Revzin, Rozencvejg, Analisi e sintesi in traduzione

Analisi e sintesi

DANIA DALMONTE

Fondazione Milano Milano Lingue

Scuola Superiore per Mediatori Linguistici via Alex Visconti, 18 20151 MILANO

Relatore: professor Bruno Osimo Diploma in Mediazione Linguistica Ottobre 2011

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© I. I. Revzin, V. J. Rozencvejg: «Osnovy obŝego i mašinnogo perevoda» 1964 © Dania Dalmonte per l’edizione italiana 2011

Analisi e sintesi

Abstract in italiano

Con l’evoluzione del pensiero sovietico e l’analisi di concetti come «traducibilità» e «traduzione adeguata», lo studio della traduzione inizia ad assumere un carattere sempre più scientifico. È in questo periodo che si sviluppa l’opera di Rezvin e Rozencvejg, ancora attuale per i temi trattati. Il processo traduttivo che si articola in una fase di analisi e in una fase di sintesi, il linguaggio d’intermediazione, il senso come invariante della traduzione e il confronto tra differenti modelli di genesi del testo sono alcuni dei concetti su cui gli autori si concentrano, attraverso una teorizzazione che non sempre ha trovato consensi in occidente. Allo stesso modo sono analizzati i problemi che emergono attraverso la traduzione automatica, oggetto di particolare interesse negli anni Sessanta.

English abstract

As the Soviet thought evolved and the analysis of ideas as «translatability» and «adequate translation» were approached, translation studies started to have a more scientific nature. It’s in this period that we can set the work of Revzin and Rozencvejg, whose themes are still relevant today. The translation process, where we can highlight a phase of analysis and a phase of synthesis, the intermediate language, the sense as invariant information in the translation process and the comparison among different models of text genesis are just some of the ideas the authors focus on, through a theorization which didn’t always find consensus in Western Europe. In the same time also questions regarding machine translation, object of particular interest in the Sixties, are deeply analysed.

Абстракт на русском языке

Советское мышление эволюционировало, понятия как например переводимость или адекватный перевод были анализированы и исследования перевода началы иметь научный характер. В этот период мы можем ставить работу Ревзина и Розенцвейга, темы которых ещё очень актуальные. Процесс перевода, в котором являются два основных момента, анализ и синтез, язык‐посредник, смысл как инварянтная информация в переводе и сравнение между моделами порождения текста ‐ это некоторые темы рассматривающиеся авторами, через теоризацию, которую не всегда нашла согласия в Западном Европе. Кроме того, рассматриваются проблематики связанные с машинном переводом, предмет особого интереса в 60‐их годах.

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Sommario

1. Prefazione…………………………………………………………………………………….3 2. Analisi dei contenuti………………………………………………………………………6 3. Traduzione………………………………………………………………………………….14

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1. Prefazione

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La traduzione ha scopi diversi rispetto all’interpretariato.
La traduzione comprende l’interpretazione del significato di un prototesto di partenza e la successiva produzione di un nuovo testo, equivalente a quello di origine, in un’altra lingua (si parlerà in questo caso di metatesto di arrivo). La traduzione è quindi la trasposizione scritta di concetti da una lingua ad un’altra e si differenzia dall’interpretazione, dove il messaggio è veicolato oralmente.
Il traduttore mira a portare il testo dalla lingua di origine alla lingua di destinazione in maniera tale da mantenere il più possibile inalterato il significato e lo stile del testo. A causa delle differenze tra le lingue, spesso è difficile conservare tanto il senso esatto quanto lo stile della scrittura. Il traduttore si trova costretto a operare scelte che cambiano in funzione della natura del testo stesso e degli scopi che la traduzione si prefigge.
La traduzione automatica, in particolare, è un’area della scienza della traduzione e della linguistica computazionale, che si occupano rispettivamente dello studio del processo traduttivo e dell’analisi del funzionamento del linguaggio naturale. L’obiettivo è quello di trovare una mediazione tra il linguaggio umano, in continua evoluzione, e le capacità di comprensione della macchina.
La traduzione automatica studia la traduzione di testi da un linguaggio naturale a un altro tramite programmi informatici.
È proprio della traduzione meccanica e della traduzione in generale che si occupa l’opera Oсновы общего и машинного перевода (Fondamenti di traduzione generale e automatica), pubblicato nel 1964 da Isaak Iosifovič Revzin e Viktor Jul’evič Rozencvejg. L’oggetto della presente tesi sarà proprio la traduzione e l’analisi dei paragrafi 17, 18, 19, 20 e 21 del capitolo 3 dell’opera citata.
Entrambi gli autori, Revzin e Rozencvejg, sono riconducibili alla scuola di Tartu‐Mosca, di particolare interesse nell’ambito della semiotica e i cui principali esponenti sono Lotman, Uspenskij e Ivanov, per citarne alcuni; la scuola è caratterizzata da un interesse verso la semiotica della cultura e da

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un approccio scientifico alla traduzione, che ha però trovato non poche opposizioni, soprattutto quando si parla di traduzione artistica.
L’idea della traduzione automatica può essere fatta risalire già al diciassettesimo secolo, quando Cartesio aveva proposto un linguaggio universale, all’interno del quale idee equivalenti in lingue diverse corrisponderebbero a uno stesso simbolo.

Nel 1954 aveva invece avuto luogo il Georgetown experiment, che riguardava la traduzione automatica di oltre 60 frasi dal russo al tedesco; l’esperimento si era concluso con successo, garantendo finanziamenti fondamentali per la ricerca.

Il processo fu tuttavia molto più lento e deludente rispetto alle aspettative che si erano create: i finanziamenti si ridussero fortemente in seguito al rapporto ALPAC e fu chiaro che lo studio della traduzione automatica doveva essere elaborato diversamente.

L’interesse per la traduzione automatica è stato comunque particolarmente vivo soprattutto intorno agli anni 60, quando si predilige un approccio più scientifico alla traduzione, rispetto a quello precedente di stampo prettamente linguistico, la sostituzione di un testo in una lingua di partenza con un testo nella lingua di arrivo.

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2. Analisi dei contenuti

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Nel 1964 Jurij Lotman fonda a Tartu la scuola di semiotica di Tartu‐Mosca; tra gli esponenti di questa scuola possiamo citare ad esempio Boris Uspenskij, Vjačeslav Vsevolodovič Ivanov, Vladimir Toporov, Mikhail Gasparov, Alexander Piatigorsky, Isaak I. Revzin, Lesskis, Igor Grigorievitch Savostin e altri ancora. Sarà poi Torop a subentrare alla guida della scuola dopo la morte di Lotman. La scuola è conosciuta in particolare per aver stabilito un quadro teorico attorno alla semiotica della cultura, ma anche per la sua rivista Sign Systems Studies (in russo Труды по знаковым системам), pubblicata dalla Tartu University Press e la più antica rivista di semiotica del mondo (è stata fondata nel 1964).

Lotman, con gli altri esponenti della scuola di Tartu, intende inaugurare uno studio semiotico della cultura: l’obiettivo è quello di analizzare i fenomeni culturali attraverso il metodo semiotico. Da questo punto di vista è fondamentale il contributo dei formalisti russi, scuola di critica letteraria sviluppatasi tra il 1914 e 1915 a Mosca e San Pietroburgo, che aveva spostato l’attenzione sui meccanismi interni dei testi letterari: i formalisti rifiutavano metodi psicologici, sociologici o filosofici e non si soffermavano sui dati biografici dello scrittore, né sul contesto sociale dell’opera, ma tentavano di spiegare in termini tecnici i congegni testuali. I semiotici della cultura riprendono quindi il metodo con il quale i formalisti russi intendevano legare la ricerca ai dati testuali e decidono di studiare i meccanismi strutturali che caratterizzano i fenomeni culturali. Parlano della semiotica della cultura come di una “scienza della correlazione funzionale dei differenti sistemi segnici.”

Mentre in un primo periodo, negli anni ’60 e ’70, la scuola è quindi influenzata dal formalismo russo, dagli anni ‘80 invece il suo approccio può essere considerato sistemico, in relazione all’introduzione del concetto di semiosfera di Lotman.

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“Ad avere un ruolo primario non sarà allora questo o quel mattone, ma il ‘grande sistema’ chiamato semiosfera. La semiosfera è quello spazio semiotico al di fuori del quale non è possibile l’esistenza della semiosi”. (Lotman Ju. M., Uspenskij B. A., “Sul meccanismo semiotico della cultura”, 1970)

In particolare intorno agli anni ’60, anni di svolta per la traduzione, si sviluppa un approccio più scientifico alla traduzione, come anche un particolare interesse per la traduzione automatica; la traduzione non viene più affrontata da un punto di vista semplicemente linguistico, sollevando fin da un primo momento diverse critiche da parte degli occidentali, soprattutto per quanto riguarda i testi letterari, ed è probabilmente proprio per questo motivo che l’opera in questione non è ancora stata tradotta e pubblicata in occidente.

È in questo contesto che si sviluppa il lavoro degli studiosi Isaak Iosifovič Revzin e Viktor Jul’evič Rozencvejg, autori dell’opera da me analizzata, Oсновы общего и машинного перевода (Fondamenti di traduzione generale e automatica), pubblicata nel 1964; il libro si presenta come un manuale accademico diretto agli studenti dell’Università e raccoglie le nozioni di traduzione discusse dagli autori durante un ciclo di lezioni tenuto negli anni 1959‐61 e per molti aspetti innovative.

L’elemento da cui partire, secondo gli autori, è il linguaggio d’intermediazione, lingua “ponte” che permette di creare una rete di corrispondenze tra unità di senso elementari tra la cultura emittente e quella cultura ricevente. Per comprendere al meglio questo concetto può essere utile la nozione di “invariante”, elaborata da Revzin e Rozencvejg, analizzando ciò che hanno in comune i diversi tipi di traduzione, e poi ripresa anche dal bulgaro Ljudskanov.

“Questo elemento comune ricorre nel caso di trasformazioni di segni di un messaggio nella lingua emittente in segni di un altro codice, conservando un’informazione invariante. Considerando che tutte queste trasformazioni hanno come oggetto dei segni, le definiremo allora con il termine trasformazioni semiotiche”. (Ljudskanov, 1969, traduzione mia)

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Considerando la traduzione trasformazione di un messaggio, l’invariante si delinea come “ciò che resta immutato nel processo traduttivo”, e può essere fatta intuitivamente corrispondere al “senso”, che tuttavia non ha una corrispondenza unisemica con il frammento di realtà (referente) significato dal messaggio ed è quindi un elemento di difficile definizione. Di conseguenza è necessario distinguere messaggio, referente del messaggio e senso del messaggio. (Revzin I. I., Rozencvejg V. Ju. “Oсновы общего и машинного перевода”, 1964)

Qui, rispetto alla teoria tradizionale, l’invarianza di senso non è trattata come categoria assoluta, ma come invarianza in relazione al linguaggio di intermediazione creato e scelta in base alla funzione comunicativa del testo. Il linguaggio di intermediazione, che la traduzione automatica ha dimostrato essere qualcosa di più di un semplice concetto astratto, può essere considerato un esempio di linguaggio artificiale; la stessa traduzione automatica suggerisce l’esistenza di un linguaggio astratto, un linguaggio di intermediazione che può essere costruito come sistema univoco di significati astratti fissati univocamente o di significati puri, grammaticali o lessicali. Questo andrebbe a confermare l’ipotesi degli autori sull’esistenza del significato anche al di fuori di una lingua concreta.

“L’identificazione del significato degli elementi linguistici presuppone un sistema di riferimento comune. Questo sistema di riferimento, che può essere un linguaggio artificiale o naturale o verbale che rispecchia l’esperienza comune della realtà, verrà convenzionalmente chiamato «linguaggio d’intermediazione»” (Lûdskanov, 2008).

Partendo dal concetto di “linguaggio di intermediazione”, Revzin e Rozencvejg si concentrano sull’analisi del processo traduttivo, caratterizzato da una fase di analisi e da una fase di sintesi. Secondo lo stesso Torop, tra i più autorevoli semiotici, all’interno del processo traduttivo si distinguono le fasi di analisi e sintesi: la prima intesa come rivolta al prototesto, la seconda al lettore. Compito del traduttore è quindi quello di spostarsi dal sistema della lingua emittente al sistema della lingua ricevente; deve essenzialmente individuare elementi del discorso nella

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lingua emittente e collocarli in corrispondenza delle categorie del sistema della stessa lingua emittente e quindi alle categorie del linguaggio di intermediazione e deve in seguito passare da una serie di categorie del linguaggio di intermediazione alla lingua ricevente, costruendo un discorso. Il suo primo compito è la comprensione del testo, quindi la creazione di una corrispondenza tra il testo e la realtà. Obiettivo fondamentale della fase di analisi è individuare le unità della traduzione in cui si scompone l’informazione analizzata. Nel caso della traduzione meccanica l’individuazione delle unità della traduzione corrisponde all’eliminazione di determinate parti del testo dall’informazione registrata nella memoria della macchina. Il linguaggio di intermediazione è quindi una sorta di tappa intermedia nel processo traduttivo, che però si delinea diversamente nel caso delle cosiddette parole‐termine, termini con un significato tecnico determinato dal contesto: in questo caso la traduzione non si effettua attraverso il comune linguaggio di intermediazione, ma attraverso un particolare linguaggio di intermediazione che è il linguaggio di un dato settore della scienza. (Revzin I. I., Rozencvejg V. Ju. “Oсновы общего и машинного перевода”, 1964)

Solo di recente, con Jakobson, è stata evidenziata la distinzione di principio tra analisi (ascolto) e sintesi (enunciazione). Durante questo passaggio è fondamentale che il senso del messaggio resti invariato.
Gli autori ipotizzano l’esistenza di un analogo del linguaggio di intermediazione in qualsiasi traduzione, considerando la traduzione automatica come la modellizzazione di un processo che entra in atto durante l’apprendimento di una lingua reale.

È stata proprio la traduzione automatica a mettere in evidenza la necessità di un più chiaro approccio al problema dell’analisi del testo, attraverso la quale passiamo dalla forma al linguaggio di intermediazione (funzione o puro significato) e al problema della sintesi del testo, attraverso la quale ci spostiamo dal linguaggio di intermediazione alla forma.

Fondamentale per l’esame di analisi e sintesi e quindi per la traduzione è il concetto di “frase sensata”, che secondo la teoria della traduzione è la

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frase traducibile, e che costituisce anche il concetto di partenza nella costruzione dei modelli di genesi del testo.
Importante in quest’ambito è stato il lavoro di Homskij, che si caratterizza per la ricerca delle strutture innate del linguaggio naturale e per la ricerca di un sistema di regole semplice e in grado di produrre un numero di frasi sensate più elevato possibile.

Il grande obiettivo che Homski si pone è in sostanza quello di costruire una teoria generale della struttura linguistica, concepita come dispositivo o insieme di regole che presiedono alla produzione e ripetizione indefinita di frasi all’interno di una lingua.

Per quanto riguarda il primo modello elaborato da Homsky, egli suppone di avere una struttura meccanica in grado di produrre un numero infinito di stati; in seguito al passaggio da un ipotetico stato Si ad uno Sk viene emessa una parola. Suppone poi che tutte le coppie di stati siano state fissate e che il meccanismo attraversi una serie di stati collegati da S0 a Sn. Definisce qualsiasi concatenazione di parole ottenuta da questa operazione “frase”, e ogni serie di frasi “linguaggio con un numero finito di stati”. Tuttavia da uno stato il meccanismo può in realtà tornare anche allo stato di partenza, producendo una parola, e in questo caso, da una serie finita di stati potremmo generare un numero infinito di frasi. L’ipotesi degli autori è quella che esista un legame preciso tra la struttura statistica e semantico ‐ grammaticale del testo. (Homskij)

Nonostante la semplicità e chiarezza di tale meccanismo, che rappresenta il modello più semplice di grammatica, Homskij ha approfondito il suo studio elaborando un modello di genesi più complesso, utilizzando il metodo dei costituenti immediati (in ogni frase il sintagma verbale e il sintagma nominale). Partendo dal concetto di configurazione di base (lo scheletro della proposizione, soggetto e predicato) e di configurazione secondaria, Homskij costituisce un modello generativo per cui partendo da un simbolo Z0, questo è sostituito da una configurazione di base, come poi tutti gli elementi della proposizione; in un secondo momento sono applicate le regole volte a sostituire i simboli delle classi con le singole

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parole. La serie ottenuta dalle trasformazioni sopra citate sarà definita “derivazione”, mentre l’insieme delle frasi cosi generate è definito “terminal language”.
“If a string is the last line of a terminated derivation, we say that is a terminal string. […]

A set of strings is called a terminal language if it’s the set of terminal strings for some grammar [Σ, F]. Thus each such grammar defines some terminal language, and each terminal language is produced by some grammar of the form [Σ, F].” (Homskij, Syntactic structures)

Sulla base dei costituenti immediati Homskij ha elaborato una sintesi della teoria della generazione, ipotizzando che oltre al nucleo della lingua, ovvero tutte quelle frasi ottenute dalle configurazioni di base, esistano anche altre frasi ottenute mediante determinate trasformazioni. In questo modo la generazione non sarebbe altro che lo sviluppo della configurazione, la sostituzione di simboli con parole. La trasformazione può essere vista come una traduzionr7e all’interno della lingua stessa, ma

“La differenza tra la trasformazione e la traduzione intralinguistica consiste nel fatto che, al momento della trasformazione, non ci scontriamo con una diversa categorizzazione della realtà.” (1964, traduzione mia)
Tesnière, tra i maggiori linguisti francesi, ha proposto un’interessante classificazione delle trasformazioni, distinguendo essenzialmente trasformazioni di primo livello (trasformazione dell’elemento della proposizione nella parola di un’altra categoria, ad esempio trasformazione dell’aggettivo, dell’avverbio o del verbo in sostantivo) e di secondo livello (trasformazione che coinvolge tutta la proposizione, come la trasformazione della proposizione indipendente in subordinata).

Se due stesse trasformazioni portano a una stessa serie di simboli, questa sarà definita omonimo costruttivo, mentre parleremo di sinonimia grammaticale nel caso in cui due diverse costruzioni grammaticali hanno lo stesso significato.

Tuttavia, tra le frasi del nucleo non è possibile trovare due frasi contenenti sinonimi grammaticali poiché come è già stato spiegato le frasi del nucleo

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sono generate senza alcuna trasformazione. (Revzin I. I., Rozencvejg V. Ju. “Oсновы общего и машинного перевода”, 1964)
Tuttavia, analizzando le problematiche che emergono dalla traduzione meccanica, gli autori stessi smentiscono la possibilità di un’esauriente, completa ed efficace trasformazione automatica senza il contributo umano, poiché il dizionario non può prevedere la corretta interpretazione della stessa parola in situazioni diverse e descrivono processo traduttivo essenzialmente come un processo di trasformazione semiotica.

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Riferimenti bibliografici

Homskij N. Синтаксические структуры, Сб. «Новое в лингвистике», 1962 Kovalev V. : Dizionario russo‐italiano italiano‐russo, 2000

Lotman Û. : «Iskusstvoznanie i točnye metody v sovremennyh zarubežnyh issledovaniâh, in Semiotika i iskusstvometriâ» , 1970

Lotman Û. , Uspenskij B. A., “Sul meccanismo semiotico della cultura”, 1972
Lûdskanov A. : Un approccio semiotico alla traduzione. Dalla prospettiva informatica alla scienza

traduttiva, a cura di B. Osimo, 2008
Lûdskanov A. : Traduzione umana e automatica, 1967

Revzin I. I. , V. J. Rozencvejg: «Osnovy obŝego i mašinnogo perevoda» 1964 Svedova O. : Dizionario monolingua di russo, 2009

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3. Traduzione

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§ 17 Разложение процесса перевода на два основных этапа

Изложенная в § 13 схема No 4 описывает процесс перевода слишком обще. Поэтому мы воспроизведем ее основную часть здесь еще раз с выделением двух этапов, которые особенно важны для исследования перевода.

Рассмотрим теперь этот процесс с точки зрения переводчика, переходящего от системы ИЯ к системе ПЯ. Его работа распадается на две части: 1) он должен выделить какие‐то элементы сообщения на ИЯ и поставить их в соотвествие с категориями системы ИЯ и далее с категорями языка‐посредника (этот процесс соотвествует пониманию некоторого текста на некотором языке)
2) он должен из заданного набора категорий языка‐посредника перейти к ПЯ и сконструировать на ПЯ некоторое сообщение (этот процесс соотвествует, например, говорению на некотором языке).

17. Scomposizione del processo traduttivo in due fasi principali

Lo schema 4 rappresentato nel paragrafo 13 descrive il processo traduttivo in modo troppo generico. Per questo motivo ne riprodurremo qui le parti principali distinguendo due fasi, particolarmente importanti per l’analisi della traduzione.

Consideriamo ora questo processo dal punto di vista del traduttore, che si sposta dal sistema della lingua emittente al sistema della lingua ricevente. Il suo lavoro si divide in due parti:

1) deve individuare alcuni elementi del discorso nella lingua emittente, associarli alle categorie del sistema della stessa lingua emittente e quindi alle categorie del linguaggio d’intermediazione (questo procedimento corrisponde alla comprensione di un testo in una lingua)
2) deve passare da una serie prestabilita di categorie del linguaggio d’intermediazione alla lingua ricevente e costruire nella lingua ricevente un discorso (questo processo

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Различение анализа и синтеза имеет большое общелингвистическое значение. Оказывается, что задачи и трудности, возникающие при анализе текста, в корне отличаются от задач синтеза. Обычно языковеды‐теоретики, не расченяя процесс перевода на составные части, проходили мимо этих вопросов. Лишь в последнее время было указано на принципальное различие слушания (анализ) и говорения (синтез) (Jakobson, 1956). Между тем, наш замечательный языковед Л.В.Щерба (ср. § 8), правда, в совершенно другой связи (в связи с методикой преподавания иностранных языков) указывал на принципальное различие в построении грамматики в зависимости от того, направлена ли она на активное овладение языком («синтез» в наших терминах) или на пассивное («анализ»).
Здесь необходимо одно разъяснение. Известно, что термин «фрамматика» употребляется в двух значениях: 1) грамматический строй языка и 2) опиcание грамматического строя языка. Одноко мы не всегда замечаем, что сложившееся словоупотребление ведет к абсолютизаций понятия , «грамматика». Отсюда один шаг к широко распространенному убеждению, что только одна «грамматика», в смысле описания грамматического строя может считаться научной. Этим объясняются и претензии различных школ и направлений в языкознании на формулировку единственно верных и единственно научных методов описания языка.
Между тем, описание системы языка целиком зависит от практических целей, которые ставит перед собой исследователь , и научность выдвигаемых принципов может оцениваться лишь с точки зрения правильности поставленной задачи и степени приближения к намеченной цели.

corrisponde ad esempio al parlare in una lingua).
La distinzione di analisi e sintesi ha una grande importanza in linguistica generale. I problemi e le difficoltà che sorgono durante l’analisi del testo si distinguono all’origine dai problemi della sintesi. Solitamente i teorici della lingua, non scomponendo il processo traduttivo in parti costitutive, non hanno affrontato questi problemi. Solo di recente è stata evidenziata la distinzione di principio tra ascolto (analisi) e parlare (sintesi) (Jakobson, 1956) .

Intanto, l’eminente linguista L. V. Ŝerba , in relazione però al metodo di insegnamento delle lingue straniere, ha segnalato la distinzione di principio nella costruzione della grammatica a seconda che questa fosse diretta all’assimilazione attiva della lingua («sintesi» nella nostra terminologia) o passiva («analisi»).

Qui è necessario un chiarimento. È noto che il termine «grammatica» viene utilizzato con due diverse accezioni: 1) struttura grammaticale di una lingua e 2) descrizione della struttura grammaticale di una lingua. Tuttavia, non sempre notiamo che l’uso del lessico che si è andato a creare porta all’assolutizzazione del concetto di «grammatica». Questo è un passo verso la convinzione ampiamente diffusa che la sola «grammatica», nel suo significato di descrizione della struttura grammaticale, possa essere considerata scientifica. Con questo si spiegano sia le pretese delle diverse scuole, sia le tendenze nella linguistica a formulare metodi di descrizione della lingua esclusivamente certi e scientifici.

Peraltro, la descrizione del sistema linguistico dipende interamente da obiettivi pratici che lo studioso si pone e la scientificità dei principi elaborati può essere valutata solo dal punto di vista della correttezza deicompiti stabiliti e dal grado di avvicinamento agli scopi prefissati.

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Серьезным аргументом против разделения анализа и синтеза, пассивного и активного аспекта мог бы быть следующий. Пассивная грамматика препологает переход «от формы к чистому значению», активная ‐ «от чистого значения к форме выражения». Поскольку «оголение мысли», «существование без языка» невозможно, то и подобный переход не может быть осуществлен. Здесь надо иметь в виду следующее. Под языком можно понимать всякую систему знаков, служащих для фиксирования мысли, тогда «существование мысли без языка», разумеется, невозможно. Но термин «язык» принято употреблять и для называния «совокупности конкретных средств общения людей данной страны», это ‐ конкретный язык (русский, англиский, немецкий и т. п.). Существование значения (или элементарной смысловой единицы) вне такого конкретного языка теоретически вполне допустимое предположение. В самом деле, можно преположить, что значение фиксируется в некотором искусственном языке, где осуществляется взаимооднозначное соотвествие между обозначающим и обозначаемый и где в силу последнего соображения можно говорить и о «чистом значении». Такого типа искусственным языком может явиться, например, язык‐посредник, о котором мы говорили в § 10. Машинний перевод показывает, что язык‐посредник ‐ это нечто большее, чем полезная абстракция.
Машинний перевод как раз препологает наличие некоторого абстрактного языка, который и подвергается обработке в машинной профрамме. Такой «язык‐ посредник» (вне зависимости от того, с какого количества конкретных языков может быть осушествлен на него перевод) может строиться как система односначно фиксированных абстрактных значений или, если угодно, чистих значений (как

Potrebbero essere sollevate solide argomentazioni contro la separazione di analisi e sintesi e di aspetto attivo e passivo. La grammatica passiva propone il passaggio “dalla forma al significato puro” , quella attiva “dal significato puro alla forma espressiva”. Poiché non è possibile “denudare i pensieri” e non può esistere “il pensiero senza la lingua”, un simile passaggio non può essere effettuato. È ora necessario tenere in considerazione quanto segue. Per linguaggio si può intendere qualsiasi sistema di segni, usato per fissare i pensieri, quindi l’ “esistenza dei pensieri senza la lingua”, certamente, non è possibile. Ma il termine «lingua» è anche utilizzato come denominazione di “insieme di mezzi concreti di dialogo tra le persone di un dato paese”: questa è la lingua concreta ( russo, inglese, tedesco e cosi via). L’esistenza del significato (o di unità di senso elementari) al di fuori di una determinata lingua concreta è, in sede teorica, un’ipotesi del tutto ammissibile. In effetti si potrebbe affermare che il significato viene fissato in un linguaggio artificiale, dove si realizza una corrispondenza biunivoca tra segno e oggetto e dove, data quest’ultima considerazione, si può parlare anche di « significato puro ». Un tale tipo di linguaggio artificiale può essere, ad esempio, il linguaggio d’intermediazione di cui abbiamo parlato nel paragrafo 10. La traduzione automatica mostra che il linguaggio d’intermediazione è qualcosa di più che un concetto astratto.
La traduzione automatica suggerisce l’esistenza di un linguaggio astratto, esposto a un’elaborazione all’interno del programma automatico. Tale «linguaggio d’intermediazione» (che non dipende dalla quantità di lingue concrete verso le quali può essere effettuata la traduzione) può essere costruito come sistema di significati astratti fissati univocamente o, se si desidera, di significati puri (grammaticali come anche lessicali).

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грамматических, так и лексических). Если считать машинний перевод моделированием некоторого процесса, происходящего пpи обучении языку человека, и вообще согласиться с возможностью кибернетических аналогий, то вполне оправдано наше предположение о существовании аналога такого языка‐посредника при любом переводе.

В машинном переводе преположение о наличии системы «чистых значений» подвердгается в настоящее время экспериментальной проверке.

Заметим также, что именно машинний перевод показал необходимость раздельного подхода к проблеме анализа текста, при котором фактически мы идем от формы к языку‐посреднику, т.е. к функции или чистому значению (пассивная грамматика Л. В. Щербы) и к проблеме синтеза текста, при котором мы фактически идем от языка‐посредника, т. е. от функции или чистого значения к форме (активная грамматика Л. В. Щербы).

Когда мы говорим, что процесс общения распадается на два этапа, анализ и синтез, то это не озночает, что между ними нет взаимосвязи и взаимодействия, или, более того, что они в равной мере составляют акт коммуникации. Исходным при описании последнего, в особенности, когда имеет место общение посредством перевода, должно быть рассмотрение синтеза (порождения сообщений). Это тем более целесообразно, что анализ (распознавание единиц сообщения) может быть описан как процесс обратный по отношению к ситесу, т. е. как процесс воззтановления способов его порождения.

Se si considera la traduzione automatica modellizzazione di un processo che si attua durante l’apprendimento di una lingua reale e se in generale conveniamo sulla possibilità di analogie cibernetiche, si giustifica appieno la nostra ipotesi sull’esistenza di un analogo di un tale linguaggio di intermediazione in qualsiasi traduzione.

Nella traduzione automatica, l’ipotesi dell’esistenza di un sistema
di «significati puri» , è ora sottoposta a verifiche sperimentali.

Osserviamo anche che proprio la traduzione automatica ha mostrato la necessità di un chiaro approccio al problema dell’analisi del testo, con la quale di fatto passiamo dalla forma al linguaggio d’intermediazione, cioè alla funzione o al significato puro (la grammatica attiva di L.V. Ŝerba) e al problema della sintesi del testo, nel quale di fatto ci spostiamo dal linguaggio d’intermediazione, cioè dalla funzione o dal significato puro alla forma (la grammatica attiva di L.V. Ŝerba) . Quando diciamo che il processo del dialogo si divide in due fasi, analisi e sintesi, questo non significa che tra esse non ci siano interdipendenza e interazione, o che diano vita in egual misura all’atto comunicativo. Punto di partenza nella descrizione dell’atto comunicativo, in particolare quando questo ha luogo per mezzo di una traduzione, deve essere lo studio della sintesi (genesi del discorso). È più opportuno che l’analisi (identificazione degli elementi del discorso) venga descritta come processo reciproco rispetto alla sintesi, cioè come processo di ricostruzione delle modalità della sua genesi.

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§ 18. Модели порождения текста
В этом параграфе мы хотим кратко изложить основные идеи связанные с построением моделей порождения текста1. Исходным понятием при построении таких моделей служит понятие осмысленной или, как говорят, «отмеченной» фразы, причем это понятие полагается интуитивно понятным и не определяется. Полагается также, что множество осмысленных фраз данного языка задано (Ревзин, 1962, стр. 60‐61). Для теории перевода осмысленными являются те сообщения, которые подлежат переводу.
Итак, пусть задано множество осмысленных фраз. Был поставлен следующий важный вопрос (Хомский, стр. 422, 1962): какова должна быть система правил, чтобы:
1) ее применением можно было получить как можно больше осмысленных фраз,
2) ее применением мы не могли произвести ни одной неосмысленной фразы и
3) она была достаточно простой.
В связи с этим, может встать вопрос о сравнении различных произвольно конструирыемых систем между собой, а именно, если одна система производит больше осмысленных фраз, чем другая, то ее можно считать более «сильной», с другой стороны, если одна система содержить меньше правил, чем другая, то ее можно считать более простой. Построению таких формальных грамматических систем, или грамматических моделей и их сравнению между собой посвящена замечательная работа Н. Хомского «Синтаксические структуры». Кратко идея первой модели Хомского сводится к следующему:
Пусть у нас имеется некоторое механическое устройство, которое может принимать конечное число состояний: С1, С2…Сn.

18. Modelli di genesi del testo
In questo paragrafo esporremo brevemente i concetti di base legati alla struttura dei modelli di genesi del testo1. Il concetto di “frase sensata” o, come si dice, “marcata”, costituisce la nozione di partenza nella costruzione di tali modelli e, nello stesso tempo, si affida alla comprensione intuitiva e non viene definito. Si presume inoltre che la quantità delle frasi sensate di una lingua sia data (Revzin, 1962:60‐61). Nella teoria della traduzione sono dotati di senso i messaggi traducibili. Quindi, supponiamo ci sia dato un gran numero di frasi sensate.
È stata posta la seguente importante questione ( Homskij:422, 1962) : quale dovrebbe essere il sistema di regole affinché: 1) la sua applicazione possa produrre quante più frasi sensate possibile,
2) la sua applicazione non sia possibile in frasi prive di senso e
3) sia abbastanza semplice.
In relazione a questo può essere sollevata la questione del confronto tra i diversi sistemi costruiti arbitrariamente, vale a dire se da un sistema derivano più frasi sensate che da un altro, questo potrà allora essere considerato più “forte” e, d’altra parte, se un sistema contiene meno regole di un altro, potrà essere considerato più semplice.
Alla costruzione di tali sistemi grammaticali formali, o modelli grammaticali, e al confronto tra gli stessi, è dedicato lo straordinario lavoro di N. Homskij «Strutture sintattiche». Sinteticamente, l’idea del primo modello di Homskij consiste in questo: Supponiamo di avere una struttura meccanica in grado di produrre un numero finito di stati: S1, S2, Sn.

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Одно из этих состояний, например С0, является начальным состоянием, и одно из этих состояний, например Сn является конечным. Пусть переход из некоторого состояния Сi в некоторое состояние Ск сопровождается выдачей некоторого слова. Пусть зафиксированы все такие пары состояний, которые назовем связанными. Пусть теперь устройство проходит ряд цвязанных состояний от Со к Сn. Любую цепочку слов. полученную при такой операций, назовем фразой. Каждий набор фраз, произведенный некоторым устройством описанного вида, назовем языком с конечным чслом состояний, например, набор фраз the man comes “человек приходит” и the men come “люди приходят” может быть произведен следующим устройством, принимающим пять состояний:

При переходе из С0 (начальное состояние) в С1 производится «пустое слово», при переходе из С1 в С2 производится слово the, из С2 устройство может перейти в два разных состояния С3 и С4, в первом случае производится слово man, во втором men, при переходе из С3 в С5 производится слово comes и при переходе из С4 в С5 слово come. С5 ‐ конечное состояние.
Из этого примера можно сделать заключение, что язык с конечным числом состояний должен состоять только из конечного числа фраз.

Uno di questi stati, ad esempio S0, è lo stato di partenza e un altro, ad esempio Sn, è quello finale. Supponiamo che il passaggio dallo stato Si a uno stato Sk sia seguito dall’emissione di una parola. Supponiamo che tutte queste coppie di stati, che definiremo legati, siano state fissate. Supponiamo ora che il meccanismo passi attraverso una serie di stati collegati da S0 a Sn. Qualsiasi serie di parole, ottenuta durante questa operazione, sarà definita frase. Ogni serie di frasi, prodotta da un meccanismo del tipo descritto, sarà chiamata linguaggio con un numero finito di stati, ad esempio, la serie di frasi the man comes, “ l’uomo sta arrivando” e the men come, “gli uomini stanno arrivando”, possono essere prodotte dal seguente meccanismo, il quale comprende cinque stati:

Durante il passaggio da S0 (stato di partenza) a S1 si produce una “parola vuota”, durante il passaggio da S1 a S2 è prodotta la parola the, da S2 la struttura può spostarsi verso due diversi stati, S3 e S4, nel primo caso producendo la parola man, e nel secondo caso men, durante il passaggio da E3 a E5 è prodotta la parola comes e durante il passaggio da S4 a S5 la parola come. S5 è lo stato finale.

Partendo da questo esempio è possibile concludere che un linguaggio con un numero finito di stati deve essere costituito solo da un numero finito di frasi.

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На самом деле это не так. Ведь из некоторого состояния устройство может вернуться в то же самое состояние, производя некоторое слово; пусть, например, устройство может переходить из С2 не только в С3 и С4, но и в С2, производя при этом слово old (старый, старые). Изобразим это на схеме стрелкой, выходящей из С2 и слова возвращающейся в С2:

Тогда язык будет состоять из бесконечного набора фраз вида:
the man comes, the old man comes, the old…old…old…man comes…
Схема кажется достаточно простой и удобной, т. к. конечный набор состояний дает возможность производить бесконечное множество фраз. Между тем оказалось, что эта схема, с одной стороны, обладает очень слабой объяснительной способностью, т. е. мало содействует пониманию процесса порождения фраз человеком, а с другой стороны, может быть заменена более общей моделью, частным случаем которой и является язык с конечным числом состояний (Хомский, стр. 422‐430; Ревзин, 1962, стр. 139). Ниже мы рассмотрим более сильный порождающий процесс. Однако прежде следует ометить следующее важное достоинство рассматриваемой схемы: она позволяет применить к анализу языка аппарат теории информации (§ 12).

Ma in effetti non è proprio cosi. Poiché da uno stato il meccanismo può tornare allo stesso stato, producendo una parola; supponiamo, per esempio, che la struttura possa passare da S2 non solo a S3 e S4, ma anche a S2, generando la parola old [vecchio, vecchi]. Rappresentiamo questa situazione nello schema, con una freccia che parte da S2 e torna allo stesso S2.

In questo caso la lingua sarà costituita da una serie infinita di frasi come:
the man comes, the old man comes, the old…old…old…man comes…

Lo schema appare abbastanza semplice e comodo, poiché una serie finita di stati dà la possibilità di generare un numero infinito di frasi. È stato però dimostrato che questo schema, da un lato, possiede scarse capacità esplicative, cioè non contribuisce significativamente alla comprensione del processo di genesi delle frasi dell’uomo, ma dall’altro può essere sostituito da un modello più generale, il cui caso specifico è il linguaggio con un numero finito di stati (Homskij:422‐430; Revzin 1962:139).

Più avanti analizzeremo in modo più approfondito il processo di genesi. Tuttavia è prima necessario notare il merito importante dello schema considerato: esso permette di applicare all’analisi della lingua l’apparato della teoria dell’informazione (paragrafo 12).

22

В теории информации уже рассматривались схемы, подобный схеме порождения языка с конечным числом состояний, с той только модификацей, что каждому переходу Сi → Ck приписывалась известная вероятность Рik (Эшби, гл. 9, 1959).
Вернемся к процессу порождения, приведенному в начале параграфа, только дабавим еще переходы:

C1 → C6 с выдачей слова

this “этот”

these “эти” woman

women

comes “идет”


с выдачей пустого слова

C8 → C0 “
Общая схема будет иметь вид:

C1 → C7
C6 → C10 “женщина” C7 → C9 “женщины” C10 → C5 C9 → C8

“ “

come “идут”

Для случаев, когда из данного состояний Сi мы переходим в одно и только одно состаяние Ск, соотвествующая вероятность Pik = 1. Для остальных случаев мы можем определить частоту, исследуя на достаточно длинном тексте, сколько раз встречатеся:

Nell’ambito della teoria dell’informazione sono già stati esaminati schemi simili a quello della genesi del linguaggio con un numero finito di stati, con una solo modifica, ovvero che ad ogni passaggio da S1 → Sk veniva registrata la probabilità nota Pik (Ashby, capitolo 9, 1959).
Torniamo ora al processo di genesi di cui abbiamo parlato all’inizio del paragrafo, aggiungendo però alcuni passaggi:

S1 → S6 produzione parola

S1→ S7
‘questi’
S6→S10
‘donna’
S7→S9
‘donne’
S10→S5
S9→S8
‘arrivano’
S5→S0 “

this ‘questo’ these

woman women

comes ‘arriva’ come

“ “

con produzione di una parola vuota S8→S0 “

Lo schema generale avrà quest’aspetto:

Nei casi in cui, da un dato stato S1, è possibile spostarsi solo verso lo stato Sk, la corrispondente probabilità sarà Pik = 1. Nel resto dei casi possiamo determinare la frequenza, analizzando in un testo sufficientemente lungo quante volte si incontra:

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а) после this слова woman и man
б) после these слова women и men
в) после the слова woman, women, man и men
Г) в начале (после «пустого слова») слово this.

Проведенный анализ (правда, на небольшом материале) показал, что, по‐ видимому:

P1.2 (the) > P1.6 (this) > P1.7 (these) P6.10 (woman) ≈ P6.3 (man)
P7.4 (men) ≈ P7.9 (women)

Эти результаты, очевидно, не случайны. Можно высказать предположение, что если в языке с конечным чслом состояний два слвоа принадлежат к одному грамматическому классу и одному семантическому классу, то условная вероятнность появления (после любого данного слова) одного из них приблизительно равна условной вероятности появления другого. Возможно, что в языках с конечным числом состояний имеет место и обратное, т. е. из того, что условная вероятность появления одного слова (после любого данного) приблизительно равна условной вероятности появления другого, следует их принадлежность к одному грамматическому и одному семантическому классу.

Это предположение не опровергается тем, что вероятность появления man (человек) после the равна вероятность появления (люди), хотя они и принадлежат к разным грамматическими классам. Ведь после this (этот) вероятность появления man есть некоторое положительное число, в то времия как вероятность появления men (люди) практически равна нулю.

То, что, по‐видимому, существует определенная связь между статистической и грамматико‐ семантической структурой текста,

a)dopo this la parola woman e man
b)dopo these la parola women e men
c)dopo the la parola woman, women, man e men
d)all’inizio (dopo la “parola vuota”) il termine this.

L’analisi condotta (a dire la verità su una quantità di materiale abbastanza limitato) ha mostrato che, evidentemente:

P1.2 (the) > P1.6 (this) > P1.7 (these) P6.10 (woman) ≈ P6.3 (man)
P7.4 (men) ≈ P7.9 (women)

Questi risultati, certo, non sono casuali. È possibile formulare un’ipotesi: se all’interno di un linguaggio con un numero finito di stati due parole appartengono a una stessa classe grammaticale e a un’area semantica, allora convenzionalmente la probabilità della comparsa (dopo qualsiasi parola data) di una di esse è approssimativamente pari alla probabilità di comparsa dell’altra.
È possibile che nei linguaggi con un numero finito di stati si verifichi anche il reciproco, cioè a parità di probabilità di occorrenza di due parole, le due parole appartengono alla stessa classe grammaticale e semantica. Questa ipotesi è smentita dal fatto che la probabilità della comparsa della parola man [persona] dopo the è pari alla probabilità della comparsa di men [persone], nonostante questi termini appartengano a classi grammaticali diverse. Eppure, dopo this [questo] la probabilità di comparsa della parola man è un numero positivo, mentre la probabilità di comparsa della parola men [persone] è praticamente pari a zero.
Il fatto che, apparentemente, esista un legame preciso tra la struttura statistica e semantico‐grammaticale del testo è verosimile anche in forza delle considerazioni che seguono.

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правдоподобно и в силу следующих соображений.
В теории информации показывается следующий факт: чем свободнее возможность связывать между собой отдельные элементы кода, тем меньше избыточность (см. § 12). Если бы язык был устроен так, что в нем избыточность равнялась нулю, то любая фраза в нем была бы осмыслена, а схема порождения должна была бы строиться так, что из любого состояния возможен с одинаковой вероятностью переход в остальные. Наоборот. чем больше ограничений наложено на порядок следования элементов, тем больше избыточность кода.

Наличие в языке целого ряда рязличных классов слов и обусловленное этим сложное структурное строение языка, наличие специфически лингвистической грамматики объясняется, по‐видимому, необходимостью в большой избыточной информации. По самим условям речевого общение язык немыслим как оптимальный код, т. к. он должен обладать очень большой помехоустойчивостью.

В этой связи интересно следующее замечание Ингве: «Порядок и беспорядок в известной мере дополняют друг друга. Статистическая независимость преполагает отсутствие структуры, а любые отклонения от равновероятного исхода (any deviation of randomness) могут рассматриваься как‐показатель структурности» (Yngve, 1956, стр. 106). Для подобных исследований схема порождения с конечным числом состояний чрезвычайно полезна, т. к. она представляет собой наиболее простую модель грамматики. С другой стороны, интересно разобрать более сложные модели порождения, которые лучше отражают свойства реальных языков.

Nella teoria dell’informazione viene mostrato il seguente fatto: più libera è la possibilità di legare tra loro i singoli elementi del codice, minore sarà la ridondanza (paragrafo 12). Se la lingua fosse costruita in modo che al suo interno la ridondanza fosse pari a zero, allora qualsiasi frase al suo interno sarebbe sensata, mentre lo schema della genesi dovrebbe essere costruito affinché da qualsiasi stato fosse possibile, con una uguale probabilità, il passaggio verso quelli rimanenti. Al contrario, quante più limitazioni sono poste sull’ordine di successione degli elementi, maggiore sarà la ridondanza del codice.

L’esistenza all’interno della lingua di una serie di differenti classi di parole, la complessa struttura della lingua da ciò condizionata e l’esistenza di una grammatica specificatamente linguistica si spiegano apparentemente con la necessità di una grande ridondanza di informazioni. Secondo le condizioni stesse della comunicazione discorsuale, la lingua non può essere considerata un codice ottimale, poiché deve possedere una considerevole resistenza alle interferenze.

A riguardo è interessante notare l’osservazione di Yngve: “Ordine e disordine, in una certa misura, si completano a vicenda. L’indipendenza statistica presuppone l’assenza di struttura, e qualsiasi deviazione da un esito prevedibile (any deviation of randomness) può essere considerata come indice di strutturalità” (Yngve:106, 1956).
Per simili ricerche, lo schema della genesi con un numero finito di stati è particolarmente utile, poiché rappresenta il più semplice modello di grammatica. D’altro canto, è interessante prendere in esame modelli di genesi più complessi, i quali meglio riflettono le proprietà reali delle lingue.

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Используя метод анализа по непосредственно состасляющим (НП)2, Н. Хомский построил порождающий процесс, который гораздо больше соотвествует лингвистической интуиции, а главное, оказывается гораздо более сильным, чем рассмотренный ранее (Ревзин, 1962, стр. 139).
Мы изложим основные идеи этого метода порождения, используя понятие конфигуразии, принятое в нашей литературе. Мы будем называть конфигурацией:
а) последовательность грамматических классов, соотвествующих костяку предложения, т. е. классов, соотвествующих субъекту и предикату (такую конфигурацию назовем базисной); б) последовательность грамматических классов, выполняющих ту же роль, что и один класс (такую конфигурацию назовем небазисной).
То, что мы рассматриваем не цепочки слов, например, “человек пришел, большой человек, очень большой, пришел домой и т. п., а цепочки соотвествующих классов, связано с необходимостью сократить число правил вывода. Так, цепочку нарече + прилагательное м. рода, ед. числа, им. падежа можно в дальнейшем заметить очень большим числом сочетаний, например

очень хороший
очень плохой
весьма посредцтвенный довольно примитивный и т. п.

Порождение осмысленной фразы можно представить себе следующим образом. Имеется исходный симбол Z0. Этот симбол заменяется какой‐то базисной конфигурацией. Далее, каждый из элементов конфигурации, в свою очередь, заменяется конфигурацией и т.д.

Utilizzando il metodo di analisi dei costituenti immediati2, N. Homskij ha costruito un processo generativo che corrisponde in misura maggiore all’intuizione linguistica, e la cosa più importante è che si dimostra di gran lunga più forte di quello analizzato prima (Revzin:139, 1962).

Esporremo le idee fondamentali di questo metodo di genesi, utilizzando il concetto di configurazione, accettato nella letteratura. Definiremo come configurazione:

a) la sequenza di categorie grammaticali, che corrispondono allo scheletro della proposizione, cioè le classi che corrispondono a soggetto e predicato (tale configurazione sarà definita di base);

b) la sequenza di categorie grammaticali che assolvono lo stesso ruolo di classe ( tale configurazione sarà definita secondaria).
Il fatto di notare non una serie di parole, ad esempio, “un uomo è arrivato, un uomo malato, molto malato, è arrivato a casa” , ma una serie di classi corrispondenti, si lega alla necessità di ridurre il numero di regole della conclusione. Quindi alla serie avverbio + aggettivo, genere maschile, singolare, caso nominativo si potrebbe in seguito sostituire un notevole numero di combinazioni, come ad esempio:

molto buono
molto cattivo
assai mediocre abbastanza semplice ecc.

La genesi delle frasi sensate può presentarsi nel seguente modo.
Consideriamo il simbolo di partenza Z0. Questo simbolo è sostituito da una qualsiasi configurazione di base. Quindi, ciascuno degli elementi della configurazione, a sua volta, sarà sostituito dalla configurazione e cosi via.

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Затем вступают в действие правила, заменяющие симболы классов отдельными словами.
Поясным сказанное следующим примером:

Пусть S1 ‐ класс, соответствующий существительному им. падежа, мн. числа

V1 ‐ ” непереходному глаголу мн. числа, пр. времени

V2 ” непереходному глаголу мн. числа, пр. времени

A1 ” прилагательному им. падежа, мн. ч числа

A2 ” прилагательному вин. падежа, ж. рода, ед. числа

S2 ” существительному вин. падежа, ж. рода, ед. числа

Тогда порождение фразы:
“Советские шаxматисты одержали крупную победу” можно представить как следующую последовательность замен:

  1. 1)  Z0 → S1V1
  2. 2)  S0 → A1S1
  3. 3)  V1 → V2S2
  4. 4)  S2 → A2S2
  5. 5)  S1 → шахматисты
  6. 6)  A1 → советские
  7. 7)  V2 → одержали
  8. 8)  S2 → победу
  9. 9)  A2 → крупную

Заметим, что при всех заменах в левой части обязательно стоит один симбол, а в правой части может быть несколько симболов. Каждый ряд операций типа х → y приводит к преобразованию исходного символа, которое можно записать следующим образом:

Successivamente entrano in azione le regole volte a sostituire i simboli delle classi con le singole parole.
Chiariamo quanto detto con il seguente esempio:

Sia S1 – una classe corrispondente al sostantivo, caso nominativo,
plurale

V1 – una classe corrispondente al verbo intransitivo, plurale, tempo passato

V2 – una classe corrispondente al verbo transitivo, plurale, tempo passato

A1 – una classe corrispondente all’aggettivo, caso nominativo, plurale A2 – una classe corrispondente

all’aggettivo, caso accusativo, genere femminile, singolare

S2 – una classe corrispondente al sostantivo, caso accusativo, genere femminile, singolare

Quindi la genesi della frase:
“Gli scacchisti sovietici hanno riportato una grande vittoria” può essere rappresentata

come la seguente serie

1) 2) 3) 4) 5) 6) 7) 8) 9)

di sostituzioni:

Z0 → S1V1
S1→ A1S1
V1→ V2S2
S2 → A2S2
S1 → scacchisti
A1 → sovietici
V2 →hanno riportato S2 → vittoria

A2 → grande

Notiamo che, in tutte le sostituzioni, nella parte sinistra troviamo immancabilmente un solo simbolo, mentre nella parte destra si possono trovare più simboli. Ogni serie dell’operazione del tipo X → Y porta alla trasformazione del simbolo di partenza, il quale può essere trascritto nel seguente modo:

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Z0
S1V1
A1S1V1
A1S1V2S2
A1S1V2A2S2
Cоветские шахматисты V2A2S2 ……………………………………………
Cоветские шахматисты одержали крупную победу (по 9).

Такой ряд Хомский назвал выводом (derivation). Символы Z0, A, S, V и т.п. мы будем называть мета‐обозначениями. Совокупность заключительных строк задаваемых правилами данного типа, будем считать множеством осмысленных фраз, порождаемым данной грамматикой.

Набор осмысленных фраз, т. е. заключительных строк вывода, Хомский назвал терминальным языком (terminal language).
Порождению, в виде цепочки вывода, эквивалентен процесс, который представляется в виде так называемого порождающего дерева. Каждой замене одного элемента на несколько соответствует узел. из которого выходит несколько ветвей. Так, приведенное предложение может быть представлено как порожденное следующим деревом:

Рассмотренная модель интересна и с кибернетической точки зрения. На ее основе Ингве высказал следующую интересную гипотезу (Yngve, 1960).

Z0
S1V1
A1S1V1
A1S1V2S2
A1S1V2A2S2
Gli scacchisti sovietici V2A2S2 ………………………………….
Gli scacchisti sovietici hanno riportato una grande vittoria

Homskij ha definito tale serie derivazione (derivation).
Considereremo come la grande quantità di frasi sensate originate dalla data grammatica la totalità delle linee conclusive date dalle regole descritte.

L’insieme di frasi sensate, vale a dire delle linee conclusive della derivazione, è stato definito da Homskij terminal language.
Alla genesi, nell’ambito della serie delle derivazioni, equivale il processo che si presenta nel quadro del cosiddetto albero generativo. A qualsiasi sostituzione di un elemento corrisponde un nodo, dal quale si estendono vari rami. Quindi, l’affermazione riportata può essere presentata come generata dal seguente albero:

Il modello analizzato è interessante anche da un punto di vista cibernetico. Alla sua base, Yngve ha formulato la seguente interessante ipotesi (Yngve:1960).

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Преположим, что человек действительно синтезирует фразы рассмотренным выше способом. Ясно, что он не выдает сразу готовую фразу, а выстраивает слова цепочкой, одно за другим, при этом он не всегда знает, как будет закончена фраза, начатая определенным словами. Фраза может быть, вообще говоря, сколько угодно длинной (примером может служить шутливое английское стихотворение “дом, который построил Джек”, известное у нас в переводе С. Маршака). С другой стороны, объем выстродействующей памяти человека, как показали экспериментально психологические исследования Миллера (Miller, 1956), весьма ограничен. Ингве предлагает модель, которая реализует эту ситуацию, а именно, машину, схема которой представлена на стр. 93.

При этом в постоянной памяти содержатся правила вида Xi → Yj, в решающем устройстве производится сама операция замены, а в быстродействующей памяти хранятся те промежыточные сведения, которые необходимо запомить для выполнения некоторых операций.

Supponiamo che l’uomo sintetizzi realmente le frasi nel modo sopra analizzato. È evidente che non viene subito rilasciata la frase compiuta, ma le parole vengono allineate a catena, una dopo l’altra; non sempre sa come terminerà la frase, iniziata con certe parole. La frase può essere, in generale, di una qualsiasi lunghezza (può servire come esempio la filastrocca cumulativa inglese “The house Jack Built” di Jimmy Raynor). D’altro canto, il volume della memoria di transito dell’uomo, come mostrato dalle ricerche psicologiche sperimentali di Miller (Miller:1965), è piuttosto limitato. Yngve propone un modello che realizza tale situazione, precisamente una macchina, il cui schema è rappresentato a pagina 93.

In questo caso nella memoria a lungo termine vengono mantenute le regole del tipo Xi → Yj, nella struttura determinante viene effettuata la medesima operazione di sostituzione, mentre nella memoria di transito vengono conservate quelle informazioni intermedie che è necessario ricordare per l’esecuzione di alcune operazioni.

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Например, для вывода сочетания: «одержали крупную победу» по правилам:

  1. 1)  V1 → V2S2
  2. 2)  V2 → одержали
  3. 3)  S2 → A2S2
  4. 4)  S2 → победу
  5. 5)  A2 → крупную

до того, пока не сработало четвертое правило, в быстродейстующей памяти надо хранить слово “победу”, которое может быть выдано (и стерто в быстродействующей памяти) лишь тогда, когда выведено слово “крyпную”.

Из этого примера ясно, что быстродействующая память должна вмещать по кайней мере два слова, иначе невозможно произвести нужную нам последовательность слов.
Ингве показывает, что минимальный объем быстродействующей памяти, необходимый для порождения описанным устройством любой фразы данного языка, зависит ото того, имеем ли мы дело с так называемыми прогрессивными или же регрессивными3 конструкциями в языке.
Прогрессивными конструкциями Ингве называет деревья или поддеревья (части деревьев), где ветвление происходит в правых точках, т. е. имеющие вид:

Ad esempio, per la derivazione della combinazione: “одержали крупную победу” ( hanno riportato una grande vittoria), secondo le regole:

  1. 1)  V1 → V2S2
  2. 2)  V2 → одержали [hanno riportato]
  3. 3)  S2→A2S2
  4. 4)  S2 → победу [una vittoria]
  5. 5)  A2 → крупную [grande]

fino all’entrata in azione della quarta regola è necessario conservare nella memoria di transito la parola “vittoria”, che può essere emessa (e cancellata nella memoria di transito) solo quando viene emessa la parola “grande”.

Da questo esempio risulta chiaro che la memoria di transito deve accogliere almeno due parole, non sarebbe altrimenti possibile generare la successione di parole a noi necessaria.
Yngve mostra che il volume minimo della memoria di transito, necessario per la generazione di qualsiasi frase di una data lingua tramite il meccanismo descritto, dipende dalla nostra pratica con le cosiddette costruzioni progressive o regressive3 all’interno della lingua. Yngve definisce le costruzioni progressive alberi o sottoalberi (elementi degli alberi), dove le diramazioni si originano dai punti di destra, prendendo cioè questa forma:

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Ингве показывает, что указанное устройство, при ограниченном объеме быстродействующей памяти, может производить фразы какой угодно большой длины, если деревья этих фраз суть прогрессивные конструкции. Регрессивными конструкциями Ингве называет деревья или поддеревья, где ветвление происходит в левых точках, т. е. имеющие вид:

Именно за счет таких конструкций и повышаются требования к объему быстродействующей памяти.
После этих предверительных замечаний перейдем к изложению основной гипотезы Ингве.

Ингве считает, что:

Yngve mostra che la struttura indicata, dato il volume limitato della memoria di transito, può produrre frasi di qualsiasi lunghezza se l’albero generativo di queste frasi è costituito dalle costruzioni progressive.

Yngve definisce gli alberi, o sottoalberi, costruzioni regressive, dove le diramazioni si originano dai punti di sinistra, prendendo cioè la seguente forma:

Proprio per queste costruzioni aumentano le esigenza del volume della memoria di transito.
Dopo queste osservazioni preliminari, passiamo ora all’esposizione dell’ipotesi di base formulata da Yngve.

Yngve ritiene che:

31

а) фразы, действительно употребляемые в разговорном языке, имеют регрессивные построения ограниженной длины;
б) во всех языках существуют методы ограничения регрессивных конструкций, и вообще для фраз с разветвленным регрессивным построением используются синонимические конструкции прогрессивного строения.

Гипотеза Ингве проходит в настоящее время экспериментальную проверку . Имеется ряд веских возражений против этой гипотезы (в частности, высказанных Хомским и Лизом ). Тем не менее, основное стремление Ингве ‐ связать механизм порождения текста с особенностями быстродействующей памяти ‐ заслуживает самого серьезного внимания. В частности, мы увидим, в § 31. что гипотеза б) имеет важное значение для понимания явлений устного перевода.

Как ни важна, однако, модель непосредственных составляющих для монимания явлений языка, имеется, как выяснилось, ряд фраз, которые не могут быть объяснены на основании этой модели (Хомский; Ревзин. 1962).

В качестве примера приведем ряд немецких фраз:

1. Gestern baute er das Haus. “Вчера стоил он дом “.

2. Wie hat er das Haus gebaut? “Как он строил дом?”

3. Das Haus wird von ihm gebaut. “Дом строится им”.

Эти фразы не могут быть произведены методом непосредственных составляющих по следующим соображениям:

а) При порождении этим методом лйюбая фраза должна делиться на две непрерывные части (соответствущие субъекту и предикату), а в наших фразах этого нет;

a) le frasi realmente utilizzate nella lingua colloquiale possiedano una struttura regressiva di lunghezza limitata;
b) all’interno di tutte le lingue esistano metodi di restrizione della costruzione regressiva, e in generale per le frasi con una struttura regressiva articolata è utilizzata una costruzione sinonimica alla struttura progressiva.

L’ipotesi di Yngve, al momento, è in fase di verifica sperimentale. Ci sono schiere di obiezioni convincenti contro suddetta ipotesi (formulate in particolare da Homskij e Lees). Ciononostante, la principale aspirazione di Yngve, stabilire una relazione tra il meccanismo della generazione del testo e le particolarità della memoria di transito , merita la più seria attenzione.

In particolare, vedremo nel paragrafo 31 che l’ipotesi b) ha importante significato per la comprensione del fenomeno della traduzione orale.

È a sua volta importante, tuttavia, il modello dei costituenti immediati per la comprensione dei fenomeni della lingua; esiste, come è stato chiarito, una serie di frasi che non possono essere spiegate sulla base di questo modello (Xomskij; Revzin:1962).

In qualità d’esempio riportiamo una serie di frasi in tedesco:

1. Gestern baute er das Haus. “Ieri ha costruito la casa”.
2. Wie hat er das Haus gebaut?

“Come ha costruito la casa?”
3. Das Haus wird von ihm gebaut. “La casa è stata costruita da lui”.

Queste frasi non possono essere prodotte dal metodo dei costituenti immediati per le seguenti considerazioni:
a) durante la genesi, con questo metodo, qualsiasi frase deve dividersi in due parti ininterrotte (corrispondenti a soggetto e predicato), mentre nelle nostre frasi questo non avviene;

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б) Интуитивно можно сказать, что все три фразы получены из фразы er baut das Haus, которую, в свою очередь, можно, например, получить из конфигурации: субъект – предикат (er baut).

Одноко легко убедиться, что нет такого преобразования, при котором фразы 1‐3 получаются из фразы er baut das Haus при помощи замены только одного элемента конфигурацией (без изменения порядка следования других элементов).

в) При порождении фраз конфигурационным методом каждая замена Х1 → Y1 не зависела от других замен, произведенных ранее. Здесь же замена baut на wird gebaut связана с заменой er на von ihm.
В связи с этим Хомский строит некоторое обощение теории порождения по НП, а именно, допускает, что наряду с фразами, полученным из базиснух конфигураций (им можно назвать ядром языка), имеется еще дополнительное множество фраз, полученное из фраз языка путем применения некоторых трансформаций. Процесс порождения теперь можно представлять себе как развертывание конфигураций и замену абстрактных символов словами языка, как и в предшествующей модели, с последующей трансформацей полученных фраз.
Таким образом, имеется совокупность фраз ядра, полученных конфигурационным методом, и совокупность фраз, полученных из фраз ядра (или каких‐нибудь иных), путем трансформации.
Покажем, например, что фразы 1‐3 могут быть получены из фразы er baute das Haus путем трансформации описанного выше вида. Введем следующие трансформации: T1. er baute gestern → gestern baute er (этот тип трансформаций, наиболее простой, поскольку здесь все элементы остаются теми же самыми ‐ можно назвать «перестановочной трансформацией»).

b) intuitivamente si può affermare che tutte e tre le frasi sono state ottenute dalla frase er baut das Haus, la quale a sua volta può essere ottenuta dalla configurazione: soggetto – predicato (er baut).

Tuttavia si verifica facilmente che non c’è tale trasformazione, per cui le frasi 1‐3 sono ottenute dalla frase er baut das Haus con l’aiuto della sostituzione di un solo elemento della configurazione (senza una modifica dell’ordine degli altri elementi).

c) Durante la generazione delle frasi attraverso il metodo della configurazione qualsiasi sostituzione Xi → Yj non dipende da altre sostituzioni effettuate precedentemente. Qui la sostituzione di baut con wird gebaut è legata alla sostituzione di er con von ihm.
A riguardo Xomskij ha elaborato una sintesi della teoria della generazione sulla base dei costituenti immediati, e precisamente suppone che oltre alle frasi ottenute dalle configurazioni di base (che possono essere definite nucleo della lingua), esista un’ulteriore quantità di frasi ottenute dalle frasi della lingua mediante alcune trasformazioni.
Il processo della generazione può ora presentarsi come lo sviluppo della configurazione e come sostituzione di simboli astratti con parole della lingua, come anche nel modello precedente, con successiva trasformazione delle frasi ottenute.
In questo modo, c’è un insieme di frasi del nucleo ottenute attraverso il metodo di configurazione, e un insieme di frasi ottenute dalle frasi del nucleo (o di qualcos’altro), per mezzo della trasformazione.
Mostriamo ad esempio che le frasi 1‐3 possono essere ottenute dalla frase er baute das Haus per mezzo della trasformazione del tipo descritto sopra. Introduciamo la seguente trasformazione:
T1. er baute gestern → gestern baute er (questo tipo di trasformazione è il più semplice, poiché qui tutti gli elementi rimangono gli stessi, e può essere definita “trasformazione commutativa”).

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T2. er hat → wie hat er
(этот тип «перестановочной трансформациями» можно назвать «вопросительными трансформацями»). T3. baute das Haus → hat das Haus gebaut (это не простая замена элемента baut на hat gebaut, типа тех, которые производились в предыдущем параграфе, но подлинная трансформация, поскольку здесь, во‐первых, происходит определенная перестановка и, главное, появляется не происвольный элемент некоторого класса, например, geschrieben, gemacht, и т. п., а тот элемент, который передает тот же смысл. Такие трансформации можно назвать «морфологическими»).
T4. er baut das Haus → das Haus wird von ihm gebaut.
Аналогично в русском языке:
он строит дом → дом строится им
Это «пассивная трансформация». Покажем теперь, как комбинируя методы конфигурационного порождения и трансформационных преобразований, можно получить наши фразы. Из конфигурационных преобразований нам понадобятся следующие три:

ф1 Z → er ging
ф2 ging → baute das Haus ф3 baute → baute gestern.

Эти преобразования порождают следующие ядра:

er ging
er baute das Haus
er baute gestern das Haus

Наши фразы 1‐3 получаются применением следующих преобразований:

1 фраза: ф1, ф2, ф3, T1 2 фраза: ф1, ф2, T3, T2 3 фраза: ф1, ф2, T4

T2. er hat → wie hat er
( questo tipo di “trasformazioni commutative” possono essere definite “trasformazioni interrogative”).
T3. baute das Haus → hat das Haus gebaut (questa non è una semplice sostituzione dell’elemento baut con hat gebaut, come quelle effettuate nel paragrafo precedente, ma si tratta di una vera trasformazione, poiché qui, in primo luogo, si verifica un certo spostamento e, cosa più importante, non compare un elemento arbitrario di una classe, ad esempio geschrieben, gemacht, ecc…, ma quell’elemento che trasmette lo stesso significato. Tali trasformazioni possono essere definite “morfologiche”).
T4. er baut das Haus → das Haus wird von ihm gebaut.
Analogamente nella lingua russa:
он строит дом → дом строится им ( lui ha costruito la casa → la casa è stata costruita da lui)
Questa è una “trasformazione passiva”. Mostriamo ora come, combinando i metodi della generazione, della configurazione e della trasformazione, sia possibile ottenere le nostre frasi.
Dalle configurazioni delle trasformazioni risulta necessario il seguente modello:

F1 Z → er ging
F2 ging →baute das Haus F3 baute → baute gestern.

Queste trasformazioni generano le seguenti frasi del nucleo:

er ging
er baute das Haus
er baute gestern das Haus

Le nostre frasi 1‐3 sono ottenute dalla messa in atto delle seguenti trasformazioni:

1 frase: F1, F2, F3, T1 2 frase: F1, F2, T3, T2 3 frase: F1, F2, T4

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Трансформации могут иметь самую разнообразную форму. Это могут быть трансформации, преобразующие:
а) часть фразы в часть фразы, например, T2, T3

б) фразу в фразу, например, T4
в) фразу в часть фразы.
До сих пор трансформаций последнего типа мы не рассматривали. Между тем, в языке они играют очень большую роль.

Большинство предложений нашего языка содержит некоторые трансформации, например, взятое наугад (стр. 615) предложение из “Краткого курса математического анализа” А. Я. Хинчина: “В создании строгой теории бесконечнык рядов одновременно с Коши фундаментальные результаты были получены Абелем”. Оно получено из следующих предложений:

1) Некто создавал строгую теорию бесконечных рядов
2) Коши получил фундаментальные результаты

3) Абель получил фундаментальные результаты, т. е. в создании этого предложения участовали по крайней мере две трансформации:

Le trasformazioni possono assumere le più molteplici forme e possono coinvolgere: a)parti di frasi all’interno di parti di frasi, come nel caso di T2 o T3

b)una frase all’interno della frase, come ad esempio in T4
c)una frase all’interno di una parte di frase. Tuttora non abbiamo analizzato quest’ultimo tipo di trasformazione, che ha invece un ruolo molto importante all’interno della lingua.

La maggioranza delle frasi nella lingua russa contiene alcune trasformazioni, come ad esempio la proposizione scelta a caso da “Breve corso di analisi matematica” di A. Ja. Chinčin (pagina 615):

“Nella creazione della rigida teoria delle serie infinite contemporaneamente a Koši, risultati fondamentali sono stati ottenuti da Abel’”. Questo è ottenuto dalle seguenti proposizioni:

1) Hекто создавал строгую теорию бесконечных рядов [Qualcuno ha elaborato una rigida teoria di serie infinite]
2) Коши получил фундаментальные резултаты [Koši ha ottenuto risultati fondamentali]
3) Абель получил фундаментальные резултаты [Abel’ ha ottenuto risultati fondamentali], cioè all’elaborazione di questa proposizione hanno partecipato almeno due trasformazioni:

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а) некто создавал теорию → создание теории
б) Абель получил результаты → результаты были получены Абелем

и два правила объединения, которые также можно рассматривать как трансформацию:
в) при объединении 1), 2) и 3) действует правило: создание → в создании

г) при совпадении предикатов у 2) и 3) действует правило: Коши делал нечто → одновременно с Коши.
Введение в предложение однородных членов может быть осуществлено с помощью алгоритма, предложенного Е. В. Падучевой (Падучева, стр. 17 ‐ 18). Такой алгоритм можно построить следующим образом. Алгоритм должен сравнивать синтаксические деревья двух сочиненых предложений, и если оказывается, что определенные части этих деревьев заняты тождественными словами (т. е. соответствующие цепочки совпадают во всем, кроме порядкового номера слова и предложении), то эти два дерева можно “срастить”, т. е. отбросить ту часть второго предложеиния, которая в нем тождественна с первое предложение с помощью сочинительного союза. В результате такой операции, можно, например, из двух сочиненных предложений:

Прямая А пересекает прямую В, и прямая А пересекает прямую Y,
получить предложение с однородными членами:

Прямая А пересекает прямую В и прямую Y.
Деревья могут сращиваться “сверху”, как в предыдущем случае, когда два сочиненных предложения имеют тождественные подлежащие и сказуемые, так и “снизу”, как в предложении:

a)некто создавал теорию [qualcuno ha elaborato la teoria] → создание теории [elaborazione della teoria]
b)Абель получил резултаты [Abel’ ha ottenuto risultati] → резултаты были получены Абелем [dei risultati sono stati ottenuti da Abel’]

e due regole di associazione, che possono a loro volta essere considerate trasformazioni: c)nell’associazione delle proposizioni 1), 2) e 3) opera una regola: создание [elaborazione] → в создании [nella creazione]

d) nel caso coincidano i predicati delle proposizioni opera allora la regola: Коши делал нечто [Koši ha fatto qualcosa] → одновременно с Коши [contemporaneamente a Koši]. L’introduzione all’interno della proposizione di elementi analoghi può essere effettuata con l’aiuto di un algoritmo, proposto da E. V. Padučeva (Padučeva, pag. 17‐18). Tale algoritmo può essere costituito nel seguente modo. L’algoritmo deve comparare gli alberi sintattici delle due proposizioni composte, e se si dimostra che certe parti di questi alberi sono occupate da parole equivalenti (cioè serie corrispondenti che coincidono in tutto, tranne che nel numero d’ordine della parola nella proposizione) , allora questi due alberi possono “congiungersi” , cioè abbandonare quella parte della seconda proposizione che è presente al suo interno come anche, identica, nella prima proposizione, mentre la parte rimanente è introdotta nella prima proposizione con l’aiuto della congiunzione copulativa. Come risultato di tale operazione è possibile ad esempio, da due proposizioni composte:

“La retta A interseca la retta B”, e “La retta A interseca la retta Y”,
ottenere una proposizione con parti analoghe:

“La retta A interseca la retta B e la retta Y”. Gli alberi possono congiungersi “dall’alto”, come nel caso precedente, dove due proposizioni composte hanno identici soggetti e predicati, come anche “dal basso”, come nel caso della proposizione:

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Прямая А и прямая В пересекают прямую Y, где вершины деревьев различны, а совпадающими являются нижние части деревьев, начиная со сказуемого.

§ 19. Трансформация как внутриязыковой перевод
Абстрактное определение трансформации, данное в § 18, сводится к тому, что при трансформации дается ряд правил замены одних фраз другими, причем предполагается, что смысл остается неизменным. Для нас существенно именно последние.

Поэтому мы определим трансформацию как перевод внутри языка или, точнее, тот частный случай перевода по схеме No 4, при котором ИЯ совпадает с ПЯ (см. понятие внутриязыкового перевода в §

6). Отличие трансформации от межъязыкового перевода, между прочим, состоит в том, что при трансформации нам не приходится сталкиваться с разной категоризацией действительности. Представляет значительный интерес классификация информаций, предложенная Л. Теньером4. В основу своей классификации Теньер положил части речи, которые он обозначает симболами, соответствующими окончаниями частей речи в эсперанто: О (существительное), А (прилагательное), I (глагол), E (нарече). При этом он различает два основных типа трансформаций: к первому относятся трансформации полнозначного слова ‐ члена предложения в слово иной категории (трансформации первой степени), ко второму ‐ трансформация всего предложения (трансформации второй степени). Внутри каждого из этих типов выделяются трансформации простые, двойные, тройные и т. д., в зависимости от количества трансформаций, которым подвергается базисная конструкция.

La retta A e la retta B intersecano la retta Y, dove le sommità degli alberi sono differenti, mentre coincidono le parti inferiori degli alberi, a partire dal predicato.

19. La trasformazione come traduzione intralinguistica
La definizione astratta di trasformazione che abbiamo trovato nel paragrafo 18, si limita al fatto che, al momento della trasformazione, è data una serie di regole di sostituzione di alcune frasi con altre e, nello stesso tempo, si prevede che il senso rimanga invariato. Per noi è importante proprio l’ultimo elemento. Per questo definiamo la trasformazione come traduzione all’interno della lingua o, più precisamente, come caso particolare della traduzione in base allo schema No 4, nel quale la lingua emittente coincide con la lingua ricevente (vedi il concetto di traduzione intralinguistica nel paragrafo 6). La differenza tra la trasformazione e la traduzione interlinguistica, fra l’altro, consiste nel fatto che, al momento della trasformazione, non ci scontriamo con una diversa categorizzazione della realtà. È di notevole interesse la classificazione delle trasformazioni proposta da L. Tesnière4. Alla base della sua classificazione Tesnière ha posto le parti del discorso, rappresentate con dei simboli, corrispondenti alle desinenze delle parti del discorso in esperanto: O (sostantivo), A (aggettivo), I (verbo), E (avverbio). Su questa base Tesnière distingue due tipi fondamentali di trasformazione: il primo riguarda la trasformazione della parola dotata di senso, dell’elemento della proposizione nella parola di un’altra categoria (trasformazione di primo livello), mentre il secondo riguarda la trasformazione di tutta la proposizione (trasformazione di secondo livello). All’interno di ciascuno di questi tipi si distinguono trasformazioni semplici, doppie, triple e cosi via, a seconda della quantità di trasformazioni che sono esposte alla costruzione di base.

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Трансформации далее классифицируются, исходя из характера результирующей (а не исходной) категории. Рассматриваются, следовательно, трансформации в существительное, прилагательное, нарече и глагол.

К простым трансформациями первой степени Тенеьер относит следующие: трансформация прилагательного, наречия, глагола в существительное, трансформация существительного, наречия и глагола в прилагательное, трансформация существительного, прилагательного и глагола в нарече, трансформация существительного, прилагательного и наречия в глагол. Соответственно описываются двойные, тройные е т. п. трансформации первой степени.

Так, согласно Теньеру, двойная трансформация первой степени по формуле I > O > E представляет собой трансформацию личной глагольной формы в отглагольное существительное (I > O) и далее в неречие (O > E), например:

Ср: Je vous défends de sortir, Bernard cherche à comprendre.

Здесь, по теории Теньера, неопределенная форма есть глагол, преобразованный в существительное (первая трансформация), а последнее при помощи предлога de превращается в функциональный эквивалент наречия, играя ту же роль, что, например, rigoureusement (Ср. Je vous défends rigoureusement). То же относится и к форме à comprendre. Факты перевода, по‐ видимому, подтверждайют целесообразность такого подхода, т. к., например, при переводе на немезкий язык подобных конструкций появляется подлинное отглагольное существительное (I > O), причем образуется предложная группа, часто действительно играйющая обстоятельственную роль (O > E).

Le trasformazioni sono inoltre classificate in base alla natura della categoria risultante (e non di partenza). Sono analizzate quindi le trasformazioni in sostantivo, aggettivo, avverbio e verbo.

Tra le trasformazioni semplici di primo livello Tesnière colloca quanto segue: la trasformazione dell’aggettivo, dell’avverbio, del verbo in sostantivo, la trasformazione del sostantivo, dell’avverbio e del verbo in aggettivo, la trasformazione del sostantivo, dell’aggettivo e del verbo in avverbio, la trasformazione del sostantivo, dell’aggettivo e dell’avverbio in verbo.

Di conseguenza le trasformazioni doppie, triple e cosi via sono descritte come trasformazioni di primo livello.
Quindi, secondo Tesnière, la trasformazione doppia di secondo livello secondo la formula I > O > E rappresenta una trasformazione di forma strettamente verbale in sostantivo deverbale (I > O) e, in seguito, in avverbio (O > E), ad esempio:

Je vous défends de sortir, Bernard cherche à comprendre.

Qui, secondo la teoria di Tesnière la forma indeterminata è rappresentata dal verbo, trasformato in sostantivo (prima trasformazione), mentre quest’ultimo, con l’aiuto della preposizione de si trasforma nell’equivalente funzionale dell’avverbio, svolgendo lo stesso ruolo di rigoureusement (je vous défends rigoureusement). Questo riguarda anche la forma à comprendre. Nei fatti la traduzione conferma la convenienza di questo approccio poiché ad esempio, durante la traduzione di simili costruzioni in tedesco compare un vero sostantivo deverbale (I > O), e nello stesso tempo si costituisce un gruppo preposizionale, che effettivamente spesso ricopre una funzione circostanziale (O > E).

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Ср: Il se décidra a traiter. Er entschloß sich zur Unterhandlung.

Трансформация (I > O > E) свойственна и русскому языку. Ср.: «от нечего делать», полученное трансформацией инфинитива в нарече посредством предлога “от” (аналогично французкому предлогу de). Трансформация второй степени (обозначается ») описывает преобразование назависимого предложения в подчиненное. Сюда относятся трансформации I » O (Je dis + Alfred a raison » je dis qu’ Alfred a raison, где подчиненное предложение выступает в функции существительного). I » A (les livres que vous avez, где подчиненное предложение выступает в функции прилагательного), I » E (je vous ai reçu + vous êtes arrivés → je vous ai reçu quand vous êtes arrivés, где подчиненное предложение функционирует как наречие.

Легко заметить, что эти трансформации описывают дополнительное, определительное и обстоятельственное предложение.

Трансформация второй степени, как и трансформация первой степени, может быть многократной, т. е. состоять из нескольких глаголов. Так, сложноподчиненное предложение J’approuve ce que vous faites описывается как двойная трансформация: vous faites ( I » A) + que vous faites » ce que vous faites (A » O). Некоторые трансформации Теньер называет эллиптическими. Так, двойной трансформации второй степени по формуле I» E » O в немецком языке может соотвествовать во французком эллиптическая трансформация I » O. Ср. Lehren, wie man vorsichtig sein muß – enseigner la prudence (cp. понятие модуляции в § 20).

Теория трансформаций дает возможность решить вопрос о конструктивной омонимии.

Il se décida à traiter. Er entschloß sich zur unterhandlung.

La trasformazione (I > O > E) è propria anche della lingua russa. “от нечего делать”, è ottenuta dalla trasformazione dell’infinito in avverbio per mezzo della preposizione “от” (analogamente alla preposizione francese de). La trasformazione di secondo livello (indicata dal simbolo ») caratterizza la trasformazione della preposizione indipendente in subordinata. Qui è mostrata la trasformazione I » O (Je dis + Alfred a raison » je dis qu’Alfred a raison, dove la proposizione subordinata agisce in funzione del sostantivo), I » A (les livres que vous avez, dove la proposizione subordinata agisce in funzione di aggettivo), I » E (je vous ai reçu + vous êtes arrivés → je vous ai reçu quand vous êtes arrivé, dove la proposizione subordinata opera come avverbio.

Si nota facilmente che queste trasformazioni caratterizzano una proposizione complementare, attributiva e circostanziale. La trasformazione di secondo livello, come anche la trasformazione di primo livello, può essere multipla, cioè costituita da più verbi. Quindi il periodo per subordinazione J’approuve ce que vous faites è descritto come doppia trasformazione: vous faites → que vous faites (I » A) + que vous faites » ce que vous faites (A » O). Alcune trasformazioni sono definite da Tesnière come ellittiche. Così, alla trasformazione doppia di secondo livello in base alla formula I » E » O della lingua tedesca può corrispondere, nella lingua francese, la trasformazione ellittica I » O. Lehren, wie man vorsichtig sein muß – enseigner la prudence (vedi il concetto di modulazione nel paragrafo 20).

La teoria della trasformazione da la possibilità di risolvere la questione riguardante l’omonimia costruttiva.

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Если одна и та же цепочка симболов получается при двух разных трансформациях, то мы будем говорить, что эта цепочка является конструктивныйм омонимом. В качестве примера приведем случай совпадения так называемого субъектного и отглагольном существительном. Если мы имеем совокупность слов die Entdekkung dieses Laboratoriums “открытие лаборатории”, то ее можно объяснить как возникшую в разультате трансформации фразы:

Das Laboratoriums entdeckt etwas → die Entdeckung des Laboratoriums

“лаборатория нечто открыла” → “открытие лаборатории” или в результате трансформации фразы:

Man entdeckt das Laboratorium → die Entdeckung des Laboratoriums “нечто открыл (обнаружил) лабораторию → открытие лаборатории”.

B терминах трансформационного порождения может быть изложена одна проблема, которая имеет долгую историю и играет больщую роль в теории перевода и грамматической стилистике. Речь идет о том случае, когда две разные грамматические конструкции, например, в немецком языке причастный оборот и предложная конструкция с отглагольным существительным имеют одно и то же значение.
1) Näher tretend, hörte er Klänge einer Blechmusik (Бредель, «Родные и знакомые»).
2) “Aha”, sagte er im Nähertreten (Манн, «Верноподанный»).
Об этом, между прочим, свидетельствует перевод:
1) Подойдя ближе, он услышал звуки духового оркестра.

Se una stessa serie di simboli è ottenuta tramite due diverse trasformazioni , allora affermeremo che questa serie è un omonimo costruttivo. In qualità di esempio riportiamo il caso di coincidenza del cosiddetto caso genitivo del soggetto e dell’oggetto con sostantivo astratto deverbale. Se ci è dato l’insieme di parole die Entdekkung dieses Laboratoriums, apertura del laboratorio, allora questo può essere interpretato come risultato della trasformazione della frase:

Das Laboratorium entdeckt etwas → die Entdeckung des Laboratoriums

“лаборатория нечто открыла” → “откритие лаборатории” [apertura del laboratorio]
O come risultato della trasformazione della frase:

Man entdeckt das Laboratorium → die Entdeckung des Laboratoriums “нечто открыл (обнаружил) лабораторию [qualcuno ha aperto (mostrato) il laboaratorio] → “откритие лаборатории” [apertura del laboratorio].

In termini di generazione trasformativa può essere esposto un problema che ha alle spalle una lunga storia e il quale ricompre un importante ruolo nella teoria della traduzione e nella stilistica grammaticale. Si tratta di quel caso in cui due diverse costruzioni grammaticali, ad esempio nella lingua tedesca, la costruzione participiale e la costruzione preposizionale con sostantivo deverbale, hanno lo stesso significato.

1) Näher tretend, hörte er Klänge einer Blechmusik (Bredel, “Parenti e amici”).
2) “Aha”, ‐ sagte er im Nähertreten (Heinrich Mann, “Il suddito”).
Questo è confermato dalla traduzione:
1) подойдя ближе, он услышал духового оркестра [Avvicinandosi sentì il suono di una banda].

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2) «Ага», ‐ сказал он, подойдя ближе. Явлению грамматической синонимии давались различные определения; по‐ видимому, наиболее удачным является определение Балли, который рассматривал грамматическую синонимию как частных случай замещения (supplétion): «Замещающие знаки имеют в точности одно и то же значение, но разные означающие» (Балли, стр. 196 – 198, 1955). Приводя примеры замещающих знаков, Балли, между прочим, говорит: «Отметим попутно, что герундий транспонирует глагол в существительное: Il lit en se promenant – Il lit pendant sa promenade. – “Он читает, прогуливаясь” ‐ “Он читает во время прогулки”.

Однако все попытки определения этого явления наталкивались на напреодолимые трудности, связанные с неясностью выражения «иметь одно и то же значение» или «иметь близкое значение».

Мы будем называть две конструкции грамматически синонимичными, ецли они:
а) развертываются из одного и того же исходного узла на дереве порождения предложения или, иначе говоря, играют одинаковую грамматическую роль;

б) входят в предложения, полученные одно из другого путем трансформации. Вернемся теперь к определению понятия трансформации в § 18. На основании этого определения можно сделать одно существенное утверждение:

Во фразах ядра некоторого языка нельзя найти две фразы, содержащие грамматические синонимы. Это очевидно, т. к. фразы ядра порождаются без обращения к какой‐либо трансформации. Итак, имеется по крайней мере два подъязыка, один ин которых, а именно, ядро, является идеализацией понятия «нейтральный стиль», рассматриваемого в стилистике.

2) “Ага”, ‐ сказал он, подойдя ближе
[“Aha”, ‐ disse lui, avvicinandosi].
Del fenomeno della sinonimia grammaticale sono state date diverse definizioni; probabilmente la definizione meglio riuscita è quella di Bally, il quale ha considerato la sinonimia grammaticale come caso particolare della sostituzione [supplétion]: “I segni che sostituiscono hanno esattamente lo stesso significato, ma diversi significanti” (Bally:196‐198, 1955).
Riportando esempi di segni sostitutivi, Bally, tra l’altro, afferma: “Notiamo per inciso che il gerundio trasforma il verbo in sostantivo: Il lit en se promenant – Il lit pendant sa promenade. – “он читает, прогуливаясь” [Lui legge passeggiando]– “он читает во время прогулки” [Lui legge durante la passeggiata]. Tuttavia tutti i tentativi di definire questo fenomeno si sono scontrati con difficoltà insormontabili, legate alla scarsa chiarezza dell’espressione “ha lo stesso significato” o “hanno significato simile”.
Definiremo due costruzioni «grammaticalmente sinonimiche» se queste: a) si sviluppano da uno stesso nodo di partenza sull’albero della generazione della proposizione o, in altre parole, svolgono lo stesso ruolo grammaticale;
b) entrano nelle proposizioni ottenute l’una dall’altra per mezzo della trasformazione. Torniamo ora alla definizione del concetto di trasformazione del paragrafo 18. Alla base di questa definizione può essere fatta un’affermazione essenziale:
all’interno delle frasi del nucleo di una lingua non è possibile trovare due frasi contenenti sinonimi grammaticali. Questo è evidente in quanto le frasi del nucleo sono generate senza appellarsi ad alcun tipo di trasformazione. Quindi esistono almeno due sottolinguaggi, uno dei quali, più precisamente il nucleo, costituisce l’idealizzazione del concetto di «stile neutro», analizzato in stilistica.

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Что касается второго подъязыка, то его можно также рассматривать как целую совокупность подъязыков, причем каждый из подъязыков может быть охарактеризован теми трансформациями, при помощи которых получены фразы этого подъязыка. Тогда мы можем получить объективные характеристики того, что обычно называется «функциональным стилем». В самом деле, трансформации типа:

Er legt etwas zugrunde → Zugrundelegung “Он кладает нечто в основу” → “положение в основу”
Er hält die Prinzipien ein → Einhaltung der Prinzipien

“Он соблюдает принципы” “соблюдение принципов”

характерны для делового стиля, а трансформации типа:

Er legt etwas zugrunde → etwas zugrundelegend
Er hält die Prinzipien ein → die Prinzipien einhalten

для описаний в художественной литературе.

В то же время в разговорной речи неупотребительны ни те, ни другие трансформации.
Конечно, выделение подъязыков по типам применяемых трансформаций есть весьма грубое приближение понятия «функциональный стиль». Интересно, однако, что формальные методы, изложенные в § 18, могут явиться хотя бы вспомогательным инструментом для стилистики.

Per quanto riguarda il secondo sottolinguaggio, questo può anche essere considerato come un intero insieme di sottolinguaggi; ciascun sottolinguaggio può essere caratterizzato da quelle trasformazioni per mezzo delle quali si ottengono frasi di tale sottolinguaggio. Possiamo allora ricavare le caratteristiche oggettive di quello che è generalmente definito “stile funzionale”. Effettivamente trasformazioni del tipo:

Er legt etwas zugrunde [pone qualcosa alla base] → Zugrundelegung [il porre alla base] “Oн кладет нечто в основу” → “положение в основу”.

Er hält die Prinzipien ein [osserva i principi] → Einhaltung der Prinzipien [osservanza dei principi]
“он соблюдает принципы” → “соблюдение принципов”

sono tipiche dello stile ufficiale, mentre trasformazioni del tipo:

Er legt etwas zugrunde [pone qualcosa alla base] → etwas zugrundlegend [porre qualcosa alla base]
Er hält die Prinzipien ein [osserva i principi] → die Prinzipien einhalten [osservare i principi]

sono usate per le descrizioni in ambito letterario.

Allo stesso tempo nella comunicazione discorsuale non sono impiegate né queste, né altre trasformazioni.
Certo, mettere in evidenza i sottolinguaggi in base ai tipi di trasformazione adottati rappresenta un accostamento molto approssimativo al concetto di «stile funzionale». È interessante tuttavia che i metodi formali, esposti nel paragrafo 18, possono comunque rivelarsi strumenti sussidiari per la stilistica.

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§ 20. Семантика в порождающей модели. Понятие модуляции
Рассмотренные в § 18 модели порождения имеют один существенный ‐ с точки зрения теории перевода ‐ недостаток: в них или совсем не рассматривается лексическое наполнение порождаемых фраз или же оно рассматривается лишь косвенно. Это соответствует преположению, что ‐ в отличие от грамматических структур, которые развертываются в процессе порождения из более простых ‐ лексическое наполнение всегда является чем‐то заданным и не подвергается преобразованиям, в ходе которых более простые ‐ с точки зрения их смысла ‐ единицы заменяются более сложными. Ясно, конечно, что процесс перевода можно описать и в соответствии с такой моделью порождения (в большинстве пособий по переводу, отдельно рассматривающих грамматические преобразования и лексическое наполнение, в сущности и предполагается нечто подобное). В этом случае нужно и язык‐посредник строить как систему соответствий между целыми словами и выражаениями (аналогично двуязычно,у словарю или фразеологическому словарю, предполагаермому в пособиях упомянутого типа).

Все дело, однако, в том, что тогда число соответствий становится очень большим (даже бесконечным, если допустить, что словарь всегда может пополняться новыми словами).

Если бы удалось выделить небольшое число элементарных единиц, к комбинации которых можно было бы свести значение каждого слова, то задача установления соответствий существенно упростилась бы. По‐видимому, именно такое описание личше всего моделирует деятельность человека в процессе перевода.

20. La semantica nei modelli di generazione. Il concetto di modulazione
I modelli di generazione analizzati nel paragrafo 18, dal punto di vista della teoria della traduzione, hanno un inconveniente considerevole: al loro interno il riempimento lessicale delle frasi generate non è affatto analizzato, o è analizzato solamente in modo marginale. Questo corrisponde all’idea che a differenza delle strutture grammaticali che si sviluppano nel processo di formazione da strutture più semplici, il riempimento lessicale è sempre qualcosa di dato e non è sottoposto a trasformazioni nel corso delle quali unità più semplici, dal punto di vista del loro significato, sostituiscono quelle più complesse.

È chiaro certo che il processo traduttivo può essere descritto anche in relazione a tale modello di generazione (nella maggior parte dei manuali di traduzione sono analizzati separatamente le trasformazioni grammaticali e il riempimento lessicale e non si suppone in realtà niente di simile). In questo caso è necessario costruire anche il linguaggio d’intermediazione come sistema di corrispondenze tra parole complete e frasi (analogamente al dizionario bilingue o al dizionario fraseologico, proposto in manuali del tipo menzionato).

Sta di fatto però che allora il numero delle corrispondenze diventa molto consistente (persino infinito se si ammette che il lessico può sempre arricchirsi con nuovi termini).
Se fosse possibile individuare un esiguo numero di unità di senso elementari, la combinazione delle quali potrebbe trasmettere il significato di ogni parola, allora il compito di stabilire le corrispondenze sarebbe considerevolmente più semplice. Probabilmente proprio tale descrizione simula meglio delle altre l’attività delle persone nel processo della traduzione.

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Это соображение позволяет более чекто сформулировать вопрос о том, какие единицы целесообразно считать исходными и как должен быть устроен язык.постредник, в котором эти единицы записаны.

Некоторые соображения были высказаны в этой связи В.В. Ивановым (Иванов, 1957, стр. 56). Они сводятся к следующему. Все множество слов разбивается на ряд «семантических полей», например, поле слов, обозначающих деятеля, поле слов, обозначающих умственные способности людей и т. п. «Значение каждой лексической единицы можно рассматривать как множество, состоящее из счетного числа «сем» (или «семантических дифферемциальных признаков»). Выбор «сем», из которых состоит значение данной лексической единицы, определяется числом семантических полей, в которые входит эта единица» (там же). Возьмем для примера группу русских слов, описывающих имущественные отношения (ср. “дать”, “дарить”, “завещать”, “обменивать”, “продать”, “приобретать, “наследовать”, “получать”, “отнимать”, “лишать”, “присваивать” и т. п.). Каждое из этих слов можно представить как сложное синтаксическое образование, описывающее ситуацию, в которой взаимодействуют две стороны (А, В) и некоторый объект (О). Элементарным для всех слов этой группы является значение “иметь”. Этим не сказано, что слово “иметь” не может быть разложено на более элементарные семантические единицы: достаточно указать на то, что оно описывает ситуацию, в которой участвует субъект (А) и объект (О), между которыми существует некоторое отношение бытия (ср. : “город имеет библиотеку” ‐ “в городе есть библиотека” ‐ “библиотека этого города” и т. п.).

Questa considerazione consente di formulare più chiaramente la questione di quali unità considerare opportunamente come iniziali e di come dovrebbe essere costruito il linguaggio d’intermediazione, all’interno del quale tali unità sono inserite.

Alcune considerazioni a riguardo sono state formulate da V. V. Ivanov (Ivanov:56, 1957), e consistono in quanto segue. L’intero insieme di parole si divide in una serie di “campi semantici”, ad esempio il campo di parole che fanno riferimento alla personalità, il campo di parole che fanno riferimento alle capacità intellettive delle persone e cosi via. “Il significato di ogni unità lessicale può essere considerato un insieme composto dal numero di calcolo “sette” (o “segni semantici differenziali”). La scelta di “sei”, dei quali si costituisce il significato della data unità lessicale si configura come un numero di campi lessicali nei quali si inserisce questa unità”. Prendiamo come esempio il gruppo di parole russe che descrivono i rapporti di proprietà (дать [dare], дарить [donare], завещать [lasciare in eredità], обменивать [sostituire], продать [vendere], приобретать [acquistare], наследовать [ereditare], получать [ricevere], отнимать [sottrarre], лишать [togliere], присваивать [impadronirsi] eccetera). Ognuna di queste parole può essere presentata come una complessa costruzione sintattica che caratterizza la situazione in cui interagiscono due parti (A, B) e un oggetto (O). Basilare per tutte queste parole è il significato иметь [avere]. Questo non significa che la parola иметь [avere] non possa essere scomposta in unità semantiche ancora più elementari: è sufficiente indicare che questa caratterizza la situazione in cui hanno parte un soggetto (A) e un oggetto (O), tra i quali esiste una relazione di struttura (“город имеет бибиотеку” ‐ la città ha una biblioteca ‐ в городе есть бибиотека ‐ in città c’è una biblioteca‐ eccetera).

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Но именно тот факт, что глагол “иметь” описывает ситуацию, в которой участвуют лишь 2 элемента, в отличие от слов группы, описывающей имущественные отношения, в которых, как уже сказано, участвуют 3 элемента, дает основание использовать значение этого слова в качестве элементарного для семантического описания этих последних. Так, слово “дать” будет представлено как состоящее из следующих семантических единиц: 1) каузировать (“сделать так, чтобы…”, фр. Faire, англ. Make, нем. lassen), 2) иметь, т, е. посредством этого слова описывается ситуация, характериизующаяся тем, что А каузирует имение О для В (Ср. : А дает книгу В). Слово “дарить” будет представлено так: 1) каузировать, 2) имееть, 3) безвозмездность. Поскольку каузировать + иметь → дать, то сово “дарить” может быть представлено как дать + безвозмездность. Получаем следующую, примерно, таблицу порождения некоторых слов, обозначающих имущественные отнощения:

1) каузировать + иметь → дать
2) дать + безвозмездность → дарить
3) дать + в обмен на деньги → продать.

Легко заметить, что приведенные здесь слова определяютося со стороны А, каузирующего имение: (Ср. фр. faire avoir – “дать”, faire don ‐ “подарить”). Но так как речь идет о двустороннем отношении, то мы можем изобразить соответствующую ситуацию и со стороны В.

Ma proprio il fatto che il verbo иметь [avere] caratterizza una situazione cui prendono parte solo 2 elementi, diversamente dalle parole dei gruppi che descrivono i rapporti di proprietà, nei quali, come è già stato detto, partecipano 3 elementi, pone le basi per l’utilizzo del significato di questa parola in qualità di elemento principale per la descrizione semantica di questi ultimi. Quindi la parola дать sarà rappresentata come costituita dalle seguenti unità linguistiche : 1) каузировать [causare] (сделать так, чтобы – fare in modo tale che.., francese: faire, inglese: make, tedesco: lassen), 2) иметь, cioè per mezzo di questa parola viene descritta una situazione caratterizzata dal fatto che A determina il possesso di O per B (А дает книгу B – A da un libro a B). La parola дарить [donare] sarà cosi rappresentata: 1) каузировать [causare] 2) иметь [avere] 3) безвозмездность [gratuità]. Poiché каузировать [causare] + иметь [avere] → дать [dare], allora la parola дарить [donare] può essere rappresentata come дать [dare] + безвозмездность [gratuità]. Otteniamo ad esempio la seguente tabella di generazione di alcune parole che fanno riferimento ai rapporti di proprietà:

1)каузировать [causare] + иметь [avere] → дать [dare]
2)дать [dare] + безвозмездность [gratutità] →дарить [donare]

3)дать [dare] + в обмен на деньги → продать [vendere]

Si nota facilmente che le parole qui riportate sono definite da A, che definisce la reggenza: (vedi frase: faire avoir – дать, fair don – подарить). Ma cosi come il linguaggio si costituisce sulla base di relazioni bilaterali, è possibile rappresentare la corrispondente situazione come definita da B.

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Нам достаточно для этого поменять действующие стороны местами, вместо А каузировать + иметь О для В (т. е. “дать”) писать: В каузировать + иметь О для А, обозначив, таким образом, слово “получать”. Для отношения (2) получим слово “получать в дар”, для отношения (3) ‐ слово “покупать”. Легко заметить, что выражаемые таким образом отношения сходны с залоговыми отношениями: с семантической точки зрения (именно этот подход представляет преимущественно интерес для теории перевода) нет приниципальной разницы между выражением смысла лексическими или нелексическими спредствами.

(Ср. англ. B. is given a book by A. = B. receives a book from A.,

т. е. по‐русски В. получает книгу от А, или же дает книгу В.)

От этих отношений отличаются семантически отношения транзитивности‐ рефлективности: “брать”, как и “дать”, значить каузировать имение, но “дать” = А каузирует имение О для В, “брать” = В каузирует имение О для В. Вполне возможна ситуация, при которой А дает В некоторый объект, а В этот объект не берет. Проиллюстрируем теперь, каким образом можно описать значения русских слов: “иметь”, “дать”, “лишить”, “брать”, “потерять”, “отнять”, “купить”, “присвоить”, “продать”, “дарить” при помощи четырех элементарных признаков:
1) имения,
2) каузации,
3) рефлективности (для себя),
4) оплаты
и одной логической операции ‐ отрицания (каждый изуказанных признаков может отрицаться).

Ci è sufficiente scambiare di posto le parti attive, al posto di A каузировать [far fare] + иметь [avere] O, B (cioè дать – dare) scrivere: B каузировать [far fare] + иметь [avere] O con A, assumendo cosi il significato della parola получaть [ricevere]. Attraverso la relazione (2) otteniamo la parola получaть в дар [ricevere in dono], attraverso la relazione (3), la parola покупать [comprare]. Si nota facilmente che le relazioni rappresentate in questo modo appaiono come relazioni di pegno: da un punto di vista semantico (questo approccio in particolare presenta un interesse specificamente per la teoria della traduzione) non esiste una differenza sostanziale tra le espressioni di senso attraverso mezzi lessicali e non lessicali.

(vedi inglese : B. is given a book by A. = B. receives a book from A.,

cioè in russo B. получает книгу от А, oppure А дает книгу B).

È da queste relazioni che si distinguono da un punto di vista semantico le relazioni di riflessività: “брать” [prendere], come anche “дать” [dare], ha il significato di determinare il possesso, ma “дать” = A determina il possesso di O per B, “брать” = B determina il possesso di O per B.

È del tutto plausibile una situazione in cui A da a B un oggetto, ma B non lo prende. Illustriamo ora in che modo è possibile descrivere il significato delle parole russe: “иметь” [avere], “дать” [dare], “лишить” [sottrarre], “брать” [prendere], “потерять” [perdere], “отнять” [sottrarre], “купить” [comprare], “присвоить” [impossessarsi], “продать” [vendere], “дарить” [donare], con l’aiuto di quattro proprietà principali:

1) possesso
2) causa
3) riflessività (su di sé)
4) pagamento
e di un’operazione logica, la negazione (ognuna delle proprietà indicate può essere negata).

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Можно представить себе, что значения соответствующих слов порождаются из более простых. Мы изобразим этот процесс при помощи дерева, причем условимся слева изображать положительные значения соотвествующего признака (+), а спарава ‐ отрицательные значения (‐).

На этой схеме нейтрализуются два разных значения: каузировать имение (вне зависимости от объекта) = “дать1” и каузировать имение не для себя = “дать2”, поскольку в русском языке в обоих случаях употребляется одно и то же слово “дать”. Во французком языке в значении “дать1” употревляется faire avoir, в значении “дать2” употребляется donner.

В нашей схеме использовалась лишь одна логическая операция, а именно отрицание.

È possibile presupporre che i significati delle parole corrispondenti siano generati da strutture più semplici. Rappresenteremo questo processo con l’aiuto di un grafico ad albero e stabiliremo di rappresentare a sinistra i significati positivi con il segno (+), mentre a destra quelli negativi con il segno (‐).

In questo schema sono neutralizzati due diversi significati: determinare il possesso (senza dipendere dall’oggetto) = “дать1” e determinare il possesso non per sé = “дать2”, poiché in russo in entrambi i casi è utilizzata una stessa parola “дать”. In francese nel caso del significato di “дать1” si utilizza faire avoir, mentre nel caso del significato “дать2” si utilizza donner.

Nel nostro schema è utilizzata una sola operazione logica, precisamente la negazione.

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Разумеется, можно использовать и другие операции, например, конъюнкцию, образуя из определенных выше пучков признаков более сложные, связанные союзом “и”. Так, можно определить: обмениваться = А каузирует имение для В, и В каузирует имение для А (“дать” + “взять”);

украсть = А каузирует неимение для В и А каузирует имение для себя без оплаты (отнять + присвоить);
одолжить = А каузирует имение для В1 для того, чтобы В каузировал имение той же вещи у А (дать, чтобы получить обратно).

Аналогичный процесс порождения можно было бы построить для случая, когда исходным значением было бы имение не материального объекта, а некоторых знаний (тогда “дать2” соответствовало бы “преподавать”, нем. lehren, фр. enseigner, рум. Învăța и т. д., а “украсть” соответствовало бы “плагиировать”). Ясно, что каждое изописанных значений может модифицироваться прибавлением новых признаков, карактерных не для всей группы, а только для одного слова. Так, прибаблением признака “посмертно” к совокупности признаков слова “дарить” можно получить слово “завещать” и т. п. Такой процесс порождения можно было бы назвать лексической трансформацией. Удобнее, однако, терминологически отграничить понятия семантические от понятий грамматических. Процесс порождения, при котором соверщается переход от одного слова к другому с сохранением основного значения мы будем называть модуляцией5.

Senza dubbio possono essere impiegate anche altre operazioni, come ad esempio la congiunzione, formando dai gruppi di segni sopra definiti, altri segni più complessi, legati dalla congiunzione “и” [e].
Si può quindi stabilire che:
обмениваться [scambiarsi/barattare] = A determina il possesso per B e B determina
il possesso per A (дать + взять – dare + prendere);
украсть [rubare] = A determina il possesso per B e A determina il possesso per sé stesso senza pagare (отнять + присвоить – sottrarre + appropriarsi);
одолжить [prestare] = A determina il possesso per B1 affinché B determini il possesso di quella stessa cosa per A (dare per poi ricevere indietro).
Un analogo processo di generazione potrebbe essere stato costruito per il caso in cui il significato originario costituisse il possesso non di una cosa materiale, ma di alcune cognizioni (quindi дать2 corrisponderebbe a преподавать [insegnare], in tedesco lehren , in francese einseigner, in rumeno a preda, брать [prendere] corrisponderebbe a учиться [studiare], in tedesco lernen, in rumeno învăța e cosi via, mentre украсть [rubare] corrisponderebbe a плагиировать [plagiare]. È chiaro che ciascuno dei significati descritti può essere modificato dall’aggiunta di nuove proprietà, distintive non di tutto il gruppo, ma solo di una parola. Dunque, attraverso l’aggiunta della proprietà посмертно (postumo) all’insieme di proprietà della parola дарить [donare] si può ottenere la parola завещать [lasciare in eredità] eccetera.
Tale processo di generazione potrebbe essere definito trasformazione lessicale. È tuttavia più opportuno distinguere da un punto di vista terminologico i concetti semantici da quelli grammaticali. Il processo di generazione, attraverso il quale si realizza il passaggio da una parola a un’altra, conservando il significato di base, sarà definito modulazione5.

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Так, переход от слова “лишить” к слову “отнять” будет модуляцией.
Частным случаем модуляции является тождественная модуляция, когда при переходе от слова к слову сохреняется весь пучок элементарных значений. Так, от слова “дарить” может быть порождено не только слово “завещать”, но и тождественная ей по смыслу лексема “оставить в наследство”. Таким образом, частным случаем модуляции является то, что называется синонимией, точнее ‐ синонимией стилистической. Это обстоятельство накладывает еще одно требоване на характер языка‐ постредника. При порождении слова должны быть заданы не только элементарные значения, но и набор характеристик, указывающик на его употребление в данном функциональном стиле, т. е. набор стилистических характеристик. Этот процесс можно себе представить так, что к набору элементарных значений добавляется характеристика (фамильярно, вулгарно) и т. п. Так, от совокупность признаков “отнять” + “”присвоить”, мы можем получить не только “украсть”, но и “стянуть”, “утащить”, “увести (машину)” и т. д.

Мы показали, каким образом анализируются слова, близкие друг к другу по смыслу (или, как мы будем говорить дальше, относящиеся к одному «смысловому ряду»). Заметим, что такие группы очень легко выделяются, если использовать следующую систему определений:
А) Назовем слова х и y полусинонимичными, если существует контекст (в некотором ПЯ), где они переводятся одним словом (омонимы считаются разными словами).
В) Назовем слова х и y полуантонимичными, если х и «y плюс отрицание» или y и «х плюс отрицание» полусинонимичны.

Quindi, il passaggio dalla parola лишить [privare] alla parola отнять [sottrarre] sarà definito modulazione.
Un caso particolare della modulazione è la modulazione identica, che si verifica quando durante il passaggio da una parola all’altra sono mantenuti tutti i significati principali. Cosi, dalla parola дарить [donare] è possibile generare non solo la parola завещать [lasciare in eredità], ma anche il lessema di senso identico оставить в наследство [lasciare in eredità]. In questo modo il caso particolare della modulazione è quello che viene definito sinonimia, più precisamente sinonimia stilistica. Questa circostanza aggiunge un nuovo requisito alla natura del linguaggio d’intermediazione. Con la generazione della parola devono essere dati non solo i significati principali, ma anche l’insieme delle caratteristiche che dimostrano il suo uso nel dato stile funzionale, cioè l’insieme delle caratteristiche stilistiche. Questo processo può essere presentato come aggiunta di caratteristiche all’insieme dei significati fondamentali (familiare, volgare) eccetera. Quindi, dall’insieme di proprietà отнять + присвоить [privare + appropriarsi] possiamo ottenere non solo украсть [rubare], ma anche стянуть [sgraffignare], утащить [portar via], увести [portare via un’automobile] eccetera.

Abbiamo mostrato in che modo sono analizzate le parole simili l’una all’altra per senso (oppure, come diremo più avanti, che possono essere attribuite a una “serie di sensi”).
Notiamo che tali gruppi si distinguono molto facilmente se si utilizza il seguente sistema di definizioni:
A) Definiremo le parole x e y semisinonimiche, se esiste un contesto (nella lingua ricevente), dove sono tradotte con una sola parola (gli omonimi sono considerati parole diverse).
B) Definiremo le parole x e y semiantonimiche se x e “y più negazione” oppure y e “x più negazione” sono semisinonimici.

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Г) Будем говорить, что х и y относятся к одному смысловому ряду, если можно построить такую цепочку слов Х0, Х1, Х2……Хn, что 1) Хi‐1 полусинонимичны или полуантонимичны (0 ≤ I ≤ n) и 2) Х0 = х и Хn = y.

Легко доказать, что смысловые ряды не пересекаются. Понятие смыслового ряда интересно тем, чт внутри него всегда возможна модуляция (можно уточнить понятие модуляции в свою очередь не выводила за пределы смыслового ряда). Важность этого понятия интуитивно всегда сознавалась в теории перевода. К сожалению, приниципы выделения того, что называлось «синонимическим рядом», «переводическими синонимами», «антонимическим переводом» не были достаточно четко выяснены.

Из определения модуляции видно, что это понятие включает также порождение слов, называемых обычно идеографическими синонимами, т. е. слов, отличающихся не только употребляемостью в том или ином подъязыке, но и количеством элементарных значением (фактом оплаты).
Так же, как при порождении фраз, основную роль играли базисные конструкции, составляющие ядро языка, можно и слова, служащие основой для порождения целой группы слов, обозначающих имущественные отношения, ядерным словом будет “иметь”.
Таким образом, термин модуляция призван называть явление, интуитивно давно осознанное в теории перевода и часто называемое переводческой синонимией.

C) Affermeremo che x e y appartengono a un’unica serie di senso se è possibile costituire una serie di parole x0, x1, x2…xn, tale per cui 1) xi‐1 e xi siano semisinonimici o semiantonimici(0≤ i≤ n)e2)x0=xexn=y. È semplice dimostrare che le serie di senso non si intersecano. Il concetto di successione di senso è interessante in quanto al suo interno è sempre possibile la modulazione (si può rendere più preciso il concetto di modulazione affermando che questa a sua volta non oltrepassa i confini delle serie di senso). L’importanza di questo concetto è stata sempre intuitivamente riconosciuta nell’ambito della teoria della traduzione. Purtroppo, i principi di distinzione di quelli che sono definiti “serie di sinonimi”, “sinonimi traduttivi”, “traduzione antonimica”, non sono ancora stati chiariti bene.

Dalla definizione della modulazione è evidente che tale concetto include anche la generazione delle parole generalmente definite sinonimi ideografici, cioè parole che si distinguono non solo per il loro uso in questo o in un altro sottolinguaggio, ma anche per la quantità di significati fondamentali. Quindi, ad esempio, присвоить [appropriarsi] e купить [acquistare] si distinguono per un solo significato fondamentale (il pagamento).
Cosi come durante la genesi delle frasi le costruzioni di base hanno ricoperto un ruolo fondamentale, costituendo il nucleo della lingua, anche le parole, utilizzate come fondamento per la genesi di un intero gruppo di parole, possono essere considerate il nucleo lessicale della lingua. Quindi, per i gruppi di parole che si riferiscono ai rapporti di proprietà, la parola nucleare sarà иметь [avere].
In questo modo, il termine modulazione può essere definito come fenomeno da molto ormai compreso nell’ambito della teoria della traduzione a livello intuitivo e spesso definito sinonimia traduttiva.

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В работах по теории художественного перевода подобные случаи обычно описываются при рассмотрении способов достижения полноценного перевода. Указывается, в частности, на возможность конктетизации недифференцированных и абстрактных понятий.

Например, предложение: His Lordship jumps into a cab, and goes to the railroad переводятся: “Лорд Кью юркнул в извозчичью карету и приказал везти себя на железную дорогу” (Рецкер, 1950, цтр. 176 ‐ 177).

В связи с проблемой разложения слова на семантические множители нужно заметить следующее. В переводе мы, наряду с общими словами типа рассмотренных выше, всегда, в большей или меньшей степени, имеем дело со словами‐терминами. Следует различать терминологическое значение термина и, как говорит А. М. Терпигорев, его «буквальное значение». Терминологическое значение термина ‐ это его соотнесенность с определением. дефиницией. «Буквальное»же значение термина соответствует набору семантических множителей, выделенных для данного слова в данном языке. Как указывает А. М. Терпигорев, буквальное значение термина может соответствовать, не соответствовать или противоречить его терминологическому значению (Терпигорев, 1953, стр. 73). Например, русский термин “жидкостная коррозия” применяется для понития, определяемого как «коррозия металлов в жидкой среде» (Терпигорев, 1953, стр. 74). Буквальное значение русского термина здесь соответствует его терминологическому значению. При Пассмотрении аналогичного термина в немецком языке feuchte Korrosion обнаруживается лишь частичное соответдтвие буквального значения слова его терминологическому значению: имеющееся в этом сочетании определение feuchte значить “влажная”, “сырая”, а не “жидкая”.

Nell’attività teorica della traduzione artistica casi simili caratterizzano solitamente l’analisi dei mezzi per realizzare una traduzione eccellente. Si mostra in particolare la possibilità di concretizzazione di concetti astratti e indifferenziati.

Ad esempio la proposizione: His Lordship jumps into a cab, and goes to the railroad si traduce: “Лорд Кью юркнул в извозчичью карету и приказал везти себя на железную дорогу” (Rezker:176‐177, 1950).

In relazione al problema della scomposizione della parola in fattori semantici è necessario notare quanto segue. Nella traduzione, oltre alle parole comuni del tipo sopra analizzato, abbiamo sempre a che fare, in misura maggiore o minore, con le parole‐termine. Conviene distinguere il significato terminologico del termine e, come afferma A.M. Terpigorev, il suo “significato letterale”. Per significato terminologico del termine si intende la sua correlazione con la definizione. Il significato “letterale” del termine corrisponde a un insieme di fattori semantici, rilevati per una data parola in una data lingua. Come mostra A. M. Terpigorev, il significato letterale del termine può corrispondere, non corrispondere o essere in contraddizione con il suo significato terminologico (Terpigorev, 1953, pag. 73). Ad esempio il termine russo жидкостная коррозия [corrosione da liquidi] si conforma al concetto definito come “corrosione dei metalli in ambiente liquido” (Terpigorev, 1953, pag. 74). Il significato letterale del termine russo in questo caso corrisponde al suo significato terminologico. Analizzando il termine analogo in lingua tedesca feuchte Korrosion si ritrova solo una corrispondenza parziale del significato letterale della parola con il suo significato terminologico: in questa combinazione la definizione feuchte significa “влажная” [bagnato], “сырая” [umido], e non “жидкая” [liquido].

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Приведем еще один пример:
В немецком слове Feldstärke имеются составные части, обозначающие буквально понятие “сила поля”. Но так как терминологическое значение слова определяется содержанием обозначенного им технического понятия, то специалист по электротехнике переведет на русский язик слово Feldstärke термином “напряженность поля”. Следовательно, при оценке и переводе термина очень важно учитывать соотношение между его буквальным значением и терминологическим (Божно, стр. 11).
Термины с точки зрения теории перевода можно определить одним из следующих трех способов:
а) Как слова, не допускающие модуляции. б) Как слова, единственной трансформацией для которых является замена термина его определением или же замена абсолютным синонимом.
в) Как слова, перевод которых осуществляется не через обычный язык‐ посредных, а через язык‐посреднык, являющийся языком данной отрасли науки (вне зависимости от того, формализован или не формализован этот язык).
Наиболее важно, по‐видимому, трерье определение, из которого следуют первые два. Оно важно и для выделения специфики того, что обычно понимают под научно‐техническим переводом. Специфика научно‐технического перевода заключается именно в особом языке‐ посреднике. Недаром поэтому все пишыщие о научно‐техническом переводе говорят о необходимости знать соответствующую отрасль знания6.

Riportiamo ancora un esempio:
Nella parola tedesca Feldstärke esistono parti costitutive il cui concetto significa letteralmente “forza del campo”. Ma poiché il significato terminologico della parola è determinato dal concetto tecnico, uno specialista di elettrotecnica traduce in russo la parola Feldstärke con il termine “напряженность поля” [intensità di campo]. Di conseguenza, valutando anche la traduzione del termine, è molto importante prendere in considerazione la correlazione tra il suo significato letterale e quello terminologico (Božno:11, 1961).
I termini dal punto di vista della teoria della traduzione possono essere definiti in uno dei tre seguenti modi:
a) come parole che non ammettono la modulazione.
b) come parole la sola trasformazione delle quali è costituita dalla sostituzione del termine con la sua definizione o la sostituzione con un sinonimo assoluto.
c) come parole la traduzione delle quali è effettuata non attraverso il comune linguaggio d’intermediazione, ma attraverso un linguaggio d’intermediazione che si presenta come il linguaggio di un dato settore della scienza (senza dipendere dalla formalizzazione o meno di questo linguaggio). La definizione più importante è probabilmente la terza, dalla quale derivano le prime due. Questa è importante anche per la messa in rilievo delle peculiarità di quello che solitamente si intende per traduzione tecnico‐scientifica. La peculiarità della traduzione tecnico‐scientifica consiste proprio in un linguaggio d’intermediazione particolare. Non a caso proprio per questo motivo tutti gli autori che si occupano della traduzione tecnico‐scientifica parlano della necessità di avere una preparazione tecnica in quel settore6.

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Приведенные соображения отчасти относятся и к словам общего языка, обозначающим конкретные предметы (как мы говорили уже, языком‐ посредником выступает в данном случае язык вещей). Здесь, однако, положение облегчается тем, что при обозначении конкретных предметов обычно имеет место одинаковая категоризация действительности. Конечно, в случаях типа приведенных в § 11 в языке‐ посреднике целесообразно иметь более дробные единицы, например, отдельные единицы, соответствующие фр. main, нем. Hand, англ. hand и фр. bras, нем. Arm, англ. arm и т. п.

Необходимо, однако, иметь в виду, что один и тот же набор признаков (в частном случае конретных предметов ‐ один признак) может применяться, как для обозначения абстрактного понятия, так и для обозначения конкретного предмета. Поэтому в языке‐посреднике их нужно разделить, например, элементарный смысл, соответстбующий слову “сердце”, представить как два элементарных смысла: “сердце1” (конкретный предмет) и “сердце2” (абстрактный признак). Это необходимо, в частности, для правильного перевода русских прилагательноых.
При рассмотрении вопорсов, связанных с переводом русских прилагательных, решающее значение имеет сама природа прилагательного, т. к. в зависимости от того, является ли оно качественным, т. е. соответствует в языке‐посреднике абстрактному смыслу, или относительным, т. е. соответствует в языке‐посреднике конкретному смыслу, может менятся и характер соответствия в ПЯ.
В качестве примера рассмотрим прилагательное “сердечный”.
Возьмем такие сочетания, как “сердечная деятельность”, “сердечная болезнь”, с одной стороны, и “сердечный прием”, с другой стороны.

Le considerazioni riportate possono parzialmente rifarsi anche alle parole della lingua comune, che si riferiscono a cose concrete (come abbiamo già detto il linguaggio delle cose agisce in questo caso come linguaggio d’intermediazione). Qui, tuttavia, la situazione si semplifica in quanto con la denotazione degli oggetti concreti ha solitamente luogo una categorizzazione univoca della realtà. Certo, nei casi del tipo riportato nel paragrafo 11 nel linguaggio d’intermediazione è opportuno che esistano unità più frazionate, ad esempio singole unità corrispondenti al francese main, al tedesco Hand, all’inglese hand e al francese bras, al tedesco Arm, all’inglese arm eccetera.
È necessario tuttavia tenere in considerazione il fatto che uno stesso insieme di proprietà (nel caso particolare degli oggetti concreti si tratta di un segno) può conformarsi sia al segno del concetto astratto, sia al segno dell’oggetto concreto. Per questo nel linguaggio d’intermediazione è necessario separarli, ad esempio il senso fondamentale, corrispondente alla parola сердце [cuore], presenta due sensi fondamentali: сердце1 (oggetto concreto) e сердце2 (proprietà astratta). Questo è necessario in particolare per una corretta traduzione dell’aggettivo russo.
Nell’analisi delle questioni relative alla traduzione degli aggettivi russi, il significato determinante ha la stessa natura dell’aggettivo, quindi a seconda che sia qualitativo, cioè se corrisponde nel linguaggio d’intermediazione a un senso astratto, o relativo, cioè se corrisponde nel linguaggio d’intermediazione a un senso concreto, può anche cambiare il carattere delle corrispondenze nella lingua ricevente.
In qualità di esempio analizzeremo l’aggettivo сердечный [cardiaco/cordiale].
Prendiamo combinazioni come сердечная деятельность [attività cardiaca], сердечная болезнь [malattia cardiaca] da un lato e сердечный приём [accoglienza calorosa] dall’altro.

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Если бы при анализ слово “сердечный” в сочетаниях обеих групп ставилось в соответствие одной и той же единице языка‐посредника, то при синтезе мы получили бы неверные переводы. Так, если бы эта единица языка‐посредника соответствовала словам фр. cordial , англ. cordial, нем. herzlich, то наряду с осмысленными сочетаниями нем. herzlicher Empfang, фр. accueil cordial, англ. cordial reception, были бы порождены бессмысленные сочетания: herzliche Krankheit, maladie cordiale и т. п. Могут сказать, что осмысленность здесь зависить просто от сочетаемости прилагательного herzlich, cordial и т. п. с другими словами. Такой подход возможен, но вряд ли целесообразен, т. к. здесь имеется общая закономерность, которая применима не только к этому примеру, но к переводу целого ряда других прилагательных.

Возьмем другой пример ‐ слово “царский” и будем рассматривать такие сочетания: “царская дочь”, “царская семья”, с одной стороны и “царская палач”, “царский режим”, с другой стороны.

Если мы не выделим элементарных смыслов “царь1” и “царь2”, то опять мы получим ряд неосмысленных сочетаний. Правильный перевод достигается только при выделении двух разных элементарных смыслов, ибо “царская дочь” переводится – фр la fille du tsar, англ. the tsar’s daughter, нем. die Zarentochter; с другой стороны, сочетание “царская Россия” переводится: фр. la Russie tsariste, нем. das zaristische Rußland. Рассмотрим теперь прилагательное, которое очень часто встречается в переводе. Это прилагательное: “мирный”.

Se durante l’analisi la parola сердечный nelle collocazioni di entrambi i gruppi fosse messa in corrispondenza con una stessa unità del linguaggio d’intermediazione, allora durante la sintesi otterremmo traduzioni inesatte. Quindi, se questa unità del linguaggio d’intermediazione corrispondesse alla parola francese cordial, inglese cordial, tedesco herzlich, allora oltre alle combinazioni dotate di senso, in tedesco herzlicher Empfang, in francese accueil cordial e in inglese cordial reception, sarebbero generate combinazioni prive di senso: herzliche Krankheit, maladie cordiale, eccetera.

È possibile affermare che qui il senso dipende semplicemente dalla combinabilità dell’aggettivo herzlich, cordial, eccetera con altre parole. Tale approccio è possibile, ma è poco probabile che sia sensato in quanto qui esiste una regolarità generale la quale è applicabile non solo a questo esempio, ma anche alla traduzione di un’intera serie di altri aggettivi.

Prendiamo un altro esempio, la parola царский [dello zar], e analizziamo tali combinazioni: царская дочь [figlia dello zar], царская семья [la famiglia zarista], da un lato, e царская Россия [la Russia zarista], царский палач [il boia dello zar] e царский режим [regime zarista] dall’altro.

Se non evidenziamo il senso fondamentale царь1 e царь2, allora ancora una volta otterremo una serie di collocazioni prive di senso. Una traduzione corretta può essere ottenuta solo attraverso la messa in evidenza di due diversi sensi fondamentali, in quanto царская дочь si traduce come la fille du tsar in francese, the tsar’s daughter in inglese, die Zarentochter in tedesco; dall’altro lato la combinazione царская Россия si traduce come la Russie tsariste in francese e das zaristische Russland in tedesco.
Analizzeremo ora un aggettivo che si incontra molto spesso nella traduzione. Si tratta dell’aggettivo мирный [di pace/pacifico].

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Очень часты, например, такие сочетания, как “мирный договор”, “мирный труд” и т. п. “Мирный договор” ‐ “договор о мире”. Здесь прилагательное имеет относительное значение. Мы переводим Friedensvertrag. Ясно, что сказать здесь friedlicher Vertrag нельзя. “Мирный труд” имеет качественное значение ‐ “спокойный труд, труд, не прерываемый катастрофами”, поэтому мы переводим: friedliche Arbeit. Но в этом случае соответствие не носит однозначного характера. Дело в том, что “мирный труд” может быть иногда переведен при помощи Friedensarbeit. При этом, такой перевод получает значение “работа во время мира”, “работа для мира”. Сочетания “детский дом”, “детская литература” имеют значение относительное (Виноградов, стр. 204 – 205, 1947), поэтому мы переводим: Kinderheim, Kinderliteratur. Если же мы говорим: “детская болтовня” (в смысле “наивная болтовня”), то это значение качественное, ср. Перевод kindliches Gerede.

Интересный пример изменения значения прилагательного мы находим у М. Горького:
“Онс улыбалась, лицо ее было надменно и неподвижно, улыбалась только ее серые осенние глаза” («Дело Артамоновых»).

Обычно прилагательное “осенний” имеет относительное значение: “осенний лист”, ср. Herbstlaub, “осенние дни” Herbsttage. Здесь же значение явно качественное. Поэтому переводчик должен был перевести это место так (Кузнецова, стр. 187): Sie lächelte: ihr Gesicht war hochmütig und unbeweglich, nut ihre grauen herbstlichen Augen lächelten.

Molto frequenti sono ad esempio le collocazioni мирный договор [trattato di pace], мирный труд [lavoro pacifico], eccetera. Mирный договор: договор о мире. Qui l’aggettivo ha un significato relativo. Lo tradurremo con Friedensvertrag. È chiaro che in questo caso non è possibile tradurre con friedlicher Vertrag. Mирный труд ha un significato qualitativo: спокойный труд [attività pacifica], attività non interrotta da incidenti, per questo tradurremo con friedliche Arbeit. Ma in questo caso la corrispondenza non ha carattere univoco. Infatti, мирный труд può essere a volte tradotto come Friedensarbeit. In questo caso una tale traduzione acquista il significato di “lavoro in tempo di pace”, “lavoro per la pace”.

Le collocazioni детский дом [asilo], детская литература [letteratura per bambini] hanno un significato relativo (Vinogradov:pag.204‐ 205, 1947) , per questo tradurremo: Kinderheim, Kinderliteratur. Se dicessimo: детская болтовня [chiacchiera infantile], nel senso di chiacchiera ingenua, allora questo sarebbe un significato qualitativo (vedi la traduzione kindliches Gerede).

Un interessante esempio dei mutamenti del significato dell’aggettivo è quello dato da Maksim Gor’kij:
“она улыбалась, лицо её было надменно и неподвижно, улыбалась только её серые глаза” [sorrideva, il suo viso era altezzoso e immobile, sorridevano solo i suoi occhi grigi autunnali]. (“L’affare degli Artamonov”) Generalmente l’aggettivo осенний [autunnale] ha un significato relativo: осенний лист [foglia d’autunno], Herbstlaub, осенние дни [giorni d’autunno], Herbsttage. Qui il significato è chiaramente qualitativo. Per questo il traduttore dovrebbe tradurre questo passo come segue (Kuznecov, pag. 187): Sie lächelte: ihr Gesicht war hochmütig und unbeweglich, nur ihre grauen herbstlichen Augen lächelten.

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§ 21. Единицы перевода. Контекст Обратимся теперь к работе переводчика. Ему дано некоторое сообщение, подлежащее переводу. Прежде всего переводчик должен «понять» его. Но какий точный смысл мы можем придать словам «понимание текста»? Очевидно, что в теории перевода эту слова будут иметь разный смысл, в зависимости от того, происходит ли интерпретация (схема No 3) или собственно перевод (схема No 4). При интерпретации понимание текста сводится к установлению соответствия между текстом и действительностью. Но какой смысл имеют слова «понимание текста» при переводе? По‐видимому, целесообразно считать, что понять текст при переводе значит: а) установить соответствие между некоторым отрезками текста и элементами языка‐ посредника и б) установить синтактические отношения между этими отрезками.
Эти отрезки текста, с которыми ыстанавливается соответствие через язык‐ посредник, мы будем называть единицами перевода7.
Выделение тех единиц, на которые распадается анализируемое сообщение с точки зрения перевода, и является одной из основных задач анализа текста.
Можно было бы принщть слово (промежуток между проблемами ‐ в письменном тексте и промежуток между паузами, «фонетическое слово» в устном тексте) в качестве такой единицы.
Были выдвинуты, однако, серьезные возражения против принятия слова в качестве единицы перевода. Из них, по‐ видимому, наиболее интересным является следующее. «Главная причина, по которой мы не можем принять слово, как единицу (имеется в виду «единицу перевода»), в том, что в слове не выступает достаточно ясно двойственная природа знака, причем обозначающее выдвигается на первый план за счет обозначаемого» (Vinay, Darbelnet, стр. 37,

21. Le unità della traduzione. Il contesto Prestiamo ora attenzione al lavoro del traduttore. Al traduttore è dato un messaggio che deve essere tradotto. Per prima cosa il traduttore deve comprenderlo. Ma precisamente quale senso possiamo attribuire alle parole “comprensione del testo”? È ovvio che nella teoria della traduzione queste parole avranno un senso diverso, che dipende dal verificarsi dell’interpretazione (schema No 3) o dal verificarsi di una traduzione effettiva (schema No 4). Attraverso l’interpretazione la comprensione del testo si riduce alla creazione di una corrispondenza tra il testo e la realtà. Ma che senso hanno le parole “comprensione del testo” nell’ambito della traduzione? Probabilmente ha senso ritenere che comprendere un testo nell’ambito della traduzione significhi:

a)stabilire una corrispondenza tra alcuni frammenti del testo ed elementi del linguaggio d’intermediazione e b)stabilire relazioni sintattiche tra questi frammenti.

Definiremo questi frammenti con i quali si stabiliscono le corrispondenze per mezzo del linguaggio d’intermediazione, unità della traduzione7.

L’individuazione di tali unità, nelle quali si scompone il messaggio analizzato dal punto di vista della traduzione, costituisce uno degli obiettivi principali dell’analisi del testo.
È possibile considerare unità della traduzione la parola (l’intervallo tra gli spazi nel testo scritto e l’intervallo tra le pause, “parola fonetica”, nel testo verbale).
Tuttavia sono state sollevate solide obiezioni contro la possibilità di considerare la parola un’unità della traduzione. Tra queste, la più interessante è probabilmente la seguente. “ La ragione principale per cui non possiamo considerare la parola come unità (unità della traduzione) consiste nel fatto che all’interno della parola non emerge in modo sufficientemente chiaro la natura ambivalente del segno, e inoltre il signifiant emerge in primo piano a spese del signifiè (Vinay, Darbelnet:37, 1958).

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1958).
Авторы цитируемой книги решают вопрос об единицах перевода выделением так называемых единиц смысла (unités de pensée). Однако на практике оказывается, что авторы сводят вопрос об единицах перевода к еще одной классификации фразеологических единиц.
Гораздо более глубокую трактовку вопрос об единицах перевода получил в работах по машинному переводу.
В машинном переводе выделение единиц перевода соответствует операции сведения определенных отрзков текста к информации, записанной в памят машины. Было предложено различать следующие виды слов («Машинный перевод», 127):
а) Вводимое слово (input‐word) есть единица текста, определенная следующим образом:
Слово есть любая цепочка букв, которой предшествует и за которой следует пробел или знак препинания.
Два слова идентифицируются, еслибуквы, стоящие на выступающих местах, совпадают.
б) Выводимое слово (output‐word) есть группа слов ПЯ, выступающих в качестве соответствия данного вводимого слова.
в) Запоминаемое слово, совокупность информаций к данному слову, помещенная в памяти машины.
Первая проблема, связанная с выделением единиц текста, состоит в следующем: должно ли «вводимое слово» совпадать с «запоминаемым словом»? Например, если имеется предложение: «Величина угла определяется отношением дуги к радиусу»8, то нужно ли. чтобы запоминаемые слова имели вид: величина
угла и т. п.

Gli autori dell’opera citata risolvono il problema delle unità della traduzione rilevando le cosiddette unità di senso (unités de pensée). Tuttavia nella pratica risulta che gli autori riducono la questione delle unità della traduzione a un’altra classificazione di unità fraseologiche.

Una trattazione della questione delle unità della traduzione di gran lunga più approfondita è stata ottenuta nell’ambito della traduzione automatica.

Nella traduzione automatica l’individuazione delle unità della traduzione corrisponde all’operazione di ricondurre determinati frammenti del testo all’informazione, registrata nella memoria della macchina. È stato proposto di distinguere i seguenti tipi di parola (“Traduzione automatica”:127):

a) input word, è un’unità del testo, definita come segue:
la parola è una qualsiasi stringa di lettere, la quale precede e alla quale segue uno spazio o un segno di interpunzione. Due parole si identificano se le lettere, che si trovano in posizioni corrispondenti, coincidono

b) output word, è un gruppo di parole della lingua ricevente, che emerge in qualità di corrispondenza della data imput word.
c) Parola memorizzata, insieme di informazioni relative a una data parola, presente nella memoria della macchina.

Il primo problema legato all’individuazione delle unità del testo consiste in quanto segue: la “imput word” deve coincidere con la “parola memorizzata”? Ad esempio, supponiamo di avere la proposizione: “величина угла определяется отношением дуги к радиусу”8 [L’ampiezza dell’angolo è determinata dal rapporto tra arco e raggio]; allora le parole memorizzate dovrebbero essere:
величина [ampiezza]
угла [dell’angolo] eccetera.

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В обычных словарях это заведомо не так, там так называемое «словарное слово» (нем. Stichwort, польск. hasło) дается в исходной форме (существительное в именительном падеже единственного числа, глагол в форме инфинитива и т. п.). При этом предпологается, что человек легко найдет исходную форму для данного слова из текста. Для машины же нужны четкие правила идентификации вводимого и запоминаемого слова. Принципально возможны следующие два пути:

1) Вводимое и запоминаемое слово совпадают. Это означает, что в память машины длжны быть введены, например, следующие разные слова: “величина”. “величины”, “величину”, “величиной”, “величине”, “величин”, “величинам”, “величинах”. Вообще говоря, такой путь может быть приемлем (например, для языков типа английского или немеского). Однако для русского языка такой путь в десятки раз увеличил бы объем машинной памяти, что технически невыгодно.

2) Даются формальные правила, по которым ряд разных вводимых слов, например, “величина”, “величине”, “величин” и т. п. сводится к одному запоминаемому слову. При этом запоминаемое слово может быть исходной формой, как в словарях (например, “величина”), или иметь какую‐ то другую форму (например, “величин”). Поскольку решающим является критерий удобства, то форма запоминаемого слова может быть, вообще говоря, выбрана произвольно. Удобно при этом пользоваться, как показывает пример “величина”, основой слова, однако, этот термин также нуждается в точном определении применительно к машине. Сведение вводимого слова к запоминаемому может быть достигнуто путем прибавления или (что удобнее) отбрасывания определенных букв.

Nei dizionari comuni non sempre è così, poiché al loro interno il cosiddetto словарное слово [lemma], (in tedesco Stichwort, in polacco haslo) è dato nella sua forma iniziale (sostantivo al caso nominativo singolare, verbo nella forma dell’infinito eccetera). Con questo si presuppone che le persone trovino facilmente la forma iniziale della parola data nel testo. Per la macchina sono necessarie precise regole di identificazione della imput word e della parola memorizzata. In linea di principio sono possibili le due seguenti procedure:
1)La imput word e la parola memorizzata coincidono. Questo significa che nella memoria della macchina devono essere introdotte ad esempio le seguenti parole: “величина”, “величины”, “величину”, “величиной”, “величин”, “величинам”, “величинах”. Generalmente parlando, tale procedura può essere considerata ammissibile (ad esempio per lingue come quella inglese o tedesca). Tuttavia per la lingua russa questo procedimento aumenterebbe di decine di volte il volume della memoria della macchina, il che è tecnicamente svantaggioso.

2) Sono date delle regole formali per le quali una serie di diverse imput words, ad esempio “величина”, “величинe”, “величин” eccetera è riconducibile a una sola parola memorizzata. La parola memorizzata può quindi presentarsi nella sua forma di base, come nei dizionari (ad esempio “величина”), o avere una qualsiasi altra forma (ad esempio “величин”).

Poiché il criterio della comodità è determinante, allora la forma della parola memorizzata può essere, generalmente parlando, scelta arbitrariamente. Conviene in questo caso utilizzare la parola di base, come è mostrato dall’esempio “величина”, tuttavia questo termine richiede una precisa definizione relativamente alla macchina. La riduzione della imput word a parola memorizzata può essere ottenuta tramite l’aggiunta o (più comodamente) il troncamento di determinate lettere.

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Поэтому под термином «основа» понимается часть слова, которая остается графически неизменной во всех его формах. (Кулагина, Мельчик, 1956, стр. 111). Заметим, что это не совсем то, что обозначается термином «основа» в обычных грамматиках. Возьмем вводимые слова: “осел”, “осла”, “ослов”, “ослами”, “ослах” и т. п. Можно дать правило, по котороу машина будет отбрасывать окончания ‐а, ‐ов, ‐ами, ‐ах и т. п., и вводимые слова “осла”, “ослов”, “ослами”, “ослах” будут тогда сведены к основе: “осл”. Слово “осел” к этой основе свести труднее. Можно потребовать, чтобы машина выбрасывала букву е, стоящую на предподледнем месте, но это осложит все правила. По‐видимому, целесообразнее иметь две основы: “осл” и “осел”. Иногда появиться необходимость запоминать три основы, например, “мог”, “мож” и “моч”, четыре основы, например, “ид”, “шл”, “шел”, “шедш” для глагола “идти” и, может быть, даже больше.
Таким образом, в машинном переводе, как правило, выделяются единицы, более короткие, чем слова, а именно единицы, соответствующие морфемам. С другой стороны, опыт машинного перевода показал, что в виде запоминаемого слова в словарь машины целесообразно вводить целые обороты (причем удобно иметь даже специальный словарь оборотов).
Сочетания слов или «обороты» при машинном переводе, понятие более широкое, чем, скажем, «идиомы» или «фразеологические сочетания».
«Под оборотом мы понимаем все те комбинации из нескольких слов, буквальный перевод которых одного за другим (по данным нашего словаря), без учета формы их сочетания, привел бы к искажению смысла» (Кулагина, Мельчук, стр. 113, 1956).

Per questo con il termine “tema” si intende quella parte della parola che rimane graficamente invariata in tutte le sue forme. (Kulagina, Mel’cik:111, 1956). Facciamo presente che questo non è interamente quello che si intende con il termine “tema” nella grammatica comune. Riportiamo le imput word: “осел” [asino], “осла”, “ослов”, “ослами”, “ослах”, eccetera. Può essere formulata la regola per cui la macchina lascia da parte le desinenze ‐a, ‐ oв, ‐ами, ‐ ax, eccetera, e le imput words “осла”, “ослов”, “ослами”, “ослах” sono allora ridotte al tema “осл”. È più complicato riportare a questo tema la parola “осeл”. Può essere necessario che la macchina cancelli la lettera e, situata in penultima posizione, ma questo complica tutte le regole. Probabilmente è più conveniente disporre di due temi: “осл” e “осел”. A volte sorge la necessità di conservare nella memoria tre temi, ad esempio “мог”, “мож” e “моч”, quattro temi, ad esempio “ид”, “шл”, “шел” e “шедш” dal verbo идти e magari anche di più.

In questo modo nella traduzione automatica, solitamente, si distinguono unità, più brevi della parola, ma vere e proprie unità che corrispondono a morfemi. D’altro canto, l’esperienza della traduzione automatica ha mostrato che, nella forma della parola memorizzata nel vocabolario della macchina, ha senso introdurre interi modi di dire (conviene avere perfino un apposito vocabolario di modi di dire).

Le combinazioni di parole o “collocazioni”, nell’ambito della traduzione automatica, sono un concetto più ampio rispetto alle “espressioni idiomatiche” o “collocazioni fraseologiche”.
“Per «modi di dire» intendiamo tutte quelle combinazioni di alcune parole, la cui traduzione letterale di queste in un altra (secondo le informazioni del nostro dizionario), senza tenere in considerazione la forma della loro collocazione, porterebbe a un’alterazione del senso” (Kulagina, Mel’cuk:113, 1956).

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Если исходить из этого определения, то становится очевидмым, что многие словосочетания, которые рассматриваются в лингвистике как идиоматичные, при машинном переводе оборотами не считаются, например, намецкие Kopf verlieren (“терять голову”): Koloß auf tönernen Füßen (“колосс на глиняных ногах”).

В машинном переводе выяснено, что любой алгоритм анализа имеет своей конечной целью сопоставление отрзков текста ПЯ с некоторой данностью, существующей вне текста. Такой данностью может быть, например, текст на ПЯ или же система ПЯ, система ИЯ и, наконец, система языка‐посредника.

В связи с этим, Т. М. Николаева преложила следующую классификацию единиц перевода (Николаева, 1961):
1) Единица перевода выделяется как отрезок текста ИЯ по отношению к отрезку текста ПЯ. Такого рода единицы выделялись в ряде работ по машинному переводу, например, в опыте Достерта, о котором речь будет идти ниже (§ 38). Здесь непосредственно приравниваются друг другу части слов, слова и отдельные словосочетания (теоретически длину отрезка можно сколько угодно увеличивать, беря даже предложения и абзацы, но практически, разумеется, нельзя выходить за рамки словосочетания ‐ подробнее об этом в § 32). Как мы увидим далее, роль логических и грамматических правил в таком алгоритме сводитсе к минимуму;
2) Единица перевода выделяется как отрезок текста ИЯ по отношению к системе ПЯ. При таком подходе, анализируя, например, английское существительное с предлогом by, ему сразу приписывают русский признак «творительный падеж» и т. п.

Se ci si basa su questa definizione, allora rimane evidente il fatto che mentre numerose collocazioni in linguistica sono analizzate come idiomatiche, nell’ambito della traduzione meccanica i modi di dire non sono considerati, ad esempio in tedesco den Kopf verlieren [perdere la testa]: Koloss auf tönernen Füssen [colosso su piedi di terracotta].

Nell’ambito della traduzione meccanica è chiarito che qualsiasi algoritmo di analisi ha un fine certo di comparazione delle parti del testo della lingua ricevente con qualcosa di dato presente al di fuori del testo. Tale datità può essere, ad esempio, un testo nella lingua ricevente o lo stesso sistema della lingua ricevente, il sistema della lingua emittente e infine il sistema del linguaggio d’intermediazione.

In relazione a questo T. M. Nikolaeva ha proposto la seguente classificazione delle unità della traduzione (Nikolaeva, 1961):
1) l’unità della traduzione si distingue come il frammento del prototesto in relazione alla parte del testo della lingua ricevente. Unità di tale genere sono state individuate in una serie di lavori sulla traduzione automatica, ad esempio nell’esperienza di Dostert, di cui parleremo più avanti (paragrafo 38). Qui sono direttamente equiparate parti di parole, parole e singole collocazioni (in teoria la lunghezza della parte del testo può aumentare a piacere, comprendendo anche la proposizione e il capoverso, ma nella pratica certamente non si può uscire dall’ambito della combinazione di parole – tratteremo la questione in modo più dettagliato nel paragrafo 32). Come vedremo più avanti, il ruolo delle regole logiche e grammaticali all’interno di tale algoritmo si riduce al minimo;

2) l’unità della traduzione si distingue come il frammento del prototesto in relazione al sistema della lingua ricevente. Attraverso tale approccio, esaminando ad esempio il sostantivo inglese con la preposizione by, gli si attribuisce immediatamente la proprietà russa “caso strumentale” eccetera.

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Этот тип анализа очень распостранен при машинном переводе;
3) Единица перевода выделяется как отрезок текста ПЯ по отношению к системе ИЯ, вне зависимости от языка, на которой делается перевод (см. § 38, независимый анализ).

4) Единица перевода выделяется как отрезок текста ИЯ по отношению к универсальному языку‐посреднику.
В общей теории перевода, очевидно, целесообразно иметь такие единицы перевода, которые выделяются в зависимости от языка‐посредника, свойстав которого, вообще говоря, в свою очередь, зависит от той пары языков, которые участвуют в переводе: то, что является единицей при переводе с русского на французкий, может не быть единицей при переводе на немецкий. Это, собственно говоря, не противоречит идее, выдвинутой авторами Stylistique comparée, поскольку фразеологизмы и идиомы являются частным случаем единиц перевода9 в любом из четырех рассмотренных подходов. Конкретное отличие рассмотренного подхода, однако, в следующем: в нем учитывается, что текст не состоит непосредственно из смысловых единиц, т. е. единиц плана содержания, смысловые единицы выделяются именно по сопоставлению с тем‐что, находящимся вне текста, поэтомув качестве единицы перевода принимается нечто, находящееся в плане выражения, т. е. в той непосредственной данности. каковой является текст.

Исходя из всех этих соображений, мы предлагаем следующее определение единицы перевода:
Единицей переводаназывается минимальный ортезок текста ИЯ, соответствующий такому набору элементарных смыслов в языке‐ посреднике, который может быть поставлен в свою очередь в соответствие с некоторым отрезком текста в ПЯ.

Questo tipo di analisi è molto diffuso nell’ambito della traduzione automatica;
3) l’unità della traduzione si distingue come frammento del prototesto in relazione al sistema della lingua emittente, senza dipendere dalla lingua verso la quale è eseguita la traduzione (vedi il paragrafo 38, l’analisi indipendente).
4) l’unità della traduzione si distingue come frammento del prototesto in relazione al linguaggio d’intermediazione universale. Nella teoria generale della traduzione è evidente la convenienza di disporre di unità della traduzione, la cui individuazione dipende dal linguaggio d’intermediazione, le proprietà del quale, generalmente parlando, dipendono a loro volta da quella coppia di lingue che partecipano alla traduzione: quello che costituisce un’unità nella traduzione dal russo al francese può non essere un unità nella traduzione verso il tedesco.
Questo di fatto non è in contraddizione con l’idea esposta dagli autori di Stylistique comparée, poiché le locuzioni e le espressioni idiomatiche costituiscono un caso particolare delle unità della traduzione9 in ognuno dei quattro approcci analizzati. La differenza fondamentale dell’approccio analizzato, tuttavia, consiste in quanto segue: si tiene in considerazione il fatto che il testo non si compone direttamente di unità di senso, cioè unità sul piano del contenuto, le unità di senso sono individuate proprio attraverso la comparazione con qualcosa che si trova all’esterno del testo, per questo motivo si considera un’unità della traduzione qualcosa che si trova sul piano dell’espressione, cioè una realtà diretta, che costituisce il testo. Partendo da tutte queste considerazioni proponiamo la seguente definizione di unità della traduzione:
Si definisce unità della traduzione un minimo frammento del prototesto, il quale corrisponde a un particolare insieme di sensi fondamentali all’interno del linguaggio d’intermediazione, che può a sua volta essere messo in corrispondenza con un frammento del metatesto.

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Таким образом, единицы перевода выделяются здесь относительно некоторого ПЯ: Ниже мы увидим, что это определение можно упростить так, чтобы единица перевода от ПЯ не зависела.
При выделениие диниц перевода необходимо иметь в виду, что, по нашему определению, единицей перевода может быть и отдельная морфема. Это происходит, , в том случаем, когда морфема выражает значение модальности и ставится в соответствие отдельному набору элементарных смыслов в языке‐посреднике, а затем отдельному отрезку текста в ПЯ. Рассмотрим, например, французское предложение Deux ouvriers auraient été tués.

При переводе на английский язык (Vinay, Darbelnet, стр.142) нам нужно выделить отдельную единицу, которая соответствует в английском языке самостоятельному глаголу, ср. англ.:

Two workers are reportet killed.

То же в русском:
“Сообщается, что убито двое рабочик”.

Отдельной единицей может быть морфема вида, ср. русск.:

“Он говаривал”.
Нем. Er pflegte zu sagen,

Er sagte oft Фр. Il aimait répéter.

Il répétait souvent.

Мы определяли единицу перевода относительно перевода на некоторый другой язык. Поэтому, как мы говорили, в одном и том же тексте могут выделяется разные единицы перевода (в зависимости от языка, на который делается перевод). Между тем, ощущается потребность и в таких единицах, которые не зависели бы от языка, на который делается перевод.

In questo modo le unità della traduzione sono individuate in relazione a una lingua ricevente. Più avanti vedremo che questa definizione può essere semplificata in modo tale che l’unità della traduzione non dipenda dalla lingua ricevente.

Individuando le unità della traduzione è necessario tenere in considerazione che, in base alla nostra definizione, un’unità della traduzione può essere anche un singolo morfema. Questo si verifica ad esempio nel caso in cui il morfema esprime il significato della modalità e si pone in corrispondenza con un particolare insieme di sensi fondamentali all’interno del linguaggio d’intermediazione, e successivamente con un certo frammento del metatesto . Analizziamo ad esempio la proposizione francese Deux ouvriers auraient été tués. Nella traduzione verso l’inglese (Vinay, Darbelnet:142) è necessario individuare la singola unità, la quale corrisponde nella lingua inglese al verbo indipendente, vedi inglese:

Two workers are reported killed.

Lo stesso succede in russo: “Cообщается, что убито двое рабочих”.

Una singola unità può essere costituita da un morfema di aspetto, vedi il russo:

“Oн говаривал”
Tedesco: er pflegte zu sagen,

er sagte oft francese: Il amait répéter.

Il répétait souvent.

Abbiamo definito l’unità della traduzione relativamente alla traduzione verso un’altra lingua. Per questo, come abbiamo detto, in uno stesso testo è possibile individuare diverse unità della traduzione (le quali dipendono dalla lingua verso la quale è effettuata la traduzione). Allo stesso tempo si sente la necessità anche di quelle unità che non dipenderebbero dalla lingua verso la quale è effettuata la traduzione.

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Поскольку (ср. третий подход к выделению единиц, стр. 116) трансформация и модуляция суть некоторый перевод, то можно определить единицы перевода относительно трансформации и модуляции, т. е. перевода на тот же самый язык. Единицу перевода, полученную таким способом, мы будем называть фундаментальной единицей перевода. Приведем пример:

“Лучше оперы и балеты появились в результате творческого содружества композиторов с поэтами”.

Здесь можно выделить фундаментальные единицы “появились в результате” (ср. трансформацию ‐ “явились результатом”) и “творческое содружество”” (ср. модуляцию “совместное творчество”). Таким образом, на этапе анализа мы прежде всего производим расчленение текста на единицы перевода (относительно ПЯ) или же фундаментальные единицы. Представление текста в виде последовательности единиц мы будем называть сегментацией10 текста ИЯ. Отметим, что одному и тому же отрезку ИЯ, т. е. одной и той же единице перевода может, вообще говоря, соответствовать несколько разных наборов элементарных смыслов в языке‐ посреднике, удовлетворяющих определению единицы перевода (мы будем называть такие единицы омонимичными или неоднозначными), а такие одному набору элементарных смыслов в языке‐посреднике может соответствовать несколько отрезков в ПЯ (назовем такие отрзки синонимичными).

Poiché la trasformazione e la modulazione sono l’essenza di una traduzione (vedi il terzo approccio alla distinzione delle unità della traduzione, pagina 116), allora è possibile definire le unità della traduzione in relazione alla trasformazione e alla modulazione, cioè a una traduzione intralinguistica. Definiremo l’unità della traduzione ottenuta in questo modo unità fondamentale della traduzione. Riportiamo un esempio:

“лучшие оперы и балеты появились в результате творческого содружества композиторов с поэтами” [le migliori opere e balletti hanno visto la luce grazie alla cooperazione artistica di compositori e poeti].

Qui è possibile individuare le unità fondamentali “появились в результате” (vedi la trasformazione – “явились результатом” – sono risultate da) e творческое содружество” (vedi la modulazione творческое содружество – attività creativa comune).
In questo modo nella fase dell’analisi per prima cosa effettueremo la scomposizione del testo nelle unità della traduzione (in relazione alla lingua ricevente) o unità fondamentali. La rappresentazione del testo sotto forma di sequenza di unità sarà definita segmentazione10 del testo nella lingua emittente.
Notiamo che a una stessa parte del testo nella lingua emittente, cioè a una stessa unità della traduzione, possono, generalmente parlando, corrispondere diversi insiemi di sensi fondamentali nel linguaggio d’intermediazione, i quali soddisfano la definizione di unità della traduzione (definiremo tali unità omonimiche o ambigue), ma anche a un insieme di sensi fondamentali nel linguaggio d’intermediazione possono corrispondere alcuni frammenti nella lingua ricevente (definiremo questi frammenti sinonimici).

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Если теперь небольшим расширением единицы перевода можно перейти от неоднозначной единицы перевода к однозначной (или хотя бы резко сократить количество соответствующих наборов в языке‐посреднике), то мы будем называть новый расширенный текст микроконтекстом данной единицы. Если же от неоднозначной единицы текста можно перейти к одноозначной лишь значительным расширением текста, то мы будем называть новый расширенный текст макроконтекстом данной единицы перевода. Макроконтекст не может учитываться в формальной теории. Поэтому, в дальнейшем, говоря о контексте, мы будем, как правило (если это не оговорено особо), иметь в виду микроконтекст.

Была предложена следующая классификация типов перевода в зависимости от длины учитываемого контекста (Yngve, 1955):

а) пословный (word‐for‐word) перевод б) посинтагменный (phrase‐for‐phrase) перевод
в) пофразный (sentence‐for‐sentence) перевод

Продолжая эту классификацию, можно было бы выделить:
г) поабзацный перевод и т. п.
Необходимо ясно представлять себе, что при такой фиксации пределов контекста мы не обязательно должны кажды раз пробегать весь выбранный нами контекст, но, во всяком случае, не должны выходить за его пределы. Это означает, что, если, например,производится пофразный перевод, то можно представить себе, что текст разрезается на предложения, и каждое дается отдельному переводчику, а затем полученные переводы соединяются в нужном порядке.

Se ora, con una modesta estensione dell’unità della traduzione, fosse possibile passare da un’unità della traduzione ambigua o omonimica a una sinonimica (o almeno ridurre fortemente la quantità degli insiemi corrispondenti all’interno del linguaggio d’intermediazione), allora definiremmo il nuovo testo esteso microcontesto della data unità.

Se da un’unità del testo ambigua o omonimica fosse possibile passare ad un’unità sinonimica solo attraverso una considerevole estensione del testo, allora definiremmo il nuovo testo esteso macrocontesto della data unità della traduzione.

Il macrocontesto non può essere preso in considerazione dalla teoria formale. Per questo, a seguire, trattando il contesto (se non è specificato separatamente) terremo in considerazione come da regola il microcontesto.

È stata proposta la seguente classificazione dei tipi di traduzione, a seconda della lunghezza del contesto considerato (Yngve, 1955):

a) traduzione word for word
b) traduzione phrase for phrase
c) traduzione sentence for sentence proseguendo con questa classificazione è possibile individuare:
d) traduzione capoverso per capoverso eccetera.
È necessario rappresentare chiaramente il fatto che con una tale stabilizzazione dei limiti del contesto non dobbiamo sempre e obbligatoriamente ricordare tutto il contesto da noi selezionato, ma in ogni caso non bisogna uscire dai suoi confini. Questo significa che se ad esempio si esegue una traduzione sentence for sentence, allora è possibile immaginare che il testo si divida in proposizioni e ognuna di queste sia affidata a un singolo traduttore, e in seguito le traduzioni ottenute siano connesse nell’ordine necessario.

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Ясно, что на практике такое ограничение приводит к снижению качества перевода. Чрезвычайно важно, однако, точно определить такую среднюю длину контекста, чтобы ошибки были достаточно редки (некоторые попытки в этом направлении см. в работе Kaplan, 1955).

Выделение минимальных контекстов имеет место и на практике, а именно, при так называемом последовательном устном переводе. Здесь, естественно, возникает вопрос о длине отрезка речи. Она определяется условиями устного общения. При переводе диалогической речи (беседы, переговоров, допроса и т. п.), последовательно переводятся небольшие по объему высказывания, каждое изкоторых представляет собой, как правило, самодоблеющий контекст. При последовательном переводе монологической речи (выступления, заявления и т. п.), длина отрзков определяется, с одной стороны, характером такой речи (логическая связанность, характер сцеплений см. § 29), и, с другой стороны, необходимостью понимания сообщения слушателями. Если значительно удлинить отрезки, или, тем более, перевести речь целиком после того, как оратор ее закончил, то будет нарушена основная характеристика устной речи ‐ одновременность коммуникации. Если же переводить речь предложение за предложением, или, тем более, отдельными синтагмами, то будут искажены характерные черты монологической речи. Можно, следовательно, сказать, что длина переводимого отрезка будет определяться этим полярными требованиямии. Как правило, она колебляется от 1 до 5 минут звучания, редко доходя до 10 минут.

È chiaro che nella pratica tale limitazione porta a una minore qualità della traduzione. Particolarmente importante, tuttavia, è determinare precisamente una certa lunghezza media del contesto, in modo tale che gli errori siano abbastanza rari (per alcuni tentativi in questa direzione vedi il lavoro di Kaplan, 1955).
L’individuazione di contesti minimali ha luogo sia nella pratica che proprio durante la cosiddetta traduzione orale consecutiva. Qui, naturalmente, sorge la questione della lunghezza del frammento del discorso. Questa è determinata dalle condizioni dell’attualizzazione. Nella traduzione del discorso dialogico (interviste, trattative, interrogatori, eccetera) si traducono consecutivamente proposizioni di dimensioni modeste, ciascuna delle quali costituisce di solito un contesto a sé stante.
Nella traduzione consecutiva del discorso monologico (discorsi, dichiarazioni, eccetera), la lunghezza della parte del discorso è determinata, da un lato, dal carattere di tale discorso (legame logico, carattere della coesione, vedi paragrafo 29) e, dall’altro lato, dalla necessità di comprendere il messaggio da parte degli ascoltatori. Se si allunga considerevolmente la parte del discorso o se addirittura si traduce il discorso interamente dopo che l’oratore ha terminato, allora si va contro quella che è la caratteristica principale del discorso orale: la contemporaneità della comunicazione. Se si traduce il discorso frase per frase o se si traducono i singoli sintagmi, allora sarebbero alterate le caratteristiche proprie del discorso monologico. È possibile quindi affermare che la lunghezza della parte tradotta sarà determinata da queste esigenze diametralmente opposte. Solitamente, questa varia da 1 a 5 minuti, raggiungendo raramente i 10 minuti.

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NOTE

1 Этот параграф предполагает ‐ согласно программе курса лингвистики для соответствующих отделений ‐ знакомство с основыми идеяами порождающей грамматики. Читателям, не прослушавшим этот курс, рекомендуется опустить § 18 и перейти сразу к § 19.
[In conformità al programma del corso di linguistica per le sezioni corrispondenti, questo paragrafo presuppone una conoscenza dei concetti di base della grammatica generativa. Al lettore che non ha frequentato questo corso si suggerisce di tralasciare il paragrafo 18 e di andare direttamente al paragrafo 19.]

2 Изложение метода анализа но НП можно найти в книге Глисона (Глисон, 1959).
[L’esposizione del metodo di analisi secondo i costituenti immediati può essere rintracciata nell’opera di Gleason] (Gleason, 1959)
3 См. понимание прогрессивной и регрессивной последовательности у Балли (Балли, стр. 218 ‐ 312). [Vedi l’interpretazione della successione progressiva e regressiva di Bally]

(Bally, pag. 218‐ 312)
4 Трансформационный синтаксис Теньера не столь строго формализован, как синтаксис в теории Хомского. Вслед за Балли, Теньер вводит понятие трансляции, обозначающее «…перевод полнозначного слова из одной грамматической категории в другую…» (Tesnière стр. 364). Он не задает правила порождения фраз при помощи трансляций, но зато дает детальное описание трансляций. Кратко излагая эту классификацию, мы будем пользоваться термином «трансформация».
[La sintassi trasformativa di Tesnière non è rigorosamente formalizzata, come la sintassi nella teoria di Homskij. Subito dopo Bally, Tesnière ha introdotto il concetto di traslazione, ovvero “…il trasferimento di una parola dotata di significato da una categoria grammaticale a un’altra…” (Tesnière, pag. 364). Egli non indica regole di genesi delle frasi tramite la traslazione, tuttavia da una descrizione dettagliata della traslazione. Esponendo brevemente tale classificazione utilizzeremo il termine “trasformazione”.]
5 В русском слове значение рефлективности‐нерефлективности не противопоставлены, в отличие от фр. prêter, нем. Leihen “дать в долг” и фр. emprunter, нем. borgen “брать в долг”.
Этот термин заимствован нами у авторов серии (см. Vinay, Darbelnet, стр. 51, Malblanc, стр. 28). Там же приводится много примеров, иллюстрирующих значение этого понятия для теории перевода.
[Nella parola russa i significati di riflessività e non sono contrapposti, a differenza del francese prêter, del tedesco leihen (dare in prestito), e del francese emprunter, del tedesco borgen (prendere in prestito).
Abbiamo preso in prestito questo termine dagli autori della collana “Stylistique comparée” (vedi Vinay, Darbelnet, pag. 51, Malblanc, pag.28), dove non sono riportati molti esempi ad illustrare il significato di tale concetto per la teoria della traduzione.]
6 Это требование на первый взгляд тривиально (как будто при нетехническом переводе не приходится обращаться к действительности, т. е. иметь дело с интерпретацией) и даже ошибочно (именно при техническом переводе обрашение к действительности минимально; доказательством служит машинный перевод именно технических текстов), но оно отражает верную идею о том, что в техническом переводе процесс осуществляется через другой язык‐посредник.
[In una prima analisi tale esigenza è banale (come se nella traduzione non tecnica non ci si occupasse della realtà) e perfino falsa (proprio nella traduzione tecnica il legame con la realtà è minimo; la prova è che la traduzione meccanica viene utilizzata proprio per testi tecnici), ma questa esprime l’idea esatta di quello che è il processo che si realizza attraverso un altro linguaggio di interemediazione nella traduzione tecnica.]
7 Для интерпретации аналогами единиц перевода будут некоторые отрезки текста, поставленные в соответствие элементарный ситуациям.
[Per l’interpretazione, al posto di analoghe unità della traduzione avremo frammenti di testo messi in corrispondenza con situazioni elementari.]
8 Данное предложение взято из числа тех, которые переводились при Джорджтаунском эксперименте (см. «Машинный перевод», стр. 173 и сл.).
[La proposizione data è tratta da una delle tante che sono state tradotte nell’ambito del Georgetown experiment (vedi “Машинный перевод”, pag. 173 e seguenti)].
9 Ср. определение идиоматичности по отношению к определенному языку, предложенное Бар‐ Хиллелом и Мельчуком (Бар‐Хиллел. «Машинный перевод», стр. 251, Мельчик, 1960 б).
[Vedi la definizione di idiomaticità in relazione a una determinata lingua, proposta da Bar Hillel e Mel’čuk (Bar Hillel, “Машинный перевод”, pag. 251, Mel’čuk, 1960)].
10 Авторы серии «Stylistique comparée» употребляют в этом значении термин découpage (Malblanc, стр. 23; Vinay, Darbelnet, стр. 161 и др.)
[Gli autori della collana “Stylistique comparée” utilizzano in questo senso il termine découpage (Malblanc, pag. 23; Vinay, Darbelnet, pag. 161 e altre)].

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Riferimenti bibliografici

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