ora che cerco il sonno con un dito proteso verso la sua pelle
ricordo le tue mutande bianche senza orlo
ti fasciavano i fianchi senza finire in nulla
si sfilavano piano
ricordo il rumore delle tue risate –
pompavano di vita la mia vita
le ascoltavo di nascosto dietro il telefono, sul treno
ricordo te contare i corvi nella pianura riarsa dal caldo
promettermi piscine dove mai ci saremmo tuffati
per fare invidia alla signora anziana con la tagliaerba
ricordo gli aperitivi in piazza a Canterbury
restano solo quelli
e lo sguardo curioso delle signore appese alle tue parole