempi citati di seguito sono tratti dall’opera di Sigmund Freud Zur Psychopatologie des Alltagslebens, in cui egli spiega la natura e la causa di tali atti mancati effettuando un’analisi psicoanalitica del fenomeno. Nella mia tesi, descrivo la lettura e la scrittura in quanto processi traduttivi e le loro fasi confrontando gli esempi di Freud da un punto di vista traduttologico.
Partendo dal presupposto che fondamentalmente questi processi si basano su una traduzione da un linguaggio mentale, caratterizzato dalla non linearità e dalla velocità, in un linguaggio verbale, lineare, vengono analizzati gli errori che talvolta si compiono durante questi processi.
Gli esempi citati dall’opera freudiana non sono stati riportati con la traduzione ufficiale di Freud; lungi dal voler esser una traduzione fluida e coesa nella lingua italiana, la traduzione riportata, fatta da me, ha come obiettivo quello di essere il più possibile filologica, cercando di mantenere una somiglianza con le strutture e le parole della lingua originale, magari a discapito dello stile e della forma in italiano. Il motivo per cui ho preferito riportare questa traduzione è che, per la finalità di questa tesi, era importante che le parole chiave degli esempi fatti da Freud rimanessero invariate e che, anche chi non conosce il tedesco, fosse in grado di cogliere la peculiarità di tali lapsus.
2 – Verlesen (sbagliare a leggere, lapsus di lettura)
2.1 Lettura come procedimento traduttivo
Il concetto di traduzione va oltre a quello comunemente conosciuto di traduzione interlinguistica, ovvero traduzione di un testo da una lingua all’altra. Si intraprendono, spesso involontariamente e inconsapevolmente, processi traduttivi quotidianamente. Nella fattispecie di seguito verrà trattato il procedimento della lettura in quanto processo traduttivo. Se nel contesto della traduzione totale si definisce traduzione metatestuale qualsiasi procedimento che trasferisca un prototesto in una cultura, il modo in cui la cultura percepisce questo prototesto è vario in quanto la sua immagine complessiva non è costituita unicamente dal testo tradotto ma anche da tutti i riflessi che un testo produce nella cultura ricevente.
Quando un testo viene letto e assimilato nella mente, avviene un processo di traduzione da un codice di tipo verbale (testo scritto) al codice mentale che Vygotskij chiama linguaggio interno (nel quale viene scritto il testo mentale) (Osimo 2001:9). In questo caso non si ha solo un cambiamento del codice, come potrebbe essere il caso della traduzione da una lingua in un’altra, ma si ha anche un cambiamento del tipo di codice e quindi quella che per Jakobson è una «traduzione intersemiotica». La caratteristica fondamentale del linguaggio interno è che emittente e riceventein questo caso coincidono (Osimo 2001:9).
La lettura può essere scomposta in varie sottofasi: il segno viene percepito dal soggetto; viene riconosciuto come tale e successivamente viene compreso ed entra a fare parte della cultura del soggetto sotto forma di testo mentale. Utilizzando il concetto lotmaniano di semiosfera, per cui le singole culture interagiscono l’una coll’altra arricchendosi attraverso lo scambio tra la propria cultura e quella altrui, si può considerare la lettura, al termine del processo, un arricchimento della cultura del soggetto leggente (Osimo 2001:13).
La fase di comprensione del segno letto, la semiosi, riguarda quindi l’interazione con la cultura del soggetto, e quindi un aspetto soggettivo e personale. Non si può pensare che esso sia un processo meramente automatico e non interpretativo, conseguentemente identico per qualsiasi sia il soggetto.
2.2 Atti mancati freudiani
Di seguito verranno analizzati alcuni esempi di “errori di traduzione” del processo di lettura. Nella sua opera Zur Psychopathologie des Alltagslebens (Psicopatologia della vita quotidiana) egli chiama questi “atti mancati” con il nome di Verlesen(lapsus di lettura).
Dopo aver elaborato la cura delle psiconevrosi, Freud cominciò a indagare anche quelle produzioni psichiche che apparentemente erano casuali e irrazionali e alle quali la psicoanalisi poteva essere applicata. Alcuni conflitti interiori ignoti al soggetto, in quanto nella maggior parte dei casi inconsci, potevano apparire in superficie sotto forma di stramberie prive di senso o anomalie incidentali. Effettuando questi collegamenti Freud attribuiva ai sintomi nevrotici un senso che prima non avevano. Ciò che lo spinse ad analizzare più a fondo questi fenomeni fu il fatto che essi si manifestavano, oltre che nelle persone affette da nevrosi, anche nelle cosiddette persone normali.
Le forze inconsce agenti dentro di noi si esprimono in questi momenti in cui l’attenzione è momentaneamente sospesa, e si manifestano sotto forma di atti mancati, ovvero lapsus, dimenticanze, sbadataggini, azioni compiute in modi erronei o sintomatici o casuali. Tali atti non presentano dunque alcun carattere di casualità (Mattioli:2008). L’atto mancato viene pertanto considerato il compromesso tra l’intenzione perturbatrice estranea e l’intenzione stessa, che risulta perturbata. La tendenza estranea non può essere definita altrimenti se non perturbazione in quanto respinta dalla coscienza ed alla quale la coscienza stessa rifiuta un’espressione diretta. I modi in cui la coscienza rifiuta l’intenzione perturbatrice sono differenti:
– può essere intenzionalmente repressa e sostituita con un’altra frase presentandosi in maniera chiara al soggetto mentre sta parlando;
– può trattarsi di un pensiero automaticamente scartato dalla coscienza senza essere sottoposto ad un vero e proprio processo di rimozione;
– l’intenzione perturbatrice può essere allontanata tramite un processo di rimozione.
La rimozione viene presentata come un particolare processo di difesa a livello inconscio, quindi compiuto all’insaputa di una parte del soggetto. Si deve quindi effettuare una distinzione con il processo di rimozione cosciente”. Quest’ultimo, a differenza del primo è un processo stabile, si ha quindi un’esclusione permanente da parte della coscienza (Mattioli:2008).
La rimozione è dunque quel processo tramite cui l’atto suscettibile di divenire cosciente (appartenente al preconscio) viene reso inconscio. Si parla di rimozione anche quando l’atto non viene nemmeno ammesso al preconscio e rimandato direttamente alla censura. Per utilizzare le parole di Freud egli paragona l’inconscio:
Einem großen Vorraum gleich, in dem sich die seelischen Regungen wie Einzelwesen tummeln. An diesem Vorraum schließe sich ein zweiter, engerer, eine Art Salon, in welchem auch das Bewußtsein verweilt. Aber an der Schwelle zwischen beiden Räumlichkeiten walte ein Wächter seines Amtes, der die einzelnen Seelenregungen mustert, zensuriert und sie nicht in den Salon einläßt, wenn sie sein Mißfallen erregen (Freud 1924:316).
Ad una grande anticamera, nella quale le sensazioni dell’anima scorrazzano come singole entità. Accanto a questa anticamera ce ne è un’altra, più stretta, nella quale si trattiene anche la coscienza. Ma, sulla soglia, tra le due stanze, un guardiano svolge la sua mansione, campiona, censura le singole sensazioni dell’anima e se suscitano la sua antipatia non permette loro l’ingresso nel salone.
sammelte Schriften VII Vorlesungen zur Einführung in die Psychoanalyse (1924)
Egli definisce gli impulsi rimossi quando essi si sono spinti fino alla soglia e lì dichiarati inammissibili dal Wächter(guardiano) della coscienza.
Secondo la teoria di Freud, che agli applica per la prima volta ai sogni, sono soggetti alla coscienza morale del soggetto che funge da ostacolo al desiderio inconscio del soggetto che si manifesta dunque sotto forma allucinatoria. Si ha una deformazione del desiderio nella forma onirica dovuta al rifiuto dell’espressione chiara del sogno; questa espressione si manifesta quindi sotto forma di linguaggio metaforico per esprimere il contenuto latente. Questo principio è applicabile, in forma macroscopica, ai sintomi nevrotici e in forma microscopica agli atti mancati. L’interpretazione delle distorsioni è un tema centrale nella psicoanalisi, che analizza così anche il tema del linguaggio in quanto forma di ogni tipo di comunicazione. In psicoanalisi “interpretare” significa chiarire il conflitto tra ciò che si dice e ciò che non si dice, tra ciò che si manifesta e ciò che si nasconde, ossia riportare il sogno o il lapsus nel loro significato reale. Nella Psicopatologia della vita quotidiana Freud applica il processo interpretativo che aveva elaborato per i sogni agli atti mancati della vita quotidiana. Egli si propone di “tradurre” un sintomo, un avvenimento, un atto mancato appunto. Questi tipi di atti vengono considerati sintomi in miniatura in quanto non sono permanenti come invece avviene per i sintomi classici delle nevrosi.
La principale differenza tra questi due tipi di sintomi sta nei loro valori di adattamento: il sintomo clinico è il tentativo di rimettere in sesto un equilibrio mentale che era stato sconvolto da crisi istintuali, tentativo che si paga con la sofferenza e con l’inadattamento. Per quanto riguarda invece l’atto mancato, l’inadattamento è lieve e passeggero e può essere corretto a livello conscio e l’unico effetto che causa è un lieve imbarazzo.
A livello di scienza della traduzione si analizza in quanto segno psichico l’interpretante.
2.3 Semiosi: interpretante come segno psichico
Durante il processo della lettura, il lettore accosta a una parola un senso corrispondente. Questo collegamento avviene attingendo alla cultura propria del soggetto. Non si tratta però di un processo lineare e identico per ogni soggetto. Il filosofo statunitense Charles Sanders Peirce (1839- 1914) definisce la relazione di semiosi come avente tre poli distinti: segno, oggetto e interpretante.
Per l’analisi degli errori di lettura che verrà effettuata successivamente è importante soffermarsi sul concetto di interpretante. Per interpretante si intende la rappresentazione psichica che si forma nella mente dell’interpretante al momento dell’acquisizione del segno. L’interpretante stabilisce il collegamento tra il segno e l’oggetto. In psicoanalisi questo concetto viene chiamatoaffetto. L’interpretante ha un carattere del tutto soggettivo e può variare con il trascorrere del tempo, in relazione agli avvenimenti e alle esperienze che il soggetto che elabora il processo di significazione ha avuto.
Il nostro linguaggio interno è costituito da interpretanti, e nel momento in cui si vuole comunicare con un altro soggetto si effettua una traduzione in segni verbali utilizzando dei segni che possano, approssimativamente, fare riferimento agli oggetti a cui noi alludiamo. Nel caso dei lapsus di lettura si verifica una distorsione di questa fase. L’interpretante che si forma all’interno della mente non fa riferimento al segno che si è percepito nell’immaginario collettivo, ma corrisponde ad un significato soggettivo, interno e personale del soggetto.
Come si accennato prima a proposito della definizione di atti mancati di Freud, i Verlesensono un fenomeno diffuso e involontario, nonché momentaneo.
Analizzando la semiosi come interpretazione si individuano le fasi che la compongono:
– percezione;
– correlazione;
– interpretazione;
– inferenza;
– percezione ed evoluzione.
(Osimo 2001:36)
La prima fase riguarda l’acquisizione del segno; la secondo la formazione all’interno della nostra mente dell’interpretante; l’interpretazione è un’inconscia relazione tra segno e oggetto e l’inferenza è l’interpretazione inconscia ipotetica e provvisoria.
Quest’ultima fase è quella che riguarda la formazione degli atti mancati all’interno della nostra mente. Alcuni riflessi o emozioni che la nostra coscienza non esplicita chiaramente possono emergere in situazioni che apparentemente non hanno alcun collegamento con il campo del significato del riflesso in questione. Negli esempi citati da Freud e che in seguito verranno analizzati si nota come apparentemente l’interpretante che si forma nella mente dei soggetti non ha nulla a che vedere con il campo del significato del segno che viene acquisito. Freud cerca di analizzare le cause di questi collegamenti a livello inconscio utilizzando gli strumenti psicoanalitici già sperimentati per l’interpretazione dei sogni.
2.4 Processo di significazione e circolo ermeneutico
Il processo di significazione di Peirce è un processo di tipo abduttivo, per cui si evince una regola dal risultato che si ottiene. Questo procedimento è analogo a quello che viene effettuato all’interno della mente del soggetto. Dal segno che viene percepito la mente forma un interpretante che cerca di individuare le regole che definiscono il segno e i sistemi di segni che vengono percepiti. Dato che all’interno di un testo vi sarà sempre una parte che rimarrà implicita e che non viene rivelata apertamente dall’autore, si innesca un meccanismo di abduzione.
L’applicazione continua durante il processo di lettura del ragionamento sintetico ipotetico (abduzione) genera ciò che viene chiamato circolo ermeneutico. Ogni volta che un segno viene acquisito e si attiva il procedimento abduttivo per ricavare la regola generale, con il proseguimento della lettura ciò che è stato abdotto precedentemente può essere messo nuovamente in dubbio. La parola ermeneutico deriva dal greco hermēneutēs e significa “interprete”. Nel corso del ciclo ermeneutico il lettore interpreta il testo, questa interpretazione viene continuamente rivisitata a ogni rilettura del testo. Ciò è dovuto anche alla soggettività delle rappresentazioni psichiche che variano, oltre che logicamente al variare del segno, anche con il trascorrere del tempo (Osimo 2001: 34-37-39).
Come spiega Freud nella sua opera, spesso a una seconda lettura il Verlesen, il lapus di lettura, non si ripresenta in quanto fenomeno provvisorio e temporaneo.
2.5 Verlesen ( sbagliare a leggere, lapsus di lettura)
In un capitolo dedicato ai lapsus di lettura e di scrittura Freud offre alcuni esempi di lapsus appartenenti sia alla sua vita privata che a quella dei suoi pazienti o di altre persone con cui egli è entrato in contatto. All’inizio del capitolo egli premette che i lapsus di lettura sono strettamente collegati ai lapsus verbali, per analogia di processo. Considerando la lettura come processo traduttivo qui di seguito verranno elencati gli esempi di Freud analizzando le inferenze che hanno causato tali atti mancati.
2.5.1 Primo esempio
Ich erhalte eines Tages einen Brief aus der Nähe Wiens, der mir eine erschütternde Nachricht mitteilt. Ich rufe auch sofort meine Frau an und fordere sie zur Teilnahme daran auf, daß die arme Wilhelm M. so schwer erkrankt und von den Ärzten aufgegeben ist. An den Worten, in welche ich mein Bedauern kleide, muß aber etwas falsch geklungen haben, denn meine Frau wird mißtrauisch, verlangt den Brief zu sehen und äußsert als ihre Überzeugung, so könne es nicht darin stehen, denn niemand nenne eine Frau nach dem Namen des Mannes, und überdies sei der Korrespondentin der Vorname der Frau sehr wohl bekannt. Ich verteidige meine Behauptung hartnäckig und verweise auf die so gebräuchlichen Visitkarten, auf denen eine Frau sich selbst mit dem Vornahmen des Mannes bezeichnet (Freud 1901:97).
Ricevo un giorno una lettera dai dintorni di Vienna, che mi riporta una notizia sconvolgente. Chiamo immediatamente anche mia moglie e la invito a condividere con me il fatto che il povero Wilhelm M. si sia così tanto ammalato e fosse ritenuto incurabile dai medici. Nelle parole con cui ho espresso il mio dispiacere deve esserci stato qualcosa che non ha suonato bene, che mia moglie si è insospettita e ha voluto vedere la lettera e ha manifestato la sua convinzione che non poteva esser così in quanto nessuno chiama una donna con il nome del marito e, inoltre, la corrispondente conosceva molto bene il nome della donna. Io difendo la mia testardamente la mia tesi facendo riferimento ai biglietti da visita così diffusi, sui quali una signora si indica da sé con il nome del marito.
Nel caso sopra descritto da Freud, una volta che egli percepisce il segno (percetto) nella sua mente si attiva il processo traduttivo che genererà l’incomprensione sopra descritta. Il percetto entra a far parte della cultura di Freud ed egli collega il segno alle sue conoscenze precedenti, quindi al fatto che egli conosca la famiglia in questione.
A questo punto, durante la fase dell’elaborazione, la mente, confrontando la semiosi del percetto con le conoscenze pregresse genera un interpretante che in questo caso è errato. Freud si convince che si tratti della moglie di W.M. senza preoccuparsi di rileggere il biglietto ricevuto. A questo punto, dato anche lo scetticismo della moglie, comincia ad elaborare teorie per cui il suo interpretante debba esser corretto; per esempio che possa essere un’usanza chiamare la moglie con il nome del marito.
Ich muß endlich den Brief zur Hand nehmen, und wir lesen darin tatsächlich „ der arme W.M.“, ja sogar, was ich ganz übersehen hatte: „ der armeDr. W.M.“. Mein Versehen bedeutet also einen sozusagen krampfhaften Versuch, die Traurige Neuigkeit von dem Manne auf die Frau zu überwälzen (Freud 1901:97).
Alla fine ho preso la lettera in mano, e ci abbiamo letto sopra effettivamente “ il povero W.M”, anzi addirittura, cosa che mi era completamente sfuggita: “ il povero dott. W.M.”. La mia svista significa un per così dire spasmodico tentativo di trasferire la triste notizia dall’uomo alla donna.
Attraverso la rilettura, Freud mette in dubbio l’interpretante che si era formato nella sua mente durante la prima lettura. Si può considerare la rilettura come ciclo ermeneutico, nel senso in cui rileggendo viene messo in dubbio quello che si era elaborato precedentemente attraverso la prima lettura. Successivamente Freud cerca le cause di questa sua svista, di questo suo atto mancato e le trova nella similitudine tra i sintomi della malattia di W.M. con i sintomi di una malattia di una persona a lui cara, che essendo dello stesso sesso di W.M. aveva fatto sì che la il ˂Wächter˃(guardiano)all’interno della coscienza di Freud trasponesse la malattia alla moglie.
2.5.2 Secondo esempio
Nei due esempi che verranno riportati sotto si vuole evidenziare come la cultura e la semiosfera del soggetto influiscono sui lapsus di lettura e ne determinano qualche volta la causa.
Der Beruf oder die gegenwärtige Situation des Lesers bestimmt auch das Ergebnis seines Verlesens. Ein Philologe, der wegen seiner letzten trefflichen Arbeiten im Streite mit seinem Fachgenossen liegt, liest „ S p r a c h s t r a t e g i e“ anstatt S c h a h s t r a t e g i e (Freud1901:100).
Anche la professione o la situazione momentanea del lettore definisce il risultato del suo lapsus di lettura. Un filologo, che a causa dei suoi eccellenti lavori più recenti è in disputa con i suoi collegi, legge “ s t r a t e g i a del l i n g u a g g i o” piuttosto che “ s t r a t e g i a degli s c a c c h i”.
Le esperienze recenti del soggetto in questione hanno influenzato a tal punto i suoi pensieri che la mente genera un’errata interpretazione del percetto. L’interpretante che si forma nel soggetto nella fase di elaborazione del pensiero è influenzato dalle esperienze recenti del soggetto e dalla sua cultura a tal punto da non corrispondere più al segno del percetto. Se nel caso precedente si era in presenza di un rifiuto da parte della mente di acquisire l’informazione per un motivi affettivi, in questo caso la sostituzione avviene per una sorta di abitudine della mente a pensare a uno stesso argomento, in questo caso il linguaggio per il filologo. Questo esempio quindi riguarda la professione del soggetto che deforma il processo traduttivo della lettura del soggetto stesso.
Freud espone in seguito un caso in cui non è la formazione professionale a influenzare il processo di significazione ma un’esperienza vissuta recentemente.
Ein Mann, der in einer fremden Stadt spazieren geht, gerade um die Stunde, auf welche seine durch eine Kur hergestellte Darmtätigkeit reguliert ist, liest auf einem großen Schilde im erstem Stock eines hohen Warenhauses: „ K l o s e t h a u s „;seiner Befriedigung darüber mengt sich doch ein Befremden über die ungewöhnliche Unterbringung der volltätigen Anstalt bei. Im nächsten Moment, ist die Befriedigung doch geschwunden, denn die Tafelaufschrift heißt richtiger: „K o r s e t t h a u s“ (Freud 1901:100).
In uomo, che passeggia per una città straniera, proprio all’ora in cui la sua attività intestinale è stata regolata attraverso una cura, legge su un grosso cartellone al primo piano di un alto grande magazzino: “ r e p a r t o g a b i n e t t i”; la sua soddisfazione in proposito si mescola allo stupore dovuto all’insolita sistemazione dell’istituto caritatevole. Nel momento successivo, la soddisfazione è svanita, in quanto la scritta sull’insegna correttamente diceva: R e p a r t o c o r s e t t e r i a”.
Nel caso sopra descritto il lapsus è dovuto al fatto che il soggetto, a causa delle sue esperienze recenti, aveva l’ardente desiderio che l’insegna presentasse la dicitura Reparto Gabinetti, data la sua necessità di trovare un gabinetto, che la sua mente lesse ciò che egli desiderava. Lo stupore e il fatto che quella scritta, in caso fosse stata reale, sarebbe stata fuori luogo, ha fatto si che il soggetto rileggesse e si rendesse conto del lapsus. In questo caso l’interpretante generato dalla mente è stato influenzato quindi dalle esperienze recenti.
2.5.3 Terzo esempio
L’ultimo esempio riportato riguarda l’inferenza di altri pensieri durante il processo della lettura, generando quindi i Verlesen.
In der Tramway sitzend, dachte ich darüber nach, daß manche meiner Jugendfreunde, die immer als zart und schwächlich gegolten hatten, jetzt die allerhärtesten Strapazen zu ertragen im Stande sind, denen ich ganz bestimmt erliegen würde. Mitten in diesem unerfreulichen Gedankenzuge las ich im Vorüberfahren mit halber Aufmerksamkeit die großen schwarzen Lettern einer Firmatafel: „ E i s e n k o n s t i t u t i o n „. Einen Augenblick später fiel mir ein, daß dieses Wort für eine Geschäftsaufschrift nicht recht passe; mich rasch umdrehend, erhaschte ich noch einen Blick auf die Inschrift und sah, daß sie richtig „ E i s e n k o n s t r u k t i o n „ lautete (Freud 1901:102).
Seduto sul tram, pensavo al fatto che molti miei amici di gioventù, che sono sempre stati considerati deboli e delicati, ora siano in grado di sopportare gravi strapazzi di ogni tipo, a cui io sicuramente soccomberei. Nel mezzo di questa serie di pensieri infelici lessi di sfuggita, con mezza attenzione, le grandi lettere nere dell’insegna di una ditta: “ c o s t i t u z i o n e in f e r r o”. Un attimo dopo mi venne in mente, che questa parola non fosse adatta per un insegna commerciale; mi girai immediatamente, gettai ancora uno sguardo alla scritta e vidi, che essa diceva correttamente: “ c o s t r u z i o n e di f e r r o”
In questo caso non si è in presenza di un rifiuto da parte della mente di acquisizione dell’informazione o di un’influenza da parte della cultura del soggetto. In questo caso il processo di lettura è casuale e secondario rispetto all’attività svolta in quel momento dal soggetto. Si tratta di un avvenimento casuale a cui il soggetto inizialmente non presta attenzione. Concentrandosi egli sui suoi pensieri, riferiti appunto ai suoi compagni di gioventù, fa si che essi influenzino il processo traduttivo della lettura. Si tratta di un’interferenza dei pensieri sul processo traduttivo. Anche in questo caso si tratta di un lapsus momentaneo che viene corretto dopo una seconda lettura. Utilizzando il metodo abduttivo il soggetto tenta di ricercare le cause di quella sensazione di inadeguatezza che ha provato dopo la prima lettura ed effettua una seconda lettura rendendosi conto che i suoi pensieri hanno influenzato il procedimento.
3 – Verschreiben (sbagliare a scrivere, lapsus di scrittura)
3.1 Scrittura come procedimento traduttivo
Anche il processo di scrittura è compreso all’interno di quella categoria di procedimenti traduttivi quotidiani di cui molto spesso non ci rendiamo conto. Quando ci si accinge a produrre un testo, raramente si è consapevoli del fatto che in realtà quello che stiamo compiendo è un processo di traduzione, e nella fattispecie una traduzione intersemiotica. Durante la scrittura si verifica un cambiamento di codice: si passa da un testo mentale a un testo verbale scritto. La scrittura è inoltre una traduzione verbalizzante in quanto traduce un testo non verbale in un testo verbale (Osimo 2001:11).
Nell’elaborazione del testo scritto, all’interno dello scrittore si delinea un testo mentale, composto dall’interpetante, ovvero dal materiale mentale, che poi egli cerca di trasporre nel linguaggio scritto. Questa fase è influenzata sia dalla cultura propria dello scrittore che dalle sue conoscenze pregresse, dalla sua semiosfera. Si avvia quindi un processo di sintesi tra la cultura propria e quella altrui.
Freud, in Zur Psychopatholgie des Alltagslebens descrive gli atti mancati durante il processo di scrittura e attribuisce le cause di questi atti mancati a un errore che si verifica durante la fase della creatività individuale, e questi errori sono dovuti per lo più all’influenza della semiosfera sul processo.
Al termine di questo processo di traduzione, il risultato ottenuto sarà un metatesto composto dal testo verbale scritto e dal residuo traduttivo. Il residuo traduttivo, inevitabile, sarà formato da ciò che l’autore non è riuscito a rendere nella cultura del lettore del metatesto e, nei casi descritti da Freud, da ciò che egli voleva comunicare che in realtà non è riuscito a comunicare.
3.2 Verschreiben(sbagliare a scrivere, lapsus di scrittura)
3.2.1 Primo esempio
Ein in Europa weilender Amerikaner, der seine Frau in schlechtem Einvernehmen verlassen hat, glaubt, daß er sich nun mit ihr versöhnen könne, und fordert sie auf, ihm zu einem bestimmten Termin über den Ozean nachzukommen: »es wäre schön«, schreibt er, »wenn Du wie ich mit der, M a u r e t a n i a ‚ fahren könntest.« Das Blatt, auf dem dieser Satz steht, getraut er sich dann aber nicht abzuschicken. Er zieht es vor, es neu zu schreiben. Denn er will nicht, daß sie die Korrektur bemerke, die an den Namen des Schiffes notwendig geworden war. Er hatte nämlich anfänglich » L u s i t a n i a « geschrieben (Freud 1901:106).
Un americano che vive in Europa da qualche tempo, che ha lasciato la moglie in cattivi rapporti, pensa, di potersi riappacificare con lei e le chiede, di raggiungerlo in una determinata data oltreoceano: “sarebbe bello”, egli scrive, “ se tu potessi viaggiare come me sulla M a u r e t a n i a”. Il foglio su cui era scritta quella frase non ebbe però il coraggio di mandarlo. Preferisce riscriverlo di nuovo. Infatti non vuole, che lei noti la correzione, che era divenuta necessaria al nome della nave. Egli infatti inizialmente aveva scritto “L u s i t a n i a”.
Nel Verschreiben sopra descritto si tratta di un atto mancato dovuto alle esperienze pregresse dell’autore. L’autore riporta erroneamente il nome di un transatlantico che era stato fatto colare a picco il 7 maggio 1945 da un sottomarino tedesco. Il nome della nave esatto Mauretania, era il nome del transatlantico gemello del Lusitania.
Nel proseguimento della descrizione Freud accenna al fatto che questo Verschreiben presenta una serie di “casualità” tra cui il fatto che la prima volta che la moglie era andata in Europa era stato subito dopo la morte della sua unica sorella. L’interpretante creatosi all’interno della mente dell’autore è influenzato dalle conoscenze e dalle esperienze del passato. Da un lato egli inconsciamente desidera la morte della moglie, dopo il litigio, e quindi le augura un viaggio su una nave che in realtà è affondata; dall’altro egli collega la “parentela” delle due navi con la parentela tra la moglie e la defunta sorella. In questo caso l’atto mancato si verifica durante la fase di creatività dell’individuo. L’autore, in seguito, realizza la gravità del pensiero inconscio e si rifiuta di spedire la lettera corretta.
3.2.2 Secondo esempio
Man kann es als Verdichtungsleistung infolge von Ungeduld deuten (vergl. das Versprechen: Der A p f e S.59) und wird diese Auffassung verteidigen dürfen, bis nicht etwa eine eingehende Analyse des Vorfalls ein stärkeres störendes Moment nachweisen hätte: »Hierzu paßt die Anektode« – schreibe ich einmal in mein Notizbuch. Natürlich meinte ich A n e k t o t e, und zwar von einem zu Tode verurteilten Zigeuner, der sich die Gnade erbat, selber der Baum zu wählen, auf den er gehängt werden soll. (Er fand trotz eifrigen Suchens keinen passenden Baum) (Freud 1901:109).
Può essere considerata come un’operazione di condensazione dovuta alla fretta (cfr. lapsus verbale: Der Apfe pagina 59) e questo parere dovrebbe esserne la giustificazione, fino a quando un’analisi più approfondita del fenomeno non dimostri un momento maggiormente disturbato: “qui ci va l’ Anektode” (aneddoto=anektote) – ho scritto una volta nel mio blocco note. Ovviamente intendevo Anektote (aneddoto), e quindi quello dello zingaro condannato a morte, che come grazia, chiese di scegliersi da solo l’albero a cui doveva esser impiccato. (Nonostante l’accanita ricerca non trovò nessun albero adatto).
In questo caso il Verschreiben non è dovuto all’influenza della semisfera o delle emozioni dell’autore. Come dice Freud, anche nel caso precedente del lapsus di lettura in cui anticipa la parola .l(mela) al posto di dire Affe(scimmia), questo atto mancato è dovuto alla condensazione di due concetti, all’anticipazione di un concetto.
Egli descrive infatti il caso in cui deve raccontare una filastrocca alla figlioletta, ma confonde le parole.
Ich beginne aber: Der … Dies scheint eine Kontamination von »Affe« und »Apfel« (Kompromißbildung) oder kann auch als Antizipation des vorbereiteten »Apfel« aufgefaßt werden (Freud 1901:59).
Invece inizio: l‘Apfe (mela)… questa sembra una contaminazione tra „Affe“ (scimmia) e „Apfel“ (mela) (costruzione di compromesso) o può essere giustificata come anticipazione della già preparata „Apfel“ (mela).
Questa operazione è dovuta alla fretta. In questo caso, durante il processo di traduzione dal linguaggio mentale al linguaggio scritto, si verifica un errore nell’atto della scrittura vero e proprio. L’interpretante e il testo mentale rappresentano correttamente quello che l’autore vuole effettivamente dire. La contaminazione, per usare le parole di Freud, avviene solo durante la produzione del metatesto.
3.2.3 Terzo esempio
L’ultimo esempio che verrà trattato in questa analisi tratta dei lapsus dei telegrafisti, considerati da Freud anch’essi come lapsus di scrittura.
Auch die Entstellungen in Telegrammen lassen sich gelegentlich als Verschreibungen des Telegraphisten Verstehen. In den Sommerferien trifft mich ein Telegramm meines Verlages, dessen Text mir unbegreiflich ist. Es lautet : „Vor r ä t e erhalten, Ein l a d u ng X. dringend.” Die Lösung des Rätsels geht von dem darin erwähnten Namen X aus. X ist doch der Autor, zu dessen Buch ich eine Einleitung schreiben soll. Aus dieser Einleitung ist die Einladung geworden. Dann darf ich mich aber erinnern, daß ich vor einigen Tagen eine Vorrede zu einem anderen Buch an den Verlag abgeschickt habe, deren Eintreffen mir also so bestätigt wird. Der richtige Test hat sehr wahrscheinlich so geheißen:
„Vorrede erhalten, Einleitung X. dringend.” Wir dürfen annehmen, daß er einer Bearbeitung durch den Hungerkomplex des Telegraphisten zum Opfer gefallen ist, wobei übrigens die beiden Hälften des Satzes in innigeren Zusammenhang gebracht wurden, als vom Absender beabsichtigt war.
Nebstbei ein schönes Beispiel von „sekundärer Bearbeitung”, wie sie in den meisten Träumen nachweisbar ist (Freud 1901: 113).
Anche le deformazioni dei telegrammi si possono considerare lapsus di scrittura. Durante le vacanze estive ricevo un telegramma del mio editore, il cui testo mi è incomprensibile. Esso dice: “Vorräte (provviste) ricevute. Invito X. Urgente.” La soluzione dell’enigma viene dal sopramenzionato nome X. X è anche l’autore del libro di cui io devo scrivere un’introduzione. L’invito è dovuto a questa introduzione. Quindi devo ricordarmi che io qualche giorno fa ho inviato una prefazione a un altro libro all’editore, la cui ricevuta mi sarà quindi confermata. Il testo corretto molto probabilmente deve esser stato così:
“Preambolo ricevuto, introduzione X. Urgente.” Possiamo supporre che il testo sia stato vittima dell’elaborazione del complesso di fame del telegrafista, in quanto egli abbia messo in relazione le due metà della frase più di quanto il mittente lo desiderasse.
Questo inoltre è un bell’esempio di “elaborazione secondaria” come avviene nella maggior parte dei sogni.
In questo caso il Verschreiben avviene, come nel caso precedente nel momento della traduzione verso il metatesto, il testo scritto, ma è influenzato sia dalla semisfera dell’autore che dalla disattenzione. La fame porta il telegrafista a non badare a quello che scrive e al senso di quello che scrive e la disattenzione lo porta a non ricontrollare quello che effettivamente ha inviato. Nel suo esempio Freud parla del concetto di elaborazione secondaria. Nella sua opera Die Traumdeutung (1900) egli descrive il fenomeno come processo di rimaneggiamento del sogno per cui si tende a eliminare le apparenti assurdità per presentarlo in una maniera il più possibilmente logica e coerente con eventuali aggiunte o trasposizioni. Esso costituisce una seconda fase del lavoro onirico in quanto opera su prodotti già elaborati dagli altri meccanismi. Questa è l’operazione che Freud ha dovuto effettuare per comprendere il telegramma. Il metatesto presentava un residuo talmente grande da rendere incomprensibile il messaggio che si voleva trasmettere.
4 – Conclusione
Quando nelle traduzioni l’originale contiene esempi basati su parole o frasi in una certa lingua (diversa o uguale a quella del proto testo), spesso il traduttore e/o l’editore non si rendono conto che tali parole chiave non vanno tradotte (se non, eventualmente, in nota come traduzioni di servizio).
L’analisi di questa tesi, se da un lato dimostra che Verlesen e Verschreiben sono frequenti per diverse ragioni e ricorrono nell’attività traduttiva, dall’altro mette in luce l’importanza di traduzioni filologiche non “abbellite”. Non sempre le versioni “belle” sono preferibili a quelle precise, anche quando il testo è di carattere non settoriale.
5 – Riferimenti bibliografici
Freud S. (1901), Zur Psychopathologie des Alltagslebens, Frankfurt am Main – Hamburg: Fischer Bücherei 1954.
Freud S. (1965), Sigmund Freud: Psicopatologia della vita quotidiana: edizione di riferimento, Torino: Bollati Boringhieri.
Freud S. (2010), Die Traumdeutung Anaconda, Köln copia anastatica dell’edizione Die Traumdeutung (1900) Leipzig, Wien Franz Deuticke.
Freud S. (1924), Gesammelte Schriften VII Vorlesungen zur Einführung in die Psychoanalyse, Wien-Leipzig-Zürich: Internationaler Psychoanalytischer Verlag.
Mattioli P. (2008): Itinerario di psicologia da Freud alla teoria dell’attaccamento. Le grandi scuole del pensiero spiegate ai più giovani, L’idea II Giornale di pensiero.
Sportelli S. (1981), Sartre e la psicanalisi, Bari: Dedalo Editore.
Osimo B. (2011), Manuale del traduttore: guida pratica con glossario terza edizione, Milano: Hoepli.
Osimo B. (2001), Propedeutica della traduzione: corso introduttivo con tavole sinottiche, Milano: Hoepli.
Riediger H. Dizionario on-line Term-minator, disponibile in internet all’indirizzo www.term-minator.it, consultato nel gennaio, febbraio 2012.
6 – Ringraziamenti
Ringrazio il prof. Bruno Osimo, il mio relatore, che mi ha seguito nello sviluppo di questa tesi e mi ha fornito gli spunti per realizzarla. Ringrazio mia sorella Lea, per avermi sostenuta, così come ringrazio i miei genitori. Per i momenti difficili e per quelli belli ringrazio le mie compagne di avventure: Elisa, Paola, Anna, Francesca e Miriam che mi sopportano. Ringrazio le mie amiche e i miei amici del paesello, che mi hanno regalato momenti di svago anche nei periodi più difficili, in particolare Gre, Kikka, Micio e Pittu. Ringrazio Tia, che si è occupato della grafica di questa tesi e che, soprattutto, mi sopporta. Infine grazie a chi è uscito dalla mia vita.