Analisi e sintesi DANIA DALMONTE |
Fondazione Milano Milano Lingue |
Scuola Superiore per Mediatori Linguistici via Alex Visconti, 18 20151 MILANO Relatore: professor Bruno Osimo Diploma in Mediazione Linguistica Ottobre 2011 |
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© I. I. Revzin, V. J. Rozencvejg: «Osnovy obŝego i mašinnogo perevoda» 1964 © Dania Dalmonte per l’edizione italiana 2011
Analisi e sintesi
Abstract in italiano
Con l’evoluzione del pensiero sovietico e l’analisi di concetti come «traducibilità» e «traduzione adeguata», lo studio della traduzione inizia ad assumere un carattere sempre più scientifico. È in questo periodo che si sviluppa l’opera di Rezvin e Rozencvejg, ancora attuale per i temi trattati. Il processo traduttivo che si articola in una fase di analisi e in una fase di sintesi, il linguaggio d’intermediazione, il senso come invariante della traduzione e il confronto tra differenti modelli di genesi del testo sono alcuni dei concetti su cui gli autori si concentrano, attraverso una teorizzazione che non sempre ha trovato consensi in occidente. Allo stesso modo sono analizzati i problemi che emergono attraverso la traduzione automatica, oggetto di particolare interesse negli anni Sessanta.
English abstract
As the Soviet thought evolved and the analysis of ideas as «translatability» and «adequate translation» were approached, translation studies started to have a more scientific nature. It’s in this period that we can set the work of Revzin and Rozencvejg, whose themes are still relevant today. The translation process, where we can highlight a phase of analysis and a phase of synthesis, the intermediate language, the sense as invariant information in the translation process and the comparison among different models of text genesis are just some of the ideas the authors focus on, through a theorization which didn’t always find consensus in Western Europe. In the same time also questions regarding machine translation, object of particular interest in the Sixties, are deeply analysed.
Абстракт на русском языке
Советское мышление эволюционировало, понятия как например переводимость или адекватный перевод были анализированы и исследования перевода началы иметь научный характер. В этот период мы можем ставить работу Ревзина и Розенцвейга, темы которых ещё очень актуальные. Процесс перевода, в котором являются два основных момента, анализ и синтез, язык‐посредник, смысл как инварянтная информация в переводе и сравнение между моделами порождения текста ‐ это некоторые темы рассматривающиеся авторами, через теоризацию, которую не всегда нашла согласия в Западном Европе. Кроме того, рассматриваются проблематики связанные с машинном переводом, предмет особого интереса в 60‐их годах.
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Sommario
1. Prefazione…………………………………………………………………………………….3 2. Analisi dei contenuti………………………………………………………………………6 3. Traduzione………………………………………………………………………………….14
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1. Prefazione
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La traduzione ha scopi diversi rispetto all’interpretariato.
La traduzione comprende l’interpretazione del significato di un prototesto di partenza e la successiva produzione di un nuovo testo, equivalente a quello di origine, in un’altra lingua (si parlerà in questo caso di metatesto di arrivo). La traduzione è quindi la trasposizione scritta di concetti da una lingua ad un’altra e si differenzia dall’interpretazione, dove il messaggio è veicolato oralmente.
Il traduttore mira a portare il testo dalla lingua di origine alla lingua di destinazione in maniera tale da mantenere il più possibile inalterato il significato e lo stile del testo. A causa delle differenze tra le lingue, spesso è difficile conservare tanto il senso esatto quanto lo stile della scrittura. Il traduttore si trova costretto a operare scelte che cambiano in funzione della natura del testo stesso e degli scopi che la traduzione si prefigge.
La traduzione automatica, in particolare, è un’area della scienza della traduzione e della linguistica computazionale, che si occupano rispettivamente dello studio del processo traduttivo e dell’analisi del funzionamento del linguaggio naturale. L’obiettivo è quello di trovare una mediazione tra il linguaggio umano, in continua evoluzione, e le capacità di comprensione della macchina.
La traduzione automatica studia la traduzione di testi da un linguaggio naturale a un altro tramite programmi informatici.
È proprio della traduzione meccanica e della traduzione in generale che si occupa l’opera Oсновы общего и машинного перевода (Fondamenti di traduzione generale e automatica), pubblicato nel 1964 da Isaak Iosifovič Revzin e Viktor Jul’evič Rozencvejg. L’oggetto della presente tesi sarà proprio la traduzione e l’analisi dei paragrafi 17, 18, 19, 20 e 21 del capitolo 3 dell’opera citata.
Entrambi gli autori, Revzin e Rozencvejg, sono riconducibili alla scuola di Tartu‐Mosca, di particolare interesse nell’ambito della semiotica e i cui principali esponenti sono Lotman, Uspenskij e Ivanov, per citarne alcuni; la scuola è caratterizzata da un interesse verso la semiotica della cultura e da
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un approccio scientifico alla traduzione, che ha però trovato non poche opposizioni, soprattutto quando si parla di traduzione artistica.
L’idea della traduzione automatica può essere fatta risalire già al diciassettesimo secolo, quando Cartesio aveva proposto un linguaggio universale, all’interno del quale idee equivalenti in lingue diverse corrisponderebbero a uno stesso simbolo.
Nel 1954 aveva invece avuto luogo il Georgetown experiment, che riguardava la traduzione automatica di oltre 60 frasi dal russo al tedesco; l’esperimento si era concluso con successo, garantendo finanziamenti fondamentali per la ricerca.
Il processo fu tuttavia molto più lento e deludente rispetto alle aspettative che si erano create: i finanziamenti si ridussero fortemente in seguito al rapporto ALPAC e fu chiaro che lo studio della traduzione automatica doveva essere elaborato diversamente.
L’interesse per la traduzione automatica è stato comunque particolarmente vivo soprattutto intorno agli anni 60, quando si predilige un approccio più scientifico alla traduzione, rispetto a quello precedente di stampo prettamente linguistico, la sostituzione di un testo in una lingua di partenza con un testo nella lingua di arrivo.
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2. Analisi dei contenuti
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Nel 1964 Jurij Lotman fonda a Tartu la scuola di semiotica di Tartu‐Mosca; tra gli esponenti di questa scuola possiamo citare ad esempio Boris Uspenskij, Vjačeslav Vsevolodovič Ivanov, Vladimir Toporov, Mikhail Gasparov, Alexander Piatigorsky, Isaak I. Revzin, Lesskis, Igor Grigorievitch Savostin e altri ancora. Sarà poi Torop a subentrare alla guida della scuola dopo la morte di Lotman. La scuola è conosciuta in particolare per aver stabilito un quadro teorico attorno alla semiotica della cultura, ma anche per la sua rivista Sign Systems Studies (in russo Труды по знаковым системам), pubblicata dalla Tartu University Press e la più antica rivista di semiotica del mondo (è stata fondata nel 1964).
Lotman, con gli altri esponenti della scuola di Tartu, intende inaugurare uno studio semiotico della cultura: l’obiettivo è quello di analizzare i fenomeni culturali attraverso il metodo semiotico. Da questo punto di vista è fondamentale il contributo dei formalisti russi, scuola di critica letteraria sviluppatasi tra il 1914 e 1915 a Mosca e San Pietroburgo, che aveva spostato l’attenzione sui meccanismi interni dei testi letterari: i formalisti rifiutavano metodi psicologici, sociologici o filosofici e non si soffermavano sui dati biografici dello scrittore, né sul contesto sociale dell’opera, ma tentavano di spiegare in termini tecnici i congegni testuali. I semiotici della cultura riprendono quindi il metodo con il quale i formalisti russi intendevano legare la ricerca ai dati testuali e decidono di studiare i meccanismi strutturali che caratterizzano i fenomeni culturali. Parlano della semiotica della cultura come di una “scienza della correlazione funzionale dei differenti sistemi segnici.”
Mentre in un primo periodo, negli anni ’60 e ’70, la scuola è quindi influenzata dal formalismo russo, dagli anni ‘80 invece il suo approccio può essere considerato sistemico, in relazione all’introduzione del concetto di semiosfera di Lotman.
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“Ad avere un ruolo primario non sarà allora questo o quel mattone, ma il ‘grande sistema’ chiamato semiosfera. La semiosfera è quello spazio semiotico al di fuori del quale non è possibile l’esistenza della semiosi”. (Lotman Ju. M., Uspenskij B. A., “Sul meccanismo semiotico della cultura”, 1970)
In particolare intorno agli anni ’60, anni di svolta per la traduzione, si sviluppa un approccio più scientifico alla traduzione, come anche un particolare interesse per la traduzione automatica; la traduzione non viene più affrontata da un punto di vista semplicemente linguistico, sollevando fin da un primo momento diverse critiche da parte degli occidentali, soprattutto per quanto riguarda i testi letterari, ed è probabilmente proprio per questo motivo che l’opera in questione non è ancora stata tradotta e pubblicata in occidente.
È in questo contesto che si sviluppa il lavoro degli studiosi Isaak Iosifovič Revzin e Viktor Jul’evič Rozencvejg, autori dell’opera da me analizzata, Oсновы общего и машинного перевода (Fondamenti di traduzione generale e automatica), pubblicata nel 1964; il libro si presenta come un manuale accademico diretto agli studenti dell’Università e raccoglie le nozioni di traduzione discusse dagli autori durante un ciclo di lezioni tenuto negli anni 1959‐61 e per molti aspetti innovative.
L’elemento da cui partire, secondo gli autori, è il linguaggio d’intermediazione, lingua “ponte” che permette di creare una rete di corrispondenze tra unità di senso elementari tra la cultura emittente e quella cultura ricevente. Per comprendere al meglio questo concetto può essere utile la nozione di “invariante”, elaborata da Revzin e Rozencvejg, analizzando ciò che hanno in comune i diversi tipi di traduzione, e poi ripresa anche dal bulgaro Ljudskanov.
“Questo elemento comune ricorre nel caso di trasformazioni di segni di un messaggio nella lingua emittente in segni di un altro codice, conservando un’informazione invariante. Considerando che tutte queste trasformazioni hanno come oggetto dei segni, le definiremo allora con il termine trasformazioni semiotiche”. (Ljudskanov, 1969, traduzione mia)
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Considerando la traduzione trasformazione di un messaggio, l’invariante si delinea come “ciò che resta immutato nel processo traduttivo”, e può essere fatta intuitivamente corrispondere al “senso”, che tuttavia non ha una corrispondenza unisemica con il frammento di realtà (referente) significato dal messaggio ed è quindi un elemento di difficile definizione. Di conseguenza è necessario distinguere messaggio, referente del messaggio e senso del messaggio. (Revzin I. I., Rozencvejg V. Ju. “Oсновы общего и машинного перевода”, 1964)
Qui, rispetto alla teoria tradizionale, l’invarianza di senso non è trattata come categoria assoluta, ma come invarianza in relazione al linguaggio di intermediazione creato e scelta in base alla funzione comunicativa del testo. Il linguaggio di intermediazione, che la traduzione automatica ha dimostrato essere qualcosa di più di un semplice concetto astratto, può essere considerato un esempio di linguaggio artificiale; la stessa traduzione automatica suggerisce l’esistenza di un linguaggio astratto, un linguaggio di intermediazione che può essere costruito come sistema univoco di significati astratti fissati univocamente o di significati puri, grammaticali o lessicali. Questo andrebbe a confermare l’ipotesi degli autori sull’esistenza del significato anche al di fuori di una lingua concreta.
“L’identificazione del significato degli elementi linguistici presuppone un sistema di riferimento comune. Questo sistema di riferimento, che può essere un linguaggio artificiale o naturale o verbale che rispecchia l’esperienza comune della realtà, verrà convenzionalmente chiamato «linguaggio d’intermediazione»” (Lûdskanov, 2008).
Partendo dal concetto di “linguaggio di intermediazione”, Revzin e Rozencvejg si concentrano sull’analisi del processo traduttivo, caratterizzato da una fase di analisi e da una fase di sintesi. Secondo lo stesso Torop, tra i più autorevoli semiotici, all’interno del processo traduttivo si distinguono le fasi di analisi e sintesi: la prima intesa come rivolta al prototesto, la seconda al lettore. Compito del traduttore è quindi quello di spostarsi dal sistema della lingua emittente al sistema della lingua ricevente; deve essenzialmente individuare elementi del discorso nella
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lingua emittente e collocarli in corrispondenza delle categorie del sistema della stessa lingua emittente e quindi alle categorie del linguaggio di intermediazione e deve in seguito passare da una serie di categorie del linguaggio di intermediazione alla lingua ricevente, costruendo un discorso. Il suo primo compito è la comprensione del testo, quindi la creazione di una corrispondenza tra il testo e la realtà. Obiettivo fondamentale della fase di analisi è individuare le unità della traduzione in cui si scompone l’informazione analizzata. Nel caso della traduzione meccanica l’individuazione delle unità della traduzione corrisponde all’eliminazione di determinate parti del testo dall’informazione registrata nella memoria della macchina. Il linguaggio di intermediazione è quindi una sorta di tappa intermedia nel processo traduttivo, che però si delinea diversamente nel caso delle cosiddette parole‐termine, termini con un significato tecnico determinato dal contesto: in questo caso la traduzione non si effettua attraverso il comune linguaggio di intermediazione, ma attraverso un particolare linguaggio di intermediazione che è il linguaggio di un dato settore della scienza. (Revzin I. I., Rozencvejg V. Ju. “Oсновы общего и машинного перевода”, 1964)
Solo di recente, con Jakobson, è stata evidenziata la distinzione di principio tra analisi (ascolto) e sintesi (enunciazione). Durante questo passaggio è fondamentale che il senso del messaggio resti invariato.
Gli autori ipotizzano l’esistenza di un analogo del linguaggio di intermediazione in qualsiasi traduzione, considerando la traduzione automatica come la modellizzazione di un processo che entra in atto durante l’apprendimento di una lingua reale.
È stata proprio la traduzione automatica a mettere in evidenza la necessità di un più chiaro approccio al problema dell’analisi del testo, attraverso la quale passiamo dalla forma al linguaggio di intermediazione (funzione o puro significato) e al problema della sintesi del testo, attraverso la quale ci spostiamo dal linguaggio di intermediazione alla forma.
Fondamentale per l’esame di analisi e sintesi e quindi per la traduzione è il concetto di “frase sensata”, che secondo la teoria della traduzione è la
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frase traducibile, e che costituisce anche il concetto di partenza nella costruzione dei modelli di genesi del testo.
Importante in quest’ambito è stato il lavoro di Homskij, che si caratterizza per la ricerca delle strutture innate del linguaggio naturale e per la ricerca di un sistema di regole semplice e in grado di produrre un numero di frasi sensate più elevato possibile.
Il grande obiettivo che Homski si pone è in sostanza quello di costruire una teoria generale della struttura linguistica, concepita come dispositivo o insieme di regole che presiedono alla produzione e ripetizione indefinita di frasi all’interno di una lingua.
Per quanto riguarda il primo modello elaborato da Homsky, egli suppone di avere una struttura meccanica in grado di produrre un numero infinito di stati; in seguito al passaggio da un ipotetico stato Si ad uno Sk viene emessa una parola. Suppone poi che tutte le coppie di stati siano state fissate e che il meccanismo attraversi una serie di stati collegati da S0 a Sn. Definisce qualsiasi concatenazione di parole ottenuta da questa operazione “frase”, e ogni serie di frasi “linguaggio con un numero finito di stati”. Tuttavia da uno stato il meccanismo può in realtà tornare anche allo stato di partenza, producendo una parola, e in questo caso, da una serie finita di stati potremmo generare un numero infinito di frasi. L’ipotesi degli autori è quella che esista un legame preciso tra la struttura statistica e semantico ‐ grammaticale del testo. (Homskij)
Nonostante la semplicità e chiarezza di tale meccanismo, che rappresenta il modello più semplice di grammatica, Homskij ha approfondito il suo studio elaborando un modello di genesi più complesso, utilizzando il metodo dei costituenti immediati (in ogni frase il sintagma verbale e il sintagma nominale). Partendo dal concetto di configurazione di base (lo scheletro della proposizione, soggetto e predicato) e di configurazione secondaria, Homskij costituisce un modello generativo per cui partendo da un simbolo Z0, questo è sostituito da una configurazione di base, come poi tutti gli elementi della proposizione; in un secondo momento sono applicate le regole volte a sostituire i simboli delle classi con le singole
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parole. La serie ottenuta dalle trasformazioni sopra citate sarà definita “derivazione”, mentre l’insieme delle frasi cosi generate è definito “terminal language”.
“If a string is the last line of a terminated derivation, we say that is a terminal string. […]
A set of strings is called a terminal language if it’s the set of terminal strings for some grammar [Σ, F]. Thus each such grammar defines some terminal language, and each terminal language is produced by some grammar of the form [Σ, F].” (Homskij, Syntactic structures)
Sulla base dei costituenti immediati Homskij ha elaborato una sintesi della teoria della generazione, ipotizzando che oltre al nucleo della lingua, ovvero tutte quelle frasi ottenute dalle configurazioni di base, esistano anche altre frasi ottenute mediante determinate trasformazioni. In questo modo la generazione non sarebbe altro che lo sviluppo della configurazione, la sostituzione di simboli con parole. La trasformazione può essere vista come una traduzionr7e all’interno della lingua stessa, ma
“La differenza tra la trasformazione e la traduzione intralinguistica consiste nel fatto che, al momento della trasformazione, non ci scontriamo con una diversa categorizzazione della realtà.” (1964, traduzione mia)
Tesnière, tra i maggiori linguisti francesi, ha proposto un’interessante classificazione delle trasformazioni, distinguendo essenzialmente trasformazioni di primo livello (trasformazione dell’elemento della proposizione nella parola di un’altra categoria, ad esempio trasformazione dell’aggettivo, dell’avverbio o del verbo in sostantivo) e di secondo livello (trasformazione che coinvolge tutta la proposizione, come la trasformazione della proposizione indipendente in subordinata).
Se due stesse trasformazioni portano a una stessa serie di simboli, questa sarà definita omonimo costruttivo, mentre parleremo di sinonimia grammaticale nel caso in cui due diverse costruzioni grammaticali hanno lo stesso significato.
Tuttavia, tra le frasi del nucleo non è possibile trovare due frasi contenenti sinonimi grammaticali poiché come è già stato spiegato le frasi del nucleo
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sono generate senza alcuna trasformazione. (Revzin I. I., Rozencvejg V. Ju. “Oсновы общего и машинного перевода”, 1964)
Tuttavia, analizzando le problematiche che emergono dalla traduzione meccanica, gli autori stessi smentiscono la possibilità di un’esauriente, completa ed efficace trasformazione automatica senza il contributo umano, poiché il dizionario non può prevedere la corretta interpretazione della stessa parola in situazioni diverse e descrivono processo traduttivo essenzialmente come un processo di trasformazione semiotica.
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Riferimenti bibliografici
Homskij N. Синтаксические структуры, Сб. «Новое в лингвистике», 1962 Kovalev V. : Dizionario russo‐italiano italiano‐russo, 2000
Lotman Û. : «Iskusstvoznanie i točnye metody v sovremennyh zarubežnyh issledovaniâh, in Semiotika i iskusstvometriâ» , 1970
Lotman Û. , Uspenskij B. A., “Sul meccanismo semiotico della cultura”, 1972
Lûdskanov A. : Un approccio semiotico alla traduzione. Dalla prospettiva informatica alla scienza
traduttiva, a cura di B. Osimo, 2008
Lûdskanov A. : Traduzione umana e automatica, 1967
Revzin I. I. , V. J. Rozencvejg: «Osnovy obŝego i mašinnogo perevoda» 1964 Svedova O. : Dizionario monolingua di russo, 2009
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3. Traduzione
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§ 17 Разложение процесса перевода на два основных этапа Изложенная в § 13 схема No 4 описывает процесс перевода слишком обще. Поэтому мы воспроизведем ее основную часть здесь еще раз с выделением двух этапов, которые особенно важны для исследования перевода. Рассмотрим теперь этот процесс с точки зрения переводчика, переходящего от системы ИЯ к системе ПЯ. Его работа распадается на две части: 1) он должен выделить какие‐то элементы сообщения на ИЯ и поставить их в соотвествие с категориями системы ИЯ и далее с категорями языка‐посредника (этот процесс соотвествует пониманию некоторого текста на некотором языке) |
17. Scomposizione del processo traduttivo in due fasi principali Lo schema 4 rappresentato nel paragrafo 13 descrive il processo traduttivo in modo troppo generico. Per questo motivo ne riprodurremo qui le parti principali distinguendo due fasi, particolarmente importanti per l’analisi della traduzione. Consideriamo ora questo processo dal punto di vista del traduttore, che si sposta dal sistema della lingua emittente al sistema della lingua ricevente. Il suo lavoro si divide in due parti: 1) deve individuare alcuni elementi del discorso nella lingua emittente, associarli alle categorie del sistema della stessa lingua emittente e quindi alle categorie del linguaggio d’intermediazione (questo procedimento corrisponde alla comprensione di un testo in una lingua) |
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Различение анализа и синтеза имеет большое общелингвистическое значение. Оказывается, что задачи и трудности, возникающие при анализе текста, в корне отличаются от задач синтеза. Обычно языковеды‐теоретики, не расченяя процесс перевода на составные части, проходили мимо этих вопросов. Лишь в последнее время было указано на принципальное различие слушания (анализ) и говорения (синтез) (Jakobson, 1956). Между тем, наш замечательный языковед Л.В.Щерба (ср. § 8), правда, в совершенно другой связи (в связи с методикой преподавания иностранных языков) указывал на принципальное различие в построении грамматики в зависимости от того, направлена ли она на активное овладение языком («синтез» в наших терминах) или на пассивное («анализ»). |
corrisponde ad esempio al parlare in una lingua). Intanto, l’eminente linguista L. V. Ŝerba , in relazione però al metodo di insegnamento delle lingue straniere, ha segnalato la distinzione di principio nella costruzione della grammatica a seconda che questa fosse diretta all’assimilazione attiva della lingua («sintesi» nella nostra terminologia) o passiva («analisi»). Qui è necessario un chiarimento. È noto che il termine «grammatica» viene utilizzato con due diverse accezioni: 1) struttura grammaticale di una lingua e 2) descrizione della struttura grammaticale di una lingua. Tuttavia, non sempre notiamo che l’uso del lessico che si è andato a creare porta all’assolutizzazione del concetto di «grammatica». Questo è un passo verso la convinzione ampiamente diffusa che la sola «grammatica», nel suo significato di descrizione della struttura grammaticale, possa essere considerata scientifica. Con questo si spiegano sia le pretese delle diverse scuole, sia le tendenze nella linguistica a formulare metodi di descrizione della lingua esclusivamente certi e scientifici. Peraltro, la descrizione del sistema linguistico dipende interamente da obiettivi pratici che lo studioso si pone e la scientificità dei principi elaborati può essere valutata solo dal punto di vista della correttezza deicompiti stabiliti e dal grado di avvicinamento agli scopi prefissati. |
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Серьезным аргументом против разделения анализа и синтеза, пассивного и активного аспекта мог бы быть следующий. Пассивная грамматика препологает переход «от формы к чистому значению», активная ‐ «от чистого значения к форме выражения». Поскольку «оголение мысли», «существование без языка» невозможно, то и подобный переход не может быть осуществлен. Здесь надо иметь в виду следующее. Под языком можно понимать всякую систему знаков, служащих для фиксирования мысли, тогда «существование мысли без языка», разумеется, невозможно. Но термин «язык» принято употреблять и для называния «совокупности конкретных средств общения людей данной страны», это ‐ конкретный язык (русский, англиский, немецкий и т. п.). Существование значения (или элементарной смысловой единицы) вне такого конкретного языка теоретически вполне допустимое предположение. В самом деле, можно преположить, что значение фиксируется в некотором искусственном языке, где осуществляется взаимооднозначное соотвествие между обозначающим и обозначаемый и где в силу последнего соображения можно говорить и о «чистом значении». Такого типа искусственным языком может явиться, например, язык‐посредник, о котором мы говорили в § 10. Машинний перевод показывает, что язык‐посредник ‐ это нечто большее, чем полезная абстракция. |
Potrebbero essere sollevate solide argomentazioni contro la separazione di analisi e sintesi e di aspetto attivo e passivo. La grammatica passiva propone il passaggio “dalla forma al significato puro” , quella attiva “dal significato puro alla forma espressiva”. Poiché non è possibile “denudare i pensieri” e non può esistere “il pensiero senza la lingua”, un simile passaggio non può essere effettuato. È ora necessario tenere in considerazione quanto segue. Per linguaggio si può intendere qualsiasi sistema di segni, usato per fissare i pensieri, quindi l’ “esistenza dei pensieri senza la lingua”, certamente, non è possibile. Ma il termine «lingua» è anche utilizzato come denominazione di “insieme di mezzi concreti di dialogo tra le persone di un dato paese”: questa è la lingua concreta ( russo, inglese, tedesco e cosi via). L’esistenza del significato (o di unità di senso elementari) al di fuori di una determinata lingua concreta è, in sede teorica, un’ipotesi del tutto ammissibile. In effetti si potrebbe affermare che il significato viene fissato in un linguaggio artificiale, dove si realizza una corrispondenza biunivoca tra segno e oggetto e dove, data quest’ultima considerazione, si può parlare anche di « significato puro ». Un tale tipo di linguaggio artificiale può essere, ad esempio, il linguaggio d’intermediazione di cui abbiamo parlato nel paragrafo 10. La traduzione automatica mostra che il linguaggio d’intermediazione è qualcosa di più che un concetto astratto. |
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грамматических, так и лексических). Если считать машинний перевод моделированием некоторого процесса, происходящего пpи обучении языку человека, и вообще согласиться с возможностью кибернетических аналогий, то вполне оправдано наше предположение о существовании аналога такого языка‐посредника при любом переводе. В машинном переводе преположение о наличии системы «чистых значений» подвердгается в настоящее время экспериментальной проверке. Заметим также, что именно машинний перевод показал необходимость раздельного подхода к проблеме анализа текста, при котором фактически мы идем от формы к языку‐посреднику, т.е. к функции или чистому значению (пассивная грамматика Л. В. Щербы) и к проблеме синтеза текста, при котором мы фактически идем от языка‐посредника, т. е. от функции или чистого значения к форме (активная грамматика Л. В. Щербы). Когда мы говорим, что процесс общения распадается на два этапа, анализ и синтез, то это не озночает, что между ними нет взаимосвязи и взаимодействия, или, более того, что они в равной мере составляют акт коммуникации. Исходным при описании последнего, в особенности, когда имеет место общение посредством перевода, должно быть рассмотрение синтеза (порождения сообщений). Это тем более целесообразно, что анализ (распознавание единиц сообщения) может быть описан как процесс обратный по отношению к ситесу, т. е. как процесс воззтановления способов его порождения. |
Se si considera la traduzione automatica modellizzazione di un processo che si attua durante l’apprendimento di una lingua reale e se in generale conveniamo sulla possibilità di analogie cibernetiche, si giustifica appieno la nostra ipotesi sull’esistenza di un analogo di un tale linguaggio di intermediazione in qualsiasi traduzione. Nella traduzione automatica, l’ipotesi dell’esistenza di un sistema Osserviamo anche che proprio la traduzione automatica ha mostrato la necessità di un chiaro approccio al problema dell’analisi del testo, con la quale di fatto passiamo dalla forma al linguaggio d’intermediazione, cioè alla funzione o al significato puro (la grammatica attiva di L.V. Ŝerba) e al problema della sintesi del testo, nel quale di fatto ci spostiamo dal linguaggio d’intermediazione, cioè dalla funzione o dal significato puro alla forma (la grammatica attiva di L.V. Ŝerba) . Quando diciamo che il processo del dialogo si divide in due fasi, analisi e sintesi, questo non significa che tra esse non ci siano interdipendenza e interazione, o che diano vita in egual misura all’atto comunicativo. Punto di partenza nella descrizione dell’atto comunicativo, in particolare quando questo ha luogo per mezzo di una traduzione, deve essere lo studio della sintesi (genesi del discorso). È più opportuno che l’analisi (identificazione degli elementi del discorso) venga descritta come processo reciproco rispetto alla sintesi, cioè come processo di ricostruzione delle modalità della sua genesi. |
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§ 18. Модели порождения текста |
18. Modelli di genesi del testo |
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Одно из этих состояний, например С0, является начальным состоянием, и одно из этих состояний, например Сn является конечным. Пусть переход из некоторого состояния Сi в некоторое состояние Ск сопровождается выдачей некоторого слова. Пусть зафиксированы все такие пары состояний, которые назовем связанными. Пусть теперь устройство проходит ряд цвязанных состояний от Со к Сn. Любую цепочку слов. полученную при такой операций, назовем фразой. Каждий набор фраз, произведенный некоторым устройством описанного вида, назовем языком с конечным чслом состояний, например, набор фраз the man comes “человек приходит” и the men come “люди приходят” может быть произведен следующим устройством, принимающим пять состояний: При переходе из С0 (начальное состояние) в С1 производится «пустое слово», при переходе из С1 в С2 производится слово the, из С2 устройство может перейти в два разных состояния С3 и С4, в первом случае производится слово man, во втором men, при переходе из С3 в С5 производится слово comes и при переходе из С4 в С5 слово come. С5 ‐ конечное состояние. |
Uno di questi stati, ad esempio S0, è lo stato di partenza e un altro, ad esempio Sn, è quello finale. Supponiamo che il passaggio dallo stato Si a uno stato Sk sia seguito dall’emissione di una parola. Supponiamo che tutte queste coppie di stati, che definiremo legati, siano state fissate. Supponiamo ora che il meccanismo passi attraverso una serie di stati collegati da S0 a Sn. Qualsiasi serie di parole, ottenuta durante questa operazione, sarà definita frase. Ogni serie di frasi, prodotta da un meccanismo del tipo descritto, sarà chiamata linguaggio con un numero finito di stati, ad esempio, la serie di frasi the man comes, “ l’uomo sta arrivando” e the men come, “gli uomini stanno arrivando”, possono essere prodotte dal seguente meccanismo, il quale comprende cinque stati: Durante il passaggio da S0 (stato di partenza) a S1 si produce una “parola vuota”, durante il passaggio da S1 a S2 è prodotta la parola the, da S2 la struttura può spostarsi verso due diversi stati, S3 e S4, nel primo caso producendo la parola man, e nel secondo caso men, durante il passaggio da E3 a E5 è prodotta la parola comes e durante il passaggio da S4 a S5 la parola come. S5 è lo stato finale. Partendo da questo esempio è possibile concludere che un linguaggio con un numero finito di stati deve essere costituito solo da un numero finito di frasi. |
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На самом деле это не так. Ведь из некоторого состояния устройство может вернуться в то же самое состояние, производя некоторое слово; пусть, например, устройство может переходить из С2 не только в С3 и С4, но и в С2, производя при этом слово old (старый, старые). Изобразим это на схеме стрелкой, выходящей из С2 и слова возвращающейся в С2: Тогда язык будет состоять из бесконечного набора фраз вида: |
Ma in effetti non è proprio cosi. Poiché da uno stato il meccanismo può tornare allo stesso stato, producendo una parola; supponiamo, per esempio, che la struttura possa passare da S2 non solo a S3 e S4, ma anche a S2, generando la parola old [vecchio, vecchi]. Rappresentiamo questa situazione nello schema, con una freccia che parte da S2 e torna allo stesso S2. In questo caso la lingua sarà costituita da una serie infinita di frasi come: Lo schema appare abbastanza semplice e comodo, poiché una serie finita di stati dà la possibilità di generare un numero infinito di frasi. È stato però dimostrato che questo schema, da un lato, possiede scarse capacità esplicative, cioè non contribuisce significativamente alla comprensione del processo di genesi delle frasi dell’uomo, ma dall’altro può essere sostituito da un modello più generale, il cui caso specifico è il linguaggio con un numero finito di stati (Homskij:422‐430; Revzin 1962:139). Più avanti analizzeremo in modo più approfondito il processo di genesi. Tuttavia è prima necessario notare il merito importante dello schema considerato: esso permette di applicare all’analisi della lingua l’apparato della teoria dell’informazione (paragrafo 12). |
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В теории информации уже рассматривались схемы, подобный схеме порождения языка с конечным числом состояний, с той только модификацей, что каждому переходу Сi → Ck приписывалась известная вероятность Рik (Эшби, гл. 9, 1959). C1 → C6 с выдачей слова this “этот” these “эти” woman women comes “идет” “ C8 → C0 “ C1 → C7 “ “ “ “ come “идут” Для случаев, когда из данного состояний Сi мы переходим в одно и только одно состаяние Ск, соотвествующая вероятность Pik = 1. Для остальных случаев мы можем определить частоту, исследуя на достаточно длинном тексте, сколько раз встречатеся: |
Nell’ambito della teoria dell’informazione sono già stati esaminati schemi simili a quello della genesi del linguaggio con un numero finito di stati, con una solo modifica, ovvero che ad ogni passaggio da S1 → Sk veniva registrata la probabilità nota Pik (Ashby, capitolo 9, 1959). S1 → S6 produzione parola S1→ S7 this ‘questo’ these woman women comes ‘arriva’ come “ “ “ “ “ con produzione di una parola vuota S8→S0 “ Lo schema generale avrà quest’aspetto: Nei casi in cui, da un dato stato S1, è possibile spostarsi solo verso lo stato Sk, la corrispondente probabilità sarà Pik = 1. Nel resto dei casi possiamo determinare la frequenza, analizzando in un testo sufficientemente lungo quante volte si incontra: |
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а) после this слова woman и man Проведенный анализ (правда, на небольшом материале) показал, что, по‐ видимому: P1.2 (the) > P1.6 (this) > P1.7 (these) P6.10 (woman) ≈ P6.3 (man) Эти результаты, очевидно, не случайны. Можно высказать предположение, что если в языке с конечным чслом состояний два слвоа принадлежат к одному грамматическому классу и одному семантическому классу, то условная вероятнность появления (после любого данного слова) одного из них приблизительно равна условной вероятности появления другого. Возможно, что в языках с конечным числом состояний имеет место и обратное, т. е. из того, что условная вероятность появления одного слова (после любого данного) приблизительно равна условной вероятности появления другого, следует их принадлежность к одному грамматическому и одному семантическому классу. Это предположение не опровергается тем, что вероятность появления man (человек) после the равна вероятность появления (люди), хотя они и принадлежат к разным грамматическими классам. Ведь после this (этот) вероятность появления man есть некоторое положительное число, в то времия как вероятность появления men (люди) практически равна нулю. То, что, по‐видимому, существует определенная связь между статистической и грамматико‐ семантической структурой текста, |
a)dopo this la parola woman e man L’analisi condotta (a dire la verità su una quantità di materiale abbastanza limitato) ha mostrato che, evidentemente: P1.2 (the) > P1.6 (this) > P1.7 (these) P6.10 (woman) ≈ P6.3 (man) Questi risultati, certo, non sono casuali. È possibile formulare un’ipotesi: se all’interno di un linguaggio con un numero finito di stati due parole appartengono a una stessa classe grammaticale e a un’area semantica, allora convenzionalmente la probabilità della comparsa (dopo qualsiasi parola data) di una di esse è approssimativamente pari alla probabilità di comparsa dell’altra. |
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правдоподобно и в силу следующих соображений. Наличие в языке целого ряда рязличных классов слов и обусловленное этим сложное структурное строение языка, наличие специфически лингвистической грамматики объясняется, по‐видимому, необходимостью в большой избыточной информации. По самим условям речевого общение язык немыслим как оптимальный код, т. к. он должен обладать очень большой помехоустойчивостью. В этой связи интересно следующее замечание Ингве: «Порядок и беспорядок в известной мере дополняют друг друга. Статистическая независимость преполагает отсутствие структуры, а любые отклонения от равновероятного исхода (any deviation of randomness) могут рассматриваься как‐показатель структурности» (Yngve, 1956, стр. 106). Для подобных исследований схема порождения с конечным числом состояний чрезвычайно полезна, т. к. она представляет собой наиболее простую модель грамматики. С другой стороны, интересно разобрать более сложные модели порождения, которые лучше отражают свойства реальных языков. |
Nella teoria dell’informazione viene mostrato il seguente fatto: più libera è la possibilità di legare tra loro i singoli elementi del codice, minore sarà la ridondanza (paragrafo 12). Se la lingua fosse costruita in modo che al suo interno la ridondanza fosse pari a zero, allora qualsiasi frase al suo interno sarebbe sensata, mentre lo schema della genesi dovrebbe essere costruito affinché da qualsiasi stato fosse possibile, con una uguale probabilità, il passaggio verso quelli rimanenti. Al contrario, quante più limitazioni sono poste sull’ordine di successione degli elementi, maggiore sarà la ridondanza del codice. L’esistenza all’interno della lingua di una serie di differenti classi di parole, la complessa struttura della lingua da ciò condizionata e l’esistenza di una grammatica specificatamente linguistica si spiegano apparentemente con la necessità di una grande ridondanza di informazioni. Secondo le condizioni stesse della comunicazione discorsuale, la lingua non può essere considerata un codice ottimale, poiché deve possedere una considerevole resistenza alle interferenze. A riguardo è interessante notare l’osservazione di Yngve: “Ordine e disordine, in una certa misura, si completano a vicenda. L’indipendenza statistica presuppone l’assenza di struttura, e qualsiasi deviazione da un esito prevedibile (any deviation of randomness) può essere considerata come indice di strutturalità” (Yngve:106, 1956). |
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Используя метод анализа по непосредственно состасляющим (НП)2, Н. Хомский построил порождающий процесс, который гораздо больше соотвествует лингвистической интуиции, а главное, оказывается гораздо более сильным, чем рассмотренный ранее (Ревзин, 1962, стр. 139). очень хороший Порождение осмысленной фразы можно представить себе следующим образом. Имеется исходный симбол Z0. Этот симбол заменяется какой‐то базисной конфигурацией. Далее, каждый из элементов конфигурации, в свою очередь, заменяется конфигурацией и т.д. |
Utilizzando il metodo di analisi dei costituenti immediati2, N. Homskij ha costruito un processo generativo che corrisponde in misura maggiore all’intuizione linguistica, e la cosa più importante è che si dimostra di gran lunga più forte di quello analizzato prima (Revzin:139, 1962). Esporremo le idee fondamentali di questo metodo di genesi, utilizzando il concetto di configurazione, accettato nella letteratura. Definiremo come configurazione: a) la sequenza di categorie grammaticali, che corrispondono allo scheletro della proposizione, cioè le classi che corrispondono a soggetto e predicato (tale configurazione sarà definita di base); b) la sequenza di categorie grammaticali che assolvono lo stesso ruolo di classe ( tale configurazione sarà definita secondaria). molto buono La genesi delle frasi sensate può presentarsi nel seguente modo. |
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Затем вступают в действие правила, заменяющие симболы классов отдельными словами. Пусть S1 ‐ класс, соответствующий существительному им. падежа, мн. числа V1 ‐ ” непереходному глаголу мн. числа, пр. времени V2 ” непереходному глаголу мн. числа, пр. времени A1 ” прилагательному им. падежа, мн. ч числа A2 ” прилагательному вин. падежа, ж. рода, ед. числа S2 ” существительному вин. падежа, ж. рода, ед. числа Тогда порождение фразы:
Заметим, что при всех заменах в левой части обязательно стоит один симбол, а в правой части может быть несколько симболов. Каждый ряд операций типа х → y приводит к преобразованию исходного символа, которое можно записать следующим образом: |
Successivamente entrano in azione le regole volte a sostituire i simboli delle classi con le singole parole. Sia S1 – una classe corrispondente al sostantivo, caso nominativo, V1 – una classe corrispondente al verbo intransitivo, plurale, tempo passato V2 – una classe corrispondente al verbo transitivo, plurale, tempo passato A1 – una classe corrispondente all’aggettivo, caso nominativo, plurale A2 – una classe corrispondente all’aggettivo, caso accusativo, genere femminile, singolare S2 – una classe corrispondente al sostantivo, caso accusativo, genere femminile, singolare Quindi la genesi della frase: come la seguente serie 1) 2) 3) 4) 5) 6) 7) 8) 9) di sostituzioni: Z0 → S1V1 A2 → grande Notiamo che, in tutte le sostituzioni, nella parte sinistra troviamo immancabilmente un solo simbolo, mentre nella parte destra si possono trovare più simboli. Ogni serie dell’operazione del tipo X → Y porta alla trasformazione del simbolo di partenza, il quale può essere trascritto nel seguente modo: |
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Z0 Такой ряд Хомский назвал выводом (derivation). Символы Z0, A, S, V и т.п. мы будем называть мета‐обозначениями. Совокупность заключительных строк задаваемых правилами данного типа, будем считать множеством осмысленных фраз, порождаемым данной грамматикой. Набор осмысленных фраз, т. е. заключительных строк вывода, Хомский назвал терминальным языком (terminal language). Рассмотренная модель интересна и с кибернетической точки зрения. На ее основе Ингве высказал следующую интересную гипотезу (Yngve, 1960). |
Z0 Homskij ha definito tale serie derivazione (derivation). L’insieme di frasi sensate, vale a dire delle linee conclusive della derivazione, è stato definito da Homskij terminal language. Il modello analizzato è interessante anche da un punto di vista cibernetico. Alla sua base, Yngve ha formulato la seguente interessante ipotesi (Yngve:1960). |
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Преположим, что человек действительно синтезирует фразы рассмотренным выше способом. Ясно, что он не выдает сразу готовую фразу, а выстраивает слова цепочкой, одно за другим, при этом он не всегда знает, как будет закончена фраза, начатая определенным словами. Фраза может быть, вообще говоря, сколько угодно длинной (примером может служить шутливое английское стихотворение “дом, который построил Джек”, известное у нас в переводе С. Маршака). С другой стороны, объем выстродействующей памяти человека, как показали экспериментально психологические исследования Миллера (Miller, 1956), весьма ограничен. Ингве предлагает модель, которая реализует эту ситуацию, а именно, машину, схема которой представлена на стр. 93. При этом в постоянной памяти содержатся правила вида Xi → Yj, в решающем устройстве производится сама операция замены, а в быстродействующей памяти хранятся те промежыточные сведения, которые необходимо запомить для выполнения некоторых операций. |
Supponiamo che l’uomo sintetizzi realmente le frasi nel modo sopra analizzato. È evidente che non viene subito rilasciata la frase compiuta, ma le parole vengono allineate a catena, una dopo l’altra; non sempre sa come terminerà la frase, iniziata con certe parole. La frase può essere, in generale, di una qualsiasi lunghezza (può servire come esempio la filastrocca cumulativa inglese “The house Jack Built” di Jimmy Raynor). D’altro canto, il volume della memoria di transito dell’uomo, come mostrato dalle ricerche psicologiche sperimentali di Miller (Miller:1965), è piuttosto limitato. Yngve propone un modello che realizza tale situazione, precisamente una macchina, il cui schema è rappresentato a pagina 93. In questo caso nella memoria a lungo termine vengono mantenute le regole del tipo Xi → Yj, nella struttura determinante viene effettuata la medesima operazione di sostituzione, mentre nella memoria di transito vengono conservate quelle informazioni intermedie che è necessario ricordare per l’esecuzione di alcune operazioni. |
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Например, для вывода сочетания: «одержали крупную победу» по правилам:
до того, пока не сработало четвертое правило, в быстродейстующей памяти надо хранить слово “победу”, которое может быть выдано (и стерто в быстродействующей памяти) лишь тогда, когда выведено слово “крyпную”. Из этого примера ясно, что быстродействующая память должна вмещать по кайней мере два слова, иначе невозможно произвести нужную нам последовательность слов. |
Ad esempio, per la derivazione della combinazione: “одержали крупную победу” ( hanno riportato una grande vittoria), secondo le regole:
fino all’entrata in azione della quarta regola è necessario conservare nella memoria di transito la parola “vittoria”, che può essere emessa (e cancellata nella memoria di transito) solo quando viene emessa la parola “grande”. Da questo esempio risulta chiaro che la memoria di transito deve accogliere almeno due parole, non sarebbe altrimenti possibile generare la successione di parole a noi necessaria. |
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Ингве показывает, что указанное устройство, при ограниченном объеме быстродействующей памяти, может производить фразы какой угодно большой длины, если деревья этих фраз суть прогрессивные конструкции. Регрессивными конструкциями Ингве называет деревья или поддеревья, где ветвление происходит в левых точках, т. е. имеющие вид: Именно за счет таких конструкций и повышаются требования к объему быстродействующей памяти. Ингве считает, что: |
Yngve mostra che la struttura indicata, dato il volume limitato della memoria di transito, può produrre frasi di qualsiasi lunghezza se l’albero generativo di queste frasi è costituito dalle costruzioni progressive. Yngve definisce gli alberi, o sottoalberi, costruzioni regressive, dove le diramazioni si originano dai punti di sinistra, prendendo cioè la seguente forma: Proprio per queste costruzioni aumentano le esigenza del volume della memoria di transito. Yngve ritiene che: |
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а) фразы, действительно употребляемые в разговорном языке, имеют регрессивные построения ограниженной длины; Гипотеза Ингве проходит в настоящее время экспериментальную проверку . Имеется ряд веских возражений против этой гипотезы (в частности, высказанных Хомским и Лизом ). Тем не менее, основное стремление Ингве ‐ связать механизм порождения текста с особенностями быстродействующей памяти ‐ заслуживает самого серьезного внимания. В частности, мы увидим, в § 31. что гипотеза б) имеет важное значение для понимания явлений устного перевода. Как ни важна, однако, модель непосредственных составляющих для монимания явлений языка, имеется, как выяснилось, ряд фраз, которые не могут быть объяснены на основании этой модели (Хомский; Ревзин. 1962). В качестве примера приведем ряд немецких фраз: 1. Gestern baute er das Haus. “Вчера стоил он дом “. 2. Wie hat er das Haus gebaut? “Как он строил дом?” 3. Das Haus wird von ihm gebaut. “Дом строится им”. Эти фразы не могут быть произведены методом непосредственных составляющих по следующим соображениям: а) При порождении этим методом лйюбая фраза должна делиться на две непрерывные части (соответствущие субъекту и предикату), а в наших фразах этого нет; |
a) le frasi realmente utilizzate nella lingua colloquiale possiedano una struttura regressiva di lunghezza limitata; L’ipotesi di Yngve, al momento, è in fase di verifica sperimentale. Ci sono schiere di obiezioni convincenti contro suddetta ipotesi (formulate in particolare da Homskij e Lees). Ciononostante, la principale aspirazione di Yngve, stabilire una relazione tra il meccanismo della generazione del testo e le particolarità della memoria di transito , merita la più seria attenzione. In particolare, vedremo nel paragrafo 31 che l’ipotesi b) ha importante significato per la comprensione del fenomeno della traduzione orale. È a sua volta importante, tuttavia, il modello dei costituenti immediati per la comprensione dei fenomeni della lingua; esiste, come è stato chiarito, una serie di frasi che non possono essere spiegate sulla base di questo modello (Xomskij; Revzin:1962). In qualità d’esempio riportiamo una serie di frasi in tedesco: 1. Gestern baute er das Haus. “Ieri ha costruito la casa”. “Come ha costruito la casa?” Queste frasi non possono essere prodotte dal metodo dei costituenti immediati per le seguenti considerazioni: |
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б) Интуитивно можно сказать, что все три фразы получены из фразы er baut das Haus, которую, в свою очередь, можно, например, получить из конфигурации: субъект – предикат (er baut). Одноко легко убедиться, что нет такого преобразования, при котором фразы 1‐3 получаются из фразы er baut das Haus при помощи замены только одного элемента конфигурацией (без изменения порядка следования других элементов). в) При порождении фраз конфигурационным методом каждая замена Х1 → Y1 не зависела от других замен, произведенных ранее. Здесь же замена baut на wird gebaut связана с заменой er на von ihm. |
b) intuitivamente si può affermare che tutte e tre le frasi sono state ottenute dalla frase er baut das Haus, la quale a sua volta può essere ottenuta dalla configurazione: soggetto – predicato (er baut). Tuttavia si verifica facilmente che non c’è tale trasformazione, per cui le frasi 1‐3 sono ottenute dalla frase er baut das Haus con l’aiuto della sostituzione di un solo elemento della configurazione (senza una modifica dell’ordine degli altri elementi). c) Durante la generazione delle frasi attraverso il metodo della configurazione qualsiasi sostituzione Xi → Yj non dipende da altre sostituzioni effettuate precedentemente. Qui la sostituzione di baut con wird gebaut è legata alla sostituzione di er con von ihm. |
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T2. er hat → wie hat er ф1 Z → er ging Эти преобразования порождают следующие ядра: er ging Наши фразы 1‐3 получаются применением следующих преобразований: 1 фраза: ф1, ф2, ф3, T1 2 фраза: ф1, ф2, T3, T2 3 фраза: ф1, ф2, T4 |
T2. er hat → wie hat er F1 Z → er ging Queste trasformazioni generano le seguenti frasi del nucleo: er ging Le nostre frasi 1‐3 sono ottenute dalla messa in atto delle seguenti trasformazioni: 1 frase: F1, F2, F3, T1 2 frase: F1, F2, T3, T2 3 frase: F1, F2, T4 |
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Трансформации могут иметь самую разнообразную форму. Это могут быть трансформации, преобразующие: б) фразу в фразу, например, T4 Большинство предложений нашего языка содержит некоторые трансформации, например, взятое наугад (стр. 615) предложение из “Краткого курса математического анализа” А. Я. Хинчина: “В создании строгой теории бесконечнык рядов одновременно с Коши фундаментальные результаты были получены Абелем”. Оно получено из следующих предложений: 1) Некто создавал строгую теорию бесконечных рядов 3) Абель получил фундаментальные результаты, т. е. в создании этого предложения участовали по крайней мере две трансформации: |
Le trasformazioni possono assumere le più molteplici forme e possono coinvolgere: a)parti di frasi all’interno di parti di frasi, come nel caso di T2 o T3 b)una frase all’interno della frase, come ad esempio in T4 La maggioranza delle frasi nella lingua russa contiene alcune trasformazioni, come ad esempio la proposizione scelta a caso da “Breve corso di analisi matematica” di A. Ja. Chinčin (pagina 615): “Nella creazione della rigida teoria delle serie infinite contemporaneamente a Koši, risultati fondamentali sono stati ottenuti da Abel’”. Questo è ottenuto dalle seguenti proposizioni: 1) Hекто создавал строгую теорию бесконечных рядов [Qualcuno ha elaborato una rigida teoria di serie infinite] |
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а) некто создавал теорию → создание теории и два правила объединения, которые также можно рассматривать как трансформацию: г) при совпадении предикатов у 2) и 3) действует правило: Коши делал нечто → одновременно с Коши. Прямая А пересекает прямую В, и прямая А пересекает прямую Y, Прямая А пересекает прямую В и прямую Y. |
a)некто создавал теорию [qualcuno ha elaborato la teoria] → создание теории [elaborazione della teoria] e due regole di associazione, che possono a loro volta essere considerate trasformazioni: c)nell’associazione delle proposizioni 1), 2) e 3) opera una regola: создание [elaborazione] → в создании [nella creazione] d) nel caso coincidano i predicati delle proposizioni opera allora la regola: Коши делал нечто [Koši ha fatto qualcosa] → одновременно с Коши [contemporaneamente a Koši]. L’introduzione all’interno della proposizione di elementi analoghi può essere effettuata con l’aiuto di un algoritmo, proposto da E. V. Padučeva (Padučeva, pag. 17‐18). Tale algoritmo può essere costituito nel seguente modo. L’algoritmo deve comparare gli alberi sintattici delle due proposizioni composte, e se si dimostra che certe parti di questi alberi sono occupate da parole equivalenti (cioè serie corrispondenti che coincidono in tutto, tranne che nel numero d’ordine della parola nella proposizione) , allora questi due alberi possono “congiungersi” , cioè abbandonare quella parte della seconda proposizione che è presente al suo interno come anche, identica, nella prima proposizione, mentre la parte rimanente è introdotta nella prima proposizione con l’aiuto della congiunzione copulativa. Come risultato di tale operazione è possibile ad esempio, da due proposizioni composte: “La retta A interseca la retta B”, e “La retta A interseca la retta Y”, “La retta A interseca la retta B e la retta Y”. Gli alberi possono congiungersi “dall’alto”, come nel caso precedente, dove due proposizioni composte hanno identici soggetti e predicati, come anche “dal basso”, come nel caso della proposizione: |
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Прямая А и прямая В пересекают прямую Y, где вершины деревьев различны, а совпадающими являются нижние части деревьев, начиная со сказуемого. § 19. Трансформация как внутриязыковой перевод Поэтому мы определим трансформацию как перевод внутри языка или, точнее, тот частный случай перевода по схеме No 4, при котором ИЯ совпадает с ПЯ (см. понятие внутриязыкового перевода в § 6). Отличие трансформации от межъязыкового перевода, между прочим, состоит в том, что при трансформации нам не приходится сталкиваться с разной категоризацией действительности. Представляет значительный интерес классификация информаций, предложенная Л. Теньером4. В основу своей классификации Теньер положил части речи, которые он обозначает симболами, соответствующими окончаниями частей речи в эсперанто: О (существительное), А (прилагательное), I (глагол), E (нарече). При этом он различает два основных типа трансформаций: к первому относятся трансформации полнозначного слова ‐ члена предложения в слово иной категории (трансформации первой степени), ко второму ‐ трансформация всего предложения (трансформации второй степени). Внутри каждого из этих типов выделяются трансформации простые, двойные, тройные и т. д., в зависимости от количества трансформаций, которым подвергается базисная конструкция. |
La retta A e la retta B intersecano la retta Y, dove le sommità degli alberi sono differenti, mentre coincidono le parti inferiori degli alberi, a partire dal predicato. 19. La trasformazione come traduzione intralinguistica |
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Трансформации далее классифицируются, исходя из характера результирующей (а не исходной) категории. Рассматриваются, следовательно, трансформации в существительное, прилагательное, нарече и глагол. К простым трансформациями первой степени Тенеьер относит следующие: трансформация прилагательного, наречия, глагола в существительное, трансформация существительного, наречия и глагола в прилагательное, трансформация существительного, прилагательного и глагола в нарече, трансформация существительного, прилагательного и наречия в глагол. Соответственно описываются двойные, тройные е т. п. трансформации первой степени. Так, согласно Теньеру, двойная трансформация первой степени по формуле I > O > E представляет собой трансформацию личной глагольной формы в отглагольное существительное (I > O) и далее в неречие (O > E), например: Ср: Je vous défends de sortir, Bernard cherche à comprendre. Здесь, по теории Теньера, неопределенная форма есть глагол, преобразованный в существительное (первая трансформация), а последнее при помощи предлога de превращается в функциональный эквивалент наречия, играя ту же роль, что, например, rigoureusement (Ср. Je vous défends rigoureusement). То же относится и к форме à comprendre. Факты перевода, по‐ видимому, подтверждайют целесообразность такого подхода, т. к., например, при переводе на немезкий язык подобных конструкций появляется подлинное отглагольное существительное (I > O), причем образуется предложная группа, часто действительно играйющая обстоятельственную роль (O > E). |
Le trasformazioni sono inoltre classificate in base alla natura della categoria risultante (e non di partenza). Sono analizzate quindi le trasformazioni in sostantivo, aggettivo, avverbio e verbo. Tra le trasformazioni semplici di primo livello Tesnière colloca quanto segue: la trasformazione dell’aggettivo, dell’avverbio, del verbo in sostantivo, la trasformazione del sostantivo, dell’avverbio e del verbo in aggettivo, la trasformazione del sostantivo, dell’aggettivo e del verbo in avverbio, la trasformazione del sostantivo, dell’aggettivo e dell’avverbio in verbo. Di conseguenza le trasformazioni doppie, triple e cosi via sono descritte come trasformazioni di primo livello. Je vous défends de sortir, Bernard cherche à comprendre. Qui, secondo la teoria di Tesnière la forma indeterminata è rappresentata dal verbo, trasformato in sostantivo (prima trasformazione), mentre quest’ultimo, con l’aiuto della preposizione de si trasforma nell’equivalente funzionale dell’avverbio, svolgendo lo stesso ruolo di rigoureusement (je vous défends rigoureusement). Questo riguarda anche la forma à comprendre. Nei fatti la traduzione conferma la convenienza di questo approccio poiché ad esempio, durante la traduzione di simili costruzioni in tedesco compare un vero sostantivo deverbale (I > O), e nello stesso tempo si costituisce un gruppo preposizionale, che effettivamente spesso ricopre una funzione circostanziale (O > E). |
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Ср: Il se décidra a traiter. Er entschloß sich zur Unterhandlung. Трансформация (I > O > E) свойственна и русскому языку. Ср.: «от нечего делать», полученное трансформацией инфинитива в нарече посредством предлога “от” (аналогично французкому предлогу de). Трансформация второй степени (обозначается ») описывает преобразование назависимого предложения в подчиненное. Сюда относятся трансформации I » O (Je dis + Alfred a raison » je dis qu’ Alfred a raison, где подчиненное предложение выступает в функции существительного). I » A (les livres que vous avez, где подчиненное предложение выступает в функции прилагательного), I » E (je vous ai reçu + vous êtes arrivés → je vous ai reçu quand vous êtes arrivés, где подчиненное предложение функционирует как наречие. Легко заметить, что эти трансформации описывают дополнительное, определительное и обстоятельственное предложение. Трансформация второй степени, как и трансформация первой степени, может быть многократной, т. е. состоять из нескольких глаголов. Так, сложноподчиненное предложение J’approuve ce que vous faites описывается как двойная трансформация: vous faites ( I » A) + que vous faites » ce que vous faites (A » O). Некоторые трансформации Теньер называет эллиптическими. Так, двойной трансформации второй степени по формуле I» E » O в немецком языке может соотвествовать во французком эллиптическая трансформация I » O. Ср. Lehren, wie man vorsichtig sein muß – enseigner la prudence (cp. понятие модуляции в § 20). Теория трансформаций дает возможность решить вопрос о конструктивной омонимии. |
Il se décida à traiter. Er entschloß sich zur unterhandlung. La trasformazione (I > O > E) è propria anche della lingua russa. “от нечего делать”, è ottenuta dalla trasformazione dell’infinito in avverbio per mezzo della preposizione “от” (analogamente alla preposizione francese de). La trasformazione di secondo livello (indicata dal simbolo ») caratterizza la trasformazione della preposizione indipendente in subordinata. Qui è mostrata la trasformazione I » O (Je dis + Alfred a raison » je dis qu’Alfred a raison, dove la proposizione subordinata agisce in funzione del sostantivo), I » A (les livres que vous avez, dove la proposizione subordinata agisce in funzione di aggettivo), I » E (je vous ai reçu + vous êtes arrivés → je vous ai reçu quand vous êtes arrivé, dove la proposizione subordinata opera come avverbio. Si nota facilmente che queste trasformazioni caratterizzano una proposizione complementare, attributiva e circostanziale. La trasformazione di secondo livello, come anche la trasformazione di primo livello, può essere multipla, cioè costituita da più verbi. Quindi il periodo per subordinazione J’approuve ce que vous faites è descritto come doppia trasformazione: vous faites → que vous faites (I » A) + que vous faites » ce que vous faites (A » O). Alcune trasformazioni sono definite da Tesnière come ellittiche. Così, alla trasformazione doppia di secondo livello in base alla formula I » E » O della lingua tedesca può corrispondere, nella lingua francese, la trasformazione ellittica I » O. Lehren, wie man vorsichtig sein muß – enseigner la prudence (vedi il concetto di modulazione nel paragrafo 20). La teoria della trasformazione da la possibilità di risolvere la questione riguardante l’omonimia costruttiva. |
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Если одна и та же цепочка симболов получается при двух разных трансформациях, то мы будем говорить, что эта цепочка является конструктивныйм омонимом. В качестве примера приведем случай совпадения так называемого субъектного и отглагольном существительном. Если мы имеем совокупность слов die Entdekkung dieses Laboratoriums “открытие лаборатории”, то ее можно объяснить как возникшую в разультате трансформации фразы: Das Laboratoriums entdeckt etwas → die Entdeckung des Laboratoriums “лаборатория нечто открыла” → “открытие лаборатории” или в результате трансформации фразы: Man entdeckt das Laboratorium → die Entdeckung des Laboratoriums “нечто открыл (обнаружил) лабораторию → открытие лаборатории”. B терминах трансформационного порождения может быть изложена одна проблема, которая имеет долгую историю и играет больщую роль в теории перевода и грамматической стилистике. Речь идет о том случае, когда две разные грамматические конструкции, например, в немецком языке причастный оборот и предложная конструкция с отглагольным существительным имеют одно и то же значение. |
Se una stessa serie di simboli è ottenuta tramite due diverse trasformazioni , allora affermeremo che questa serie è un omonimo costruttivo. In qualità di esempio riportiamo il caso di coincidenza del cosiddetto caso genitivo del soggetto e dell’oggetto con sostantivo astratto deverbale. Se ci è dato l’insieme di parole die Entdekkung dieses Laboratoriums, apertura del laboratorio, allora questo può essere interpretato come risultato della trasformazione della frase: Das Laboratorium entdeckt etwas → die Entdeckung des Laboratoriums “лаборатория нечто открыла” → “откритие лаборатории” [apertura del laboratorio] Man entdeckt das Laboratorium → die Entdeckung des Laboratoriums “нечто открыл (обнаружил) лабораторию [qualcuno ha aperto (mostrato) il laboaratorio] → “откритие лаборатории” [apertura del laboratorio]. In termini di generazione trasformativa può essere esposto un problema che ha alle spalle una lunga storia e il quale ricompre un importante ruolo nella teoria della traduzione e nella stilistica grammaticale. Si tratta di quel caso in cui due diverse costruzioni grammaticali, ad esempio nella lingua tedesca, la costruzione participiale e la costruzione preposizionale con sostantivo deverbale, hanno lo stesso significato. 1) Näher tretend, hörte er Klänge einer Blechmusik (Bredel, “Parenti e amici”). |
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2) «Ага», ‐ сказал он, подойдя ближе. Явлению грамматической синонимии давались различные определения; по‐ видимому, наиболее удачным является определение Балли, который рассматривал грамматическую синонимию как частных случай замещения (supplétion): «Замещающие знаки имеют в точности одно и то же значение, но разные означающие» (Балли, стр. 196 – 198, 1955). Приводя примеры замещающих знаков, Балли, между прочим, говорит: «Отметим попутно, что герундий транспонирует глагол в существительное: Il lit en se promenant – Il lit pendant sa promenade. – “Он читает, прогуливаясь” ‐ “Он читает во время прогулки”. Однако все попытки определения этого явления наталкивались на напреодолимые трудности, связанные с неясностью выражения «иметь одно и то же значение» или «иметь близкое значение». Мы будем называть две конструкции грамматически синонимичными, ецли они: б) входят в предложения, полученные одно из другого путем трансформации. Вернемся теперь к определению понятия трансформации в § 18. На основании этого определения можно сделать одно существенное утверждение: Во фразах ядра некоторого языка нельзя найти две фразы, содержащие грамматические синонимы. Это очевидно, т. к. фразы ядра порождаются без обращения к какой‐либо трансформации. Итак, имеется по крайней мере два подъязыка, один ин которых, а именно, ядро, является идеализацией понятия «нейтральный стиль», рассматриваемого в стилистике. |
2) “Ага”, ‐ сказал он, подойдя ближе |
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Что касается второго подъязыка, то его можно также рассматривать как целую совокупность подъязыков, причем каждый из подъязыков может быть охарактеризован теми трансформациями, при помощи которых получены фразы этого подъязыка. Тогда мы можем получить объективные характеристики того, что обычно называется «функциональным стилем». В самом деле, трансформации типа: Er legt etwas zugrunde → Zugrundelegung “Он кладает нечто в основу” → “положение в основу” “Он соблюдает принципы” “соблюдение принципов” характерны для делового стиля, а трансформации типа: Er legt etwas zugrunde → etwas zugrundelegend для описаний в художественной литературе. В то же время в разговорной речи неупотребительны ни те, ни другие трансформации. |
Per quanto riguarda il secondo sottolinguaggio, questo può anche essere considerato come un intero insieme di sottolinguaggi; ciascun sottolinguaggio può essere caratterizzato da quelle trasformazioni per mezzo delle quali si ottengono frasi di tale sottolinguaggio. Possiamo allora ricavare le caratteristiche oggettive di quello che è generalmente definito “stile funzionale”. Effettivamente trasformazioni del tipo: Er legt etwas zugrunde [pone qualcosa alla base] → Zugrundelegung [il porre alla base] “Oн кладет нечто в основу” → “положение в основу”. Er hält die Prinzipien ein [osserva i principi] → Einhaltung der Prinzipien [osservanza dei principi] sono tipiche dello stile ufficiale, mentre trasformazioni del tipo: Er legt etwas zugrunde [pone qualcosa alla base] → etwas zugrundlegend [porre qualcosa alla base] sono usate per le descrizioni in ambito letterario. Allo stesso tempo nella comunicazione discorsuale non sono impiegate né queste, né altre trasformazioni. |
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§ 20. Семантика в порождающей модели. Понятие модуляции Все дело, однако, в том, что тогда число соответствий становится очень большим (даже бесконечным, если допустить, что словарь всегда может пополняться новыми словами). Если бы удалось выделить небольшое число элементарных единиц, к комбинации которых можно было бы свести значение каждого слова, то задача установления соответствий существенно упростилась бы. По‐видимому, именно такое описание личше всего моделирует деятельность человека в процессе перевода. |
20. La semantica nei modelli di generazione. Il concetto di modulazione È chiaro certo che il processo traduttivo può essere descritto anche in relazione a tale modello di generazione (nella maggior parte dei manuali di traduzione sono analizzati separatamente le trasformazioni grammaticali e il riempimento lessicale e non si suppone in realtà niente di simile). In questo caso è necessario costruire anche il linguaggio d’intermediazione come sistema di corrispondenze tra parole complete e frasi (analogamente al dizionario bilingue o al dizionario fraseologico, proposto in manuali del tipo menzionato). Sta di fatto però che allora il numero delle corrispondenze diventa molto consistente (persino infinito se si ammette che il lessico può sempre arricchirsi con nuovi termini). |
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Это соображение позволяет более чекто сформулировать вопрос о том, какие единицы целесообразно считать исходными и как должен быть устроен язык.постредник, в котором эти единицы записаны. Некоторые соображения были высказаны в этой связи В.В. Ивановым (Иванов, 1957, стр. 56). Они сводятся к следующему. Все множество слов разбивается на ряд «семантических полей», например, поле слов, обозначающих деятеля, поле слов, обозначающих умственные способности людей и т. п. «Значение каждой лексической единицы можно рассматривать как множество, состоящее из счетного числа «сем» (или «семантических дифферемциальных признаков»). Выбор «сем», из которых состоит значение данной лексической единицы, определяется числом семантических полей, в которые входит эта единица» (там же). Возьмем для примера группу русских слов, описывающих имущественные отношения (ср. “дать”, “дарить”, “завещать”, “обменивать”, “продать”, “приобретать, “наследовать”, “получать”, “отнимать”, “лишать”, “присваивать” и т. п.). Каждое из этих слов можно представить как сложное синтаксическое образование, описывающее ситуацию, в которой взаимодействуют две стороны (А, В) и некоторый объект (О). Элементарным для всех слов этой группы является значение “иметь”. Этим не сказано, что слово “иметь” не может быть разложено на более элементарные семантические единицы: достаточно указать на то, что оно описывает ситуацию, в которой участвует субъект (А) и объект (О), между которыми существует некоторое отношение бытия (ср. : “город имеет библиотеку” ‐ “в городе есть библиотека” ‐ “библиотека этого города” и т. п.). |
Questa considerazione consente di formulare più chiaramente la questione di quali unità considerare opportunamente come iniziali e di come dovrebbe essere costruito il linguaggio d’intermediazione, all’interno del quale tali unità sono inserite. Alcune considerazioni a riguardo sono state formulate da V. V. Ivanov (Ivanov:56, 1957), e consistono in quanto segue. L’intero insieme di parole si divide in una serie di “campi semantici”, ad esempio il campo di parole che fanno riferimento alla personalità, il campo di parole che fanno riferimento alle capacità intellettive delle persone e cosi via. “Il significato di ogni unità lessicale può essere considerato un insieme composto dal numero di calcolo “sette” (o “segni semantici differenziali”). La scelta di “sei”, dei quali si costituisce il significato della data unità lessicale si configura come un numero di campi lessicali nei quali si inserisce questa unità”. Prendiamo come esempio il gruppo di parole russe che descrivono i rapporti di proprietà (дать [dare], дарить [donare], завещать [lasciare in eredità], обменивать [sostituire], продать [vendere], приобретать [acquistare], наследовать [ereditare], получать [ricevere], отнимать [sottrarre], лишать [togliere], присваивать [impadronirsi] eccetera). Ognuna di queste parole può essere presentata come una complessa costruzione sintattica che caratterizza la situazione in cui interagiscono due parti (A, B) e un oggetto (O). Basilare per tutte queste parole è il significato иметь [avere]. Questo non significa che la parola иметь [avere] non possa essere scomposta in unità semantiche ancora più elementari: è sufficiente indicare che questa caratterizza la situazione in cui hanno parte un soggetto (A) e un oggetto (O), tra i quali esiste una relazione di struttura (“город имеет бибиотеку” ‐ la città ha una biblioteca ‐ в городе есть бибиотека ‐ in città c’è una biblioteca‐ eccetera). |
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Но именно тот факт, что глагол “иметь” описывает ситуацию, в которой участвуют лишь 2 элемента, в отличие от слов группы, описывающей имущественные отношения, в которых, как уже сказано, участвуют 3 элемента, дает основание использовать значение этого слова в качестве элементарного для семантического описания этих последних. Так, слово “дать” будет представлено как состоящее из следующих семантических единиц: 1) каузировать (“сделать так, чтобы…”, фр. Faire, англ. Make, нем. lassen), 2) иметь, т, е. посредством этого слова описывается ситуация, характериизующаяся тем, что А каузирует имение О для В (Ср. : А дает книгу В). Слово “дарить” будет представлено так: 1) каузировать, 2) имееть, 3) безвозмездность. Поскольку каузировать + иметь → дать, то сово “дарить” может быть представлено как дать + безвозмездность. Получаем следующую, примерно, таблицу порождения некоторых слов, обозначающих имущественные отнощения: 1) каузировать + иметь → дать Легко заметить, что приведенные здесь слова определяютося со стороны А, каузирующего имение: (Ср. фр. faire avoir – “дать”, faire don ‐ “подарить”). Но так как речь идет о двустороннем отношении, то мы можем изобразить соответствующую ситуацию и со стороны В. |
Ma proprio il fatto che il verbo иметь [avere] caratterizza una situazione cui prendono parte solo 2 elementi, diversamente dalle parole dei gruppi che descrivono i rapporti di proprietà, nei quali, come è già stato detto, partecipano 3 elementi, pone le basi per l’utilizzo del significato di questa parola in qualità di elemento principale per la descrizione semantica di questi ultimi. Quindi la parola дать sarà rappresentata come costituita dalle seguenti unità linguistiche : 1) каузировать [causare] (сделать так, чтобы – fare in modo tale che.., francese: faire, inglese: make, tedesco: lassen), 2) иметь, cioè per mezzo di questa parola viene descritta una situazione caratterizzata dal fatto che A determina il possesso di O per B (А дает книгу B – A da un libro a B). La parola дарить [donare] sarà cosi rappresentata: 1) каузировать [causare] 2) иметь [avere] 3) безвозмездность [gratuità]. Poiché каузировать [causare] + иметь [avere] → дать [dare], allora la parola дарить [donare] può essere rappresentata come дать [dare] + безвозмездность [gratuità]. Otteniamo ad esempio la seguente tabella di generazione di alcune parole che fanno riferimento ai rapporti di proprietà: 1)каузировать [causare] + иметь [avere] → дать [dare] 3)дать [dare] + в обмен на деньги → продать [vendere] Si nota facilmente che le parole qui riportate sono definite da A, che definisce la reggenza: (vedi frase: faire avoir – дать, fair don – подарить). Ma cosi come il linguaggio si costituisce sulla base di relazioni bilaterali, è possibile rappresentare la corrispondente situazione come definita da B. |
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Нам достаточно для этого поменять действующие стороны местами, вместо А каузировать + иметь О для В (т. е. “дать”) писать: В каузировать + иметь О для А, обозначив, таким образом, слово “получать”. Для отношения (2) получим слово “получать в дар”, для отношения (3) ‐ слово “покупать”. Легко заметить, что выражаемые таким образом отношения сходны с залоговыми отношениями: с семантической точки зрения (именно этот подход представляет преимущественно интерес для теории перевода) нет приниципальной разницы между выражением смысла лексическими или нелексическими спредствами. (Ср. англ. B. is given a book by A. = B. receives a book from A., т. е. по‐русски В. получает книгу от А, или же дает книгу В.) От этих отношений отличаются семантически отношения транзитивности‐ рефлективности: “брать”, как и “дать”, значить каузировать имение, но “дать” = А каузирует имение О для В, “брать” = В каузирует имение О для В. Вполне возможна ситуация, при которой А дает В некоторый объект, а В этот объект не берет. Проиллюстрируем теперь, каким образом можно описать значения русских слов: “иметь”, “дать”, “лишить”, “брать”, “потерять”, “отнять”, “купить”, “присвоить”, “продать”, “дарить” при помощи четырех элементарных признаков: |
Ci è sufficiente scambiare di posto le parti attive, al posto di A каузировать [far fare] + иметь [avere] O, B (cioè дать – dare) scrivere: B каузировать [far fare] + иметь [avere] O con A, assumendo cosi il significato della parola получaть [ricevere]. Attraverso la relazione (2) otteniamo la parola получaть в дар [ricevere in dono], attraverso la relazione (3), la parola покупать [comprare]. Si nota facilmente che le relazioni rappresentate in questo modo appaiono come relazioni di pegno: da un punto di vista semantico (questo approccio in particolare presenta un interesse specificamente per la teoria della traduzione) non esiste una differenza sostanziale tra le espressioni di senso attraverso mezzi lessicali e non lessicali. (vedi inglese : B. is given a book by A. = B. receives a book from A., cioè in russo B. получает книгу от А, oppure А дает книгу B). È da queste relazioni che si distinguono da un punto di vista semantico le relazioni di riflessività: “брать” [prendere], come anche “дать” [dare], ha il significato di determinare il possesso, ma “дать” = A determina il possesso di O per B, “брать” = B determina il possesso di O per B. È del tutto plausibile una situazione in cui A da a B un oggetto, ma B non lo prende. Illustriamo ora in che modo è possibile descrivere il significato delle parole russe: “иметь” [avere], “дать” [dare], “лишить” [sottrarre], “брать” [prendere], “потерять” [perdere], “отнять” [sottrarre], “купить” [comprare], “присвоить” [impossessarsi], “продать” [vendere], “дарить” [donare], con l’aiuto di quattro proprietà principali: 1) possesso |
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Можно представить себе, что значения соответствующих слов порождаются из более простых. Мы изобразим этот процесс при помощи дерева, причем условимся слева изображать положительные значения соотвествующего признака (+), а спарава ‐ отрицательные значения (‐). На этой схеме нейтрализуются два разных значения: каузировать имение (вне зависимости от объекта) = “дать1” и каузировать имение не для себя = “дать2”, поскольку в русском языке в обоих случаях употребляется одно и то же слово “дать”. Во французком языке в значении “дать1” употревляется faire avoir, в значении “дать2” употребляется donner. В нашей схеме использовалась лишь одна логическая операция, а именно отрицание. |
È possibile presupporre che i significati delle parole corrispondenti siano generati da strutture più semplici. Rappresenteremo questo processo con l’aiuto di un grafico ad albero e stabiliremo di rappresentare a sinistra i significati positivi con il segno (+), mentre a destra quelli negativi con il segno (‐). In questo schema sono neutralizzati due diversi significati: determinare il possesso (senza dipendere dall’oggetto) = “дать1” e determinare il possesso non per sé = “дать2”, poiché in russo in entrambi i casi è utilizzata una stessa parola “дать”. In francese nel caso del significato di “дать1” si utilizza faire avoir, mentre nel caso del significato “дать2” si utilizza donner. Nel nostro schema è utilizzata una sola operazione logica, precisamente la negazione. |
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Разумеется, можно использовать и другие операции, например, конъюнкцию, образуя из определенных выше пучков признаков более сложные, связанные союзом “и”. Так, можно определить: обмениваться = А каузирует имение для В, и В каузирует имение для А (“дать” + “взять”); украсть = А каузирует неимение для В и А каузирует имение для себя без оплаты (отнять + присвоить); Аналогичный процесс порождения можно было бы построить для случая, когда исходным значением было бы имение не материального объекта, а некоторых знаний (тогда “дать2” соответствовало бы “преподавать”, нем. lehren, фр. enseigner, рум. Învăța и т. д., а “украсть” соответствовало бы “плагиировать”). Ясно, что каждое изописанных значений может модифицироваться прибавлением новых признаков, карактерных не для всей группы, а только для одного слова. Так, прибаблением признака “посмертно” к совокупности признаков слова “дарить” можно получить слово “завещать” и т. п. Такой процесс порождения можно было бы назвать лексической трансформацией. Удобнее, однако, терминологически отграничить понятия семантические от понятий грамматических. Процесс порождения, при котором соверщается переход от одного слова к другому с сохранением основного значения мы будем называть модуляцией5. |
Senza dubbio possono essere impiegate anche altre operazioni, come ad esempio la congiunzione, formando dai gruppi di segni sopra definiti, altri segni più complessi, legati dalla congiunzione “и” [e]. |
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Так, переход от слова “лишить” к слову “отнять” будет модуляцией. Мы показали, каким образом анализируются слова, близкие друг к другу по смыслу (или, как мы будем говорить дальше, относящиеся к одному «смысловому ряду»). Заметим, что такие группы очень легко выделяются, если использовать следующую систему определений: |
Quindi, il passaggio dalla parola лишить [privare] alla parola отнять [sottrarre] sarà definito modulazione. Abbiamo mostrato in che modo sono analizzate le parole simili l’una all’altra per senso (oppure, come diremo più avanti, che possono essere attribuite a una “serie di sensi”). |
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Г) Будем говорить, что х и y относятся к одному смысловому ряду, если можно построить такую цепочку слов Х0, Х1, Х2……Хn, что 1) Хi‐1 полусинонимичны или полуантонимичны (0 ≤ I ≤ n) и 2) Х0 = х и Хn = y. Легко доказать, что смысловые ряды не пересекаются. Понятие смыслового ряда интересно тем, чт внутри него всегда возможна модуляция (можно уточнить понятие модуляции в свою очередь не выводила за пределы смыслового ряда). Важность этого понятия интуитивно всегда сознавалась в теории перевода. К сожалению, приниципы выделения того, что называлось «синонимическим рядом», «переводическими синонимами», «антонимическим переводом» не были достаточно четко выяснены. Из определения модуляции видно, что это понятие включает также порождение слов, называемых обычно идеографическими синонимами, т. е. слов, отличающихся не только употребляемостью в том или ином подъязыке, но и количеством элементарных значением (фактом оплаты). |
C) Affermeremo che x e y appartengono a un’unica serie di senso se è possibile costituire una serie di parole x0, x1, x2…xn, tale per cui 1) xi‐1 e xi siano semisinonimici o semiantonimici(0≤ i≤ n)e2)x0=xexn=y. È semplice dimostrare che le serie di senso non si intersecano. Il concetto di successione di senso è interessante in quanto al suo interno è sempre possibile la modulazione (si può rendere più preciso il concetto di modulazione affermando che questa a sua volta non oltrepassa i confini delle serie di senso). L’importanza di questo concetto è stata sempre intuitivamente riconosciuta nell’ambito della teoria della traduzione. Purtroppo, i principi di distinzione di quelli che sono definiti “serie di sinonimi”, “sinonimi traduttivi”, “traduzione antonimica”, non sono ancora stati chiariti bene. Dalla definizione della modulazione è evidente che tale concetto include anche la generazione delle parole generalmente definite sinonimi ideografici, cioè parole che si distinguono non solo per il loro uso in questo o in un altro sottolinguaggio, ma anche per la quantità di significati fondamentali. Quindi, ad esempio, присвоить [appropriarsi] e купить [acquistare] si distinguono per un solo significato fondamentale (il pagamento). |
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В работах по теории художественного перевода подобные случаи обычно описываются при рассмотрении способов достижения полноценного перевода. Указывается, в частности, на возможность конктетизации недифференцированных и абстрактных понятий. Например, предложение: His Lordship jumps into a cab, and goes to the railroad переводятся: “Лорд Кью юркнул в извозчичью карету и приказал везти себя на железную дорогу” (Рецкер, 1950, цтр. 176 ‐ 177). В связи с проблемой разложения слова на семантические множители нужно заметить следующее. В переводе мы, наряду с общими словами типа рассмотренных выше, всегда, в большей или меньшей степени, имеем дело со словами‐терминами. Следует различать терминологическое значение термина и, как говорит А. М. Терпигорев, его «буквальное значение». Терминологическое значение термина ‐ это его соотнесенность с определением. дефиницией. «Буквальное»же значение термина соответствует набору семантических множителей, выделенных для данного слова в данном языке. Как указывает А. М. Терпигорев, буквальное значение термина может соответствовать, не соответствовать или противоречить его терминологическому значению (Терпигорев, 1953, стр. 73). Например, русский термин “жидкостная коррозия” применяется для понития, определяемого как «коррозия металлов в жидкой среде» (Терпигорев, 1953, стр. 74). Буквальное значение русского термина здесь соответствует его терминологическому значению. При Пассмотрении аналогичного термина в немецком языке feuchte Korrosion обнаруживается лишь частичное соответдтвие буквального значения слова его терминологическому значению: имеющееся в этом сочетании определение feuchte значить “влажная”, “сырая”, а не “жидкая”. |
Nell’attività teorica della traduzione artistica casi simili caratterizzano solitamente l’analisi dei mezzi per realizzare una traduzione eccellente. Si mostra in particolare la possibilità di concretizzazione di concetti astratti e indifferenziati. Ad esempio la proposizione: His Lordship jumps into a cab, and goes to the railroad si traduce: “Лорд Кью юркнул в извозчичью карету и приказал везти себя на железную дорогу” (Rezker:176‐177, 1950). In relazione al problema della scomposizione della parola in fattori semantici è necessario notare quanto segue. Nella traduzione, oltre alle parole comuni del tipo sopra analizzato, abbiamo sempre a che fare, in misura maggiore o minore, con le parole‐termine. Conviene distinguere il significato terminologico del termine e, come afferma A.M. Terpigorev, il suo “significato letterale”. Per significato terminologico del termine si intende la sua correlazione con la definizione. Il significato “letterale” del termine corrisponde a un insieme di fattori semantici, rilevati per una data parola in una data lingua. Come mostra A. M. Terpigorev, il significato letterale del termine può corrispondere, non corrispondere o essere in contraddizione con il suo significato terminologico (Terpigorev, 1953, pag. 73). Ad esempio il termine russo жидкостная коррозия [corrosione da liquidi] si conforma al concetto definito come “corrosione dei metalli in ambiente liquido” (Terpigorev, 1953, pag. 74). Il significato letterale del termine russo in questo caso corrisponde al suo significato terminologico. Analizzando il termine analogo in lingua tedesca feuchte Korrosion si ritrova solo una corrispondenza parziale del significato letterale della parola con il suo significato terminologico: in questa combinazione la definizione feuchte significa “влажная” [bagnato], “сырая” [umido], e non “жидкая” [liquido]. |
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Приведем еще один пример: |
Riportiamo ancora un esempio: |
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Приведенные соображения отчасти относятся и к словам общего языка, обозначающим конкретные предметы (как мы говорили уже, языком‐ посредником выступает в данном случае язык вещей). Здесь, однако, положение облегчается тем, что при обозначении конкретных предметов обычно имеет место одинаковая категоризация действительности. Конечно, в случаях типа приведенных в § 11 в языке‐ посреднике целесообразно иметь более дробные единицы, например, отдельные единицы, соответствующие фр. main, нем. Hand, англ. hand и фр. bras, нем. Arm, англ. arm и т. п. Необходимо, однако, иметь в виду, что один и тот же набор признаков (в частном случае конретных предметов ‐ один признак) может применяться, как для обозначения абстрактного понятия, так и для обозначения конкретного предмета. Поэтому в языке‐посреднике их нужно разделить, например, элементарный смысл, соответстбующий слову “сердце”, представить как два элементарных смысла: “сердце1” (конкретный предмет) и “сердце2” (абстрактный признак). Это необходимо, в частности, для правильного перевода русских прилагательноых. |
Le considerazioni riportate possono parzialmente rifarsi anche alle parole della lingua comune, che si riferiscono a cose concrete (come abbiamo già detto il linguaggio delle cose agisce in questo caso come linguaggio d’intermediazione). Qui, tuttavia, la situazione si semplifica in quanto con la denotazione degli oggetti concreti ha solitamente luogo una categorizzazione univoca della realtà. Certo, nei casi del tipo riportato nel paragrafo 11 nel linguaggio d’intermediazione è opportuno che esistano unità più frazionate, ad esempio singole unità corrispondenti al francese main, al tedesco Hand, all’inglese hand e al francese bras, al tedesco Arm, all’inglese arm eccetera. |
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Если бы при анализ слово “сердечный” в сочетаниях обеих групп ставилось в соответствие одной и той же единице языка‐посредника, то при синтезе мы получили бы неверные переводы. Так, если бы эта единица языка‐посредника соответствовала словам фр. cordial , англ. cordial, нем. herzlich, то наряду с осмысленными сочетаниями нем. herzlicher Empfang, фр. accueil cordial, англ. cordial reception, были бы порождены бессмысленные сочетания: herzliche Krankheit, maladie cordiale и т. п. Могут сказать, что осмысленность здесь зависить просто от сочетаемости прилагательного herzlich, cordial и т. п. с другими словами. Такой подход возможен, но вряд ли целесообразен, т. к. здесь имеется общая закономерность, которая применима не только к этому примеру, но к переводу целого ряда других прилагательных. Возьмем другой пример ‐ слово “царский” и будем рассматривать такие сочетания: “царская дочь”, “царская семья”, с одной стороны и “царская палач”, “царский режим”, с другой стороны. Если мы не выделим элементарных смыслов “царь1” и “царь2”, то опять мы получим ряд неосмысленных сочетаний. Правильный перевод достигается только при выделении двух разных элементарных смыслов, ибо “царская дочь” переводится – фр la fille du tsar, англ. the tsar’s daughter, нем. die Zarentochter; с другой стороны, сочетание “царская Россия” переводится: фр. la Russie tsariste, нем. das zaristische Rußland. Рассмотрим теперь прилагательное, которое очень часто встречается в переводе. Это прилагательное: “мирный”. |
Se durante l’analisi la parola сердечный nelle collocazioni di entrambi i gruppi fosse messa in corrispondenza con una stessa unità del linguaggio d’intermediazione, allora durante la sintesi otterremmo traduzioni inesatte. Quindi, se questa unità del linguaggio d’intermediazione corrispondesse alla parola francese cordial, inglese cordial, tedesco herzlich, allora oltre alle combinazioni dotate di senso, in tedesco herzlicher Empfang, in francese accueil cordial e in inglese cordial reception, sarebbero generate combinazioni prive di senso: herzliche Krankheit, maladie cordiale, eccetera. È possibile affermare che qui il senso dipende semplicemente dalla combinabilità dell’aggettivo herzlich, cordial, eccetera con altre parole. Tale approccio è possibile, ma è poco probabile che sia sensato in quanto qui esiste una regolarità generale la quale è applicabile non solo a questo esempio, ma anche alla traduzione di un’intera serie di altri aggettivi. Prendiamo un altro esempio, la parola царский [dello zar], e analizziamo tali combinazioni: царская дочь [figlia dello zar], царская семья [la famiglia zarista], da un lato, e царская Россия [la Russia zarista], царский палач [il boia dello zar] e царский режим [regime zarista] dall’altro. Se non evidenziamo il senso fondamentale царь1 e царь2, allora ancora una volta otterremo una serie di collocazioni prive di senso. Una traduzione corretta può essere ottenuta solo attraverso la messa in evidenza di due diversi sensi fondamentali, in quanto царская дочь si traduce come la fille du tsar in francese, the tsar’s daughter in inglese, die Zarentochter in tedesco; dall’altro lato la combinazione царская Россия si traduce come la Russie tsariste in francese e das zaristische Russland in tedesco. |
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Очень часты, например, такие сочетания, как “мирный договор”, “мирный труд” и т. п. “Мирный договор” ‐ “договор о мире”. Здесь прилагательное имеет относительное значение. Мы переводим Friedensvertrag. Ясно, что сказать здесь friedlicher Vertrag нельзя. “Мирный труд” имеет качественное значение ‐ “спокойный труд, труд, не прерываемый катастрофами”, поэтому мы переводим: friedliche Arbeit. Но в этом случае соответствие не носит однозначного характера. Дело в том, что “мирный труд” может быть иногда переведен при помощи Friedensarbeit. При этом, такой перевод получает значение “работа во время мира”, “работа для мира”. Сочетания “детский дом”, “детская литература” имеют значение относительное (Виноградов, стр. 204 – 205, 1947), поэтому мы переводим: Kinderheim, Kinderliteratur. Если же мы говорим: “детская болтовня” (в смысле “наивная болтовня”), то это значение качественное, ср. Перевод kindliches Gerede. Интересный пример изменения значения прилагательного мы находим у М. Горького: Обычно прилагательное “осенний” имеет относительное значение: “осенний лист”, ср. Herbstlaub, “осенние дни” Herbsttage. Здесь же значение явно качественное. Поэтому переводчик должен был перевести это место так (Кузнецова, стр. 187): Sie lächelte: ihr Gesicht war hochmütig und unbeweglich, nut ihre grauen herbstlichen Augen lächelten. |
Molto frequenti sono ad esempio le collocazioni мирный договор [trattato di pace], мирный труд [lavoro pacifico], eccetera. Mирный договор: договор о мире. Qui l’aggettivo ha un significato relativo. Lo tradurremo con Friedensvertrag. È chiaro che in questo caso non è possibile tradurre con friedlicher Vertrag. Mирный труд ha un significato qualitativo: спокойный труд [attività pacifica], attività non interrotta da incidenti, per questo tradurremo con friedliche Arbeit. Ma in questo caso la corrispondenza non ha carattere univoco. Infatti, мирный труд può essere a volte tradotto come Friedensarbeit. In questo caso una tale traduzione acquista il significato di “lavoro in tempo di pace”, “lavoro per la pace”. Le collocazioni детский дом [asilo], детская литература [letteratura per bambini] hanno un significato relativo (Vinogradov:pag.204‐ 205, 1947) , per questo tradurremo: Kinderheim, Kinderliteratur. Se dicessimo: детская болтовня [chiacchiera infantile], nel senso di chiacchiera ingenua, allora questo sarebbe un significato qualitativo (vedi la traduzione kindliches Gerede). Un interessante esempio dei mutamenti del significato dell’aggettivo è quello dato da Maksim Gor’kij: |
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§ 21. Единицы перевода. Контекст Обратимся теперь к работе переводчика. Ему дано некоторое сообщение, подлежащее переводу. Прежде всего переводчик должен «понять» его. Но какий точный смысл мы можем придать словам «понимание текста»? Очевидно, что в теории перевода эту слова будут иметь разный смысл, в зависимости от того, происходит ли интерпретация (схема No 3) или собственно перевод (схема No 4). При интерпретации понимание текста сводится к установлению соответствия между текстом и действительностью. Но какой смысл имеют слова «понимание текста» при переводе? По‐видимому, целесообразно считать, что понять текст при переводе значит: а) установить соответствие между некоторым отрезками текста и элементами языка‐ посредника и б) установить синтактические отношения между этими отрезками. |
21. Le unità della traduzione. Il contesto Prestiamo ora attenzione al lavoro del traduttore. Al traduttore è dato un messaggio che deve essere tradotto. Per prima cosa il traduttore deve comprenderlo. Ma precisamente quale senso possiamo attribuire alle parole “comprensione del testo”? È ovvio che nella teoria della traduzione queste parole avranno un senso diverso, che dipende dal verificarsi dell’interpretazione (schema No 3) o dal verificarsi di una traduzione effettiva (schema No 4). Attraverso l’interpretazione la comprensione del testo si riduce alla creazione di una corrispondenza tra il testo e la realtà. Ma che senso hanno le parole “comprensione del testo” nell’ambito della traduzione? Probabilmente ha senso ritenere che comprendere un testo nell’ambito della traduzione significhi: a)stabilire una corrispondenza tra alcuni frammenti del testo ed elementi del linguaggio d’intermediazione e b)stabilire relazioni sintattiche tra questi frammenti. Definiremo questi frammenti con i quali si stabiliscono le corrispondenze per mezzo del linguaggio d’intermediazione, unità della traduzione7. L’individuazione di tali unità, nelle quali si scompone il messaggio analizzato dal punto di vista della traduzione, costituisce uno degli obiettivi principali dell’analisi del testo. |
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1958). |
Gli autori dell’opera citata risolvono il problema delle unità della traduzione rilevando le cosiddette unità di senso (unités de pensée). Tuttavia nella pratica risulta che gli autori riducono la questione delle unità della traduzione a un’altra classificazione di unità fraseologiche. Una trattazione della questione delle unità della traduzione di gran lunga più approfondita è stata ottenuta nell’ambito della traduzione automatica. Nella traduzione automatica l’individuazione delle unità della traduzione corrisponde all’operazione di ricondurre determinati frammenti del testo all’informazione, registrata nella memoria della macchina. È stato proposto di distinguere i seguenti tipi di parola (“Traduzione automatica”:127): a) input word, è un’unità del testo, definita come segue: b) output word, è un gruppo di parole della lingua ricevente, che emerge in qualità di corrispondenza della data imput word. Il primo problema legato all’individuazione delle unità del testo consiste in quanto segue: la “imput word” deve coincidere con la “parola memorizzata”? Ad esempio, supponiamo di avere la proposizione: “величина угла определяется отношением дуги к радиусу”8 [L’ampiezza dell’angolo è determinata dal rapporto tra arco e raggio]; allora le parole memorizzate dovrebbero essere: |
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В обычных словарях это заведомо не так, там так называемое «словарное слово» (нем. Stichwort, польск. hasło) дается в исходной форме (существительное в именительном падеже единственного числа, глагол в форме инфинитива и т. п.). При этом предпологается, что человек легко найдет исходную форму для данного слова из текста. Для машины же нужны четкие правила идентификации вводимого и запоминаемого слова. Принципально возможны следующие два пути: 1) Вводимое и запоминаемое слово совпадают. Это означает, что в память машины длжны быть введены, например, следующие разные слова: “величина”. “величины”, “величину”, “величиной”, “величине”, “величин”, “величинам”, “величинах”. Вообще говоря, такой путь может быть приемлем (например, для языков типа английского или немеского). Однако для русского языка такой путь в десятки раз увеличил бы объем машинной памяти, что технически невыгодно. 2) Даются формальные правила, по которым ряд разных вводимых слов, например, “величина”, “величине”, “величин” и т. п. сводится к одному запоминаемому слову. При этом запоминаемое слово может быть исходной формой, как в словарях (например, “величина”), или иметь какую‐ то другую форму (например, “величин”). Поскольку решающим является критерий удобства, то форма запоминаемого слова может быть, вообще говоря, выбрана произвольно. Удобно при этом пользоваться, как показывает пример “величина”, основой слова, однако, этот термин также нуждается в точном определении применительно к машине. Сведение вводимого слова к запоминаемому может быть достигнуто путем прибавления или (что удобнее) отбрасывания определенных букв. |
Nei dizionari comuni non sempre è così, poiché al loro interno il cosiddetto словарное слово [lemma], (in tedesco Stichwort, in polacco haslo) è dato nella sua forma iniziale (sostantivo al caso nominativo singolare, verbo nella forma dell’infinito eccetera). Con questo si presuppone che le persone trovino facilmente la forma iniziale della parola data nel testo. Per la macchina sono necessarie precise regole di identificazione della imput word e della parola memorizzata. In linea di principio sono possibili le due seguenti procedure: 2) Sono date delle regole formali per le quali una serie di diverse imput words, ad esempio “величина”, “величинe”, “величин” eccetera è riconducibile a una sola parola memorizzata. La parola memorizzata può quindi presentarsi nella sua forma di base, come nei dizionari (ad esempio “величина”), o avere una qualsiasi altra forma (ad esempio “величин”). Poiché il criterio della comodità è determinante, allora la forma della parola memorizzata può essere, generalmente parlando, scelta arbitrariamente. Conviene in questo caso utilizzare la parola di base, come è mostrato dall’esempio “величина”, tuttavia questo termine richiede una precisa definizione relativamente alla macchina. La riduzione della imput word a parola memorizzata può essere ottenuta tramite l’aggiunta o (più comodamente) il troncamento di determinate lettere. |
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Поэтому под термином «основа» понимается часть слова, которая остается графически неизменной во всех его формах. (Кулагина, Мельчик, 1956, стр. 111). Заметим, что это не совсем то, что обозначается термином «основа» в обычных грамматиках. Возьмем вводимые слова: “осел”, “осла”, “ослов”, “ослами”, “ослах” и т. п. Можно дать правило, по котороу машина будет отбрасывать окончания ‐а, ‐ов, ‐ами, ‐ах и т. п., и вводимые слова “осла”, “ослов”, “ослами”, “ослах” будут тогда сведены к основе: “осл”. Слово “осел” к этой основе свести труднее. Можно потребовать, чтобы машина выбрасывала букву е, стоящую на предподледнем месте, но это осложит все правила. По‐видимому, целесообразнее иметь две основы: “осл” и “осел”. Иногда появиться необходимость запоминать три основы, например, “мог”, “мож” и “моч”, четыре основы, например, “ид”, “шл”, “шел”, “шедш” для глагола “идти” и, может быть, даже больше. |
Per questo con il termine “tema” si intende quella parte della parola che rimane graficamente invariata in tutte le sue forme. (Kulagina, Mel’cik:111, 1956). Facciamo presente che questo non è interamente quello che si intende con il termine “tema” nella grammatica comune. Riportiamo le imput word: “осел” [asino], “осла”, “ослов”, “ослами”, “ослах”, eccetera. Può essere formulata la regola per cui la macchina lascia da parte le desinenze ‐a, ‐ oв, ‐ами, ‐ ax, eccetera, e le imput words “осла”, “ослов”, “ослами”, “ослах” sono allora ridotte al tema “осл”. È più complicato riportare a questo tema la parola “осeл”. Può essere necessario che la macchina cancelli la lettera e, situata in penultima posizione, ma questo complica tutte le regole. Probabilmente è più conveniente disporre di due temi: “осл” e “осел”. A volte sorge la necessità di conservare nella memoria tre temi, ad esempio “мог”, “мож” e “моч”, quattro temi, ad esempio “ид”, “шл”, “шел” e “шедш” dal verbo идти e magari anche di più. In questo modo nella traduzione automatica, solitamente, si distinguono unità, più brevi della parola, ma vere e proprie unità che corrispondono a morfemi. D’altro canto, l’esperienza della traduzione automatica ha mostrato che, nella forma della parola memorizzata nel vocabolario della macchina, ha senso introdurre interi modi di dire (conviene avere perfino un apposito vocabolario di modi di dire). Le combinazioni di parole o “collocazioni”, nell’ambito della traduzione automatica, sono un concetto più ampio rispetto alle “espressioni idiomatiche” o “collocazioni fraseologiche”. |
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Если исходить из этого определения, то становится очевидмым, что многие словосочетания, которые рассматриваются в лингвистике как идиоматичные, при машинном переводе оборотами не считаются, например, намецкие Kopf verlieren (“терять голову”): Koloß auf tönernen Füßen (“колосс на глиняных ногах”). В машинном переводе выяснено, что любой алгоритм анализа имеет своей конечной целью сопоставление отрзков текста ПЯ с некоторой данностью, существующей вне текста. Такой данностью может быть, например, текст на ПЯ или же система ПЯ, система ИЯ и, наконец, система языка‐посредника. В связи с этим, Т. М. Николаева преложила следующую классификацию единиц перевода (Николаева, 1961): |
Se ci si basa su questa definizione, allora rimane evidente il fatto che mentre numerose collocazioni in linguistica sono analizzate come idiomatiche, nell’ambito della traduzione meccanica i modi di dire non sono considerati, ad esempio in tedesco den Kopf verlieren [perdere la testa]: Koloss auf tönernen Füssen [colosso su piedi di terracotta]. Nell’ambito della traduzione meccanica è chiarito che qualsiasi algoritmo di analisi ha un fine certo di comparazione delle parti del testo della lingua ricevente con qualcosa di dato presente al di fuori del testo. Tale datità può essere, ad esempio, un testo nella lingua ricevente o lo stesso sistema della lingua ricevente, il sistema della lingua emittente e infine il sistema del linguaggio d’intermediazione. In relazione a questo T. M. Nikolaeva ha proposto la seguente classificazione delle unità della traduzione (Nikolaeva, 1961): 2) l’unità della traduzione si distingue come il frammento del prototesto in relazione al sistema della lingua ricevente. Attraverso tale approccio, esaminando ad esempio il sostantivo inglese con la preposizione by, gli si attribuisce immediatamente la proprietà russa “caso strumentale” eccetera. |
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Этот тип анализа очень распостранен при машинном переводе; 4) Единица перевода выделяется как отрезок текста ИЯ по отношению к универсальному языку‐посреднику. Исходя из всех этих соображений, мы предлагаем следующее определение единицы перевода: |
Questo tipo di analisi è molto diffuso nell’ambito della traduzione automatica; |
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Таким образом, единицы перевода выделяются здесь относительно некоторого ПЯ: Ниже мы увидим, что это определение можно упростить так, чтобы единица перевода от ПЯ не зависела. При переводе на английский язык (Vinay, Darbelnet, стр.142) нам нужно выделить отдельную единицу, которая соответствует в английском языке самостоятельному глаголу, ср. англ.: Two workers are reportet killed. То же в русском: Отдельной единицей может быть морфема вида, ср. русск.: “Он говаривал”. Er sagte oft Фр. Il aimait répéter. Il répétait souvent. Мы определяли единицу перевода относительно перевода на некоторый другой язык. Поэтому, как мы говорили, в одном и том же тексте могут выделяется разные единицы перевода (в зависимости от языка, на который делается перевод). Между тем, ощущается потребность и в таких единицах, которые не зависели бы от языка, на который делается перевод. |
In questo modo le unità della traduzione sono individuate in relazione a una lingua ricevente. Più avanti vedremo che questa definizione può essere semplificata in modo tale che l’unità della traduzione non dipenda dalla lingua ricevente. Individuando le unità della traduzione è necessario tenere in considerazione che, in base alla nostra definizione, un’unità della traduzione può essere anche un singolo morfema. Questo si verifica ad esempio nel caso in cui il morfema esprime il significato della modalità e si pone in corrispondenza con un particolare insieme di sensi fondamentali all’interno del linguaggio d’intermediazione, e successivamente con un certo frammento del metatesto . Analizziamo ad esempio la proposizione francese Deux ouvriers auraient été tués. Nella traduzione verso l’inglese (Vinay, Darbelnet:142) è necessario individuare la singola unità, la quale corrisponde nella lingua inglese al verbo indipendente, vedi inglese: Two workers are reported killed. Lo stesso succede in russo: “Cообщается, что убито двое рабочих”. Una singola unità può essere costituita da un morfema di aspetto, vedi il russo: “Oн говаривал” er sagte oft francese: Il amait répéter. Il répétait souvent. Abbiamo definito l’unità della traduzione relativamente alla traduzione verso un’altra lingua. Per questo, come abbiamo detto, in uno stesso testo è possibile individuare diverse unità della traduzione (le quali dipendono dalla lingua verso la quale è effettuata la traduzione). Allo stesso tempo si sente la necessità anche di quelle unità che non dipenderebbero dalla lingua verso la quale è effettuata la traduzione. |
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Поскольку (ср. третий подход к выделению единиц, стр. 116) трансформация и модуляция суть некоторый перевод, то можно определить единицы перевода относительно трансформации и модуляции, т. е. перевода на тот же самый язык. Единицу перевода, полученную таким способом, мы будем называть фундаментальной единицей перевода. Приведем пример: “Лучше оперы и балеты появились в результате творческого содружества композиторов с поэтами”. Здесь можно выделить фундаментальные единицы “появились в результате” (ср. трансформацию ‐ “явились результатом”) и “творческое содружество”” (ср. модуляцию “совместное творчество”). Таким образом, на этапе анализа мы прежде всего производим расчленение текста на единицы перевода (относительно ПЯ) или же фундаментальные единицы. Представление текста в виде последовательности единиц мы будем называть сегментацией10 текста ИЯ. Отметим, что одному и тому же отрезку ИЯ, т. е. одной и той же единице перевода может, вообще говоря, соответствовать несколько разных наборов элементарных смыслов в языке‐ посреднике, удовлетворяющих определению единицы перевода (мы будем называть такие единицы омонимичными или неоднозначными), а такие одному набору элементарных смыслов в языке‐посреднике может соответствовать несколько отрезков в ПЯ (назовем такие отрзки синонимичными). |
Poiché la trasformazione e la modulazione sono l’essenza di una traduzione (vedi il terzo approccio alla distinzione delle unità della traduzione, pagina 116), allora è possibile definire le unità della traduzione in relazione alla trasformazione e alla modulazione, cioè a una traduzione intralinguistica. Definiremo l’unità della traduzione ottenuta in questo modo unità fondamentale della traduzione. Riportiamo un esempio: “лучшие оперы и балеты появились в результате творческого содружества композиторов с поэтами” [le migliori opere e balletti hanno visto la luce grazie alla cooperazione artistica di compositori e poeti]. Qui è possibile individuare le unità fondamentali “появились в результате” (vedi la trasformazione – “явились результатом” – sono risultate da) e творческое содружество” (vedi la modulazione творческое содружество – attività creativa comune). |
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Если теперь небольшим расширением единицы перевода можно перейти от неоднозначной единицы перевода к однозначной (или хотя бы резко сократить количество соответствующих наборов в языке‐посреднике), то мы будем называть новый расширенный текст микроконтекстом данной единицы. Если же от неоднозначной единицы текста можно перейти к одноозначной лишь значительным расширением текста, то мы будем называть новый расширенный текст макроконтекстом данной единицы перевода. Макроконтекст не может учитываться в формальной теории. Поэтому, в дальнейшем, говоря о контексте, мы будем, как правило (если это не оговорено особо), иметь в виду микроконтекст. Была предложена следующая классификация типов перевода в зависимости от длины учитываемого контекста (Yngve, 1955): а) пословный (word‐for‐word) перевод б) посинтагменный (phrase‐for‐phrase) перевод Продолжая эту классификацию, можно было бы выделить: |
Se ora, con una modesta estensione dell’unità della traduzione, fosse possibile passare da un’unità della traduzione ambigua o omonimica a una sinonimica (o almeno ridurre fortemente la quantità degli insiemi corrispondenti all’interno del linguaggio d’intermediazione), allora definiremmo il nuovo testo esteso microcontesto della data unità. Se da un’unità del testo ambigua o omonimica fosse possibile passare ad un’unità sinonimica solo attraverso una considerevole estensione del testo, allora definiremmo il nuovo testo esteso macrocontesto della data unità della traduzione. Il macrocontesto non può essere preso in considerazione dalla teoria formale. Per questo, a seguire, trattando il contesto (se non è specificato separatamente) terremo in considerazione come da regola il microcontesto. È stata proposta la seguente classificazione dei tipi di traduzione, a seconda della lunghezza del contesto considerato (Yngve, 1955): a) traduzione word for word |
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Ясно, что на практике такое ограничение приводит к снижению качества перевода. Чрезвычайно важно, однако, точно определить такую среднюю длину контекста, чтобы ошибки были достаточно редки (некоторые попытки в этом направлении см. в работе Kaplan, 1955). Выделение минимальных контекстов имеет место и на практике, а именно, при так называемом последовательном устном переводе. Здесь, естественно, возникает вопрос о длине отрезка речи. Она определяется условиями устного общения. При переводе диалогической речи (беседы, переговоров, допроса и т. п.), последовательно переводятся небольшие по объему высказывания, каждое изкоторых представляет собой, как правило, самодоблеющий контекст. При последовательном переводе монологической речи (выступления, заявления и т. п.), длина отрзков определяется, с одной стороны, характером такой речи (логическая связанность, характер сцеплений см. § 29), и, с другой стороны, необходимостью понимания сообщения слушателями. Если значительно удлинить отрезки, или, тем более, перевести речь целиком после того, как оратор ее закончил, то будет нарушена основная характеристика устной речи ‐ одновременность коммуникации. Если же переводить речь предложение за предложением, или, тем более, отдельными синтагмами, то будут искажены характерные черты монологической речи. Можно, следовательно, сказать, что длина переводимого отрезка будет определяться этим полярными требованиямии. Как правило, она колебляется от 1 до 5 минут звучания, редко доходя до 10 минут. |
È chiaro che nella pratica tale limitazione porta a una minore qualità della traduzione. Particolarmente importante, tuttavia, è determinare precisamente una certa lunghezza media del contesto, in modo tale che gli errori siano abbastanza rari (per alcuni tentativi in questa direzione vedi il lavoro di Kaplan, 1955). |
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NOTE
1 Этот параграф предполагает ‐ согласно программе курса лингвистики для соответствующих отделений ‐ знакомство с основыми идеяами порождающей грамматики. Читателям, не прослушавшим этот курс, рекомендуется опустить § 18 и перейти сразу к § 19.
[In conformità al programma del corso di linguistica per le sezioni corrispondenti, questo paragrafo presuppone una conoscenza dei concetti di base della grammatica generativa. Al lettore che non ha frequentato questo corso si suggerisce di tralasciare il paragrafo 18 e di andare direttamente al paragrafo 19.]
2 Изложение метода анализа но НП можно найти в книге Глисона (Глисон, 1959).
[L’esposizione del metodo di analisi secondo i costituenti immediati può essere rintracciata nell’opera di Gleason] (Gleason, 1959)
3 См. понимание прогрессивной и регрессивной последовательности у Балли (Балли, стр. 218 ‐ 312). [Vedi l’interpretazione della successione progressiva e regressiva di Bally]
(Bally, pag. 218‐ 312)
4 Трансформационный синтаксис Теньера не столь строго формализован, как синтаксис в теории Хомского. Вслед за Балли, Теньер вводит понятие трансляции, обозначающее «…перевод полнозначного слова из одной грамматической категории в другую…» (Tesnière стр. 364). Он не задает правила порождения фраз при помощи трансляций, но зато дает детальное описание трансляций. Кратко излагая эту классификацию, мы будем пользоваться термином «трансформация».
[La sintassi trasformativa di Tesnière non è rigorosamente formalizzata, come la sintassi nella teoria di Homskij. Subito dopo Bally, Tesnière ha introdotto il concetto di traslazione, ovvero “…il trasferimento di una parola dotata di significato da una categoria grammaticale a un’altra…” (Tesnière, pag. 364). Egli non indica regole di genesi delle frasi tramite la traslazione, tuttavia da una descrizione dettagliata della traslazione. Esponendo brevemente tale classificazione utilizzeremo il termine “trasformazione”.]
5 В русском слове значение рефлективности‐нерефлективности не противопоставлены, в отличие от фр. prêter, нем. Leihen “дать в долг” и фр. emprunter, нем. borgen “брать в долг”.
Этот термин заимствован нами у авторов серии (см. Vinay, Darbelnet, стр. 51, Malblanc, стр. 28). Там же приводится много примеров, иллюстрирующих значение этого понятия для теории перевода.
[Nella parola russa i significati di riflessività e non sono contrapposti, a differenza del francese prêter, del tedesco leihen (dare in prestito), e del francese emprunter, del tedesco borgen (prendere in prestito).
Abbiamo preso in prestito questo termine dagli autori della collana “Stylistique comparée” (vedi Vinay, Darbelnet, pag. 51, Malblanc, pag.28), dove non sono riportati molti esempi ad illustrare il significato di tale concetto per la teoria della traduzione.]
6 Это требование на первый взгляд тривиально (как будто при нетехническом переводе не приходится обращаться к действительности, т. е. иметь дело с интерпретацией) и даже ошибочно (именно при техническом переводе обрашение к действительности минимально; доказательством служит машинный перевод именно технических текстов), но оно отражает верную идею о том, что в техническом переводе процесс осуществляется через другой язык‐посредник.
[In una prima analisi tale esigenza è banale (come se nella traduzione non tecnica non ci si occupasse della realtà) e perfino falsa (proprio nella traduzione tecnica il legame con la realtà è minimo; la prova è che la traduzione meccanica viene utilizzata proprio per testi tecnici), ma questa esprime l’idea esatta di quello che è il processo che si realizza attraverso un altro linguaggio di interemediazione nella traduzione tecnica.]
7 Для интерпретации аналогами единиц перевода будут некоторые отрезки текста, поставленные в соответствие элементарный ситуациям.
[Per l’interpretazione, al posto di analoghe unità della traduzione avremo frammenti di testo messi in corrispondenza con situazioni elementari.]
8 Данное предложение взято из числа тех, которые переводились при Джорджтаунском эксперименте (см. «Машинный перевод», стр. 173 и сл.).
[La proposizione data è tratta da una delle tante che sono state tradotte nell’ambito del Georgetown experiment (vedi “Машинный перевод”, pag. 173 e seguenti)].
9 Ср. определение идиоматичности по отношению к определенному языку, предложенное Бар‐ Хиллелом и Мельчуком (Бар‐Хиллел. «Машинный перевод», стр. 251, Мельчик, 1960 б).
[Vedi la definizione di idiomaticità in relazione a una determinata lingua, proposta da Bar Hillel e Mel’čuk (Bar Hillel, “Машинный перевод”, pag. 251, Mel’čuk, 1960)].
10 Авторы серии «Stylistique comparée» употребляют в этом значении термин découpage (Malblanc, стр. 23; Vinay, Darbelnet, стр. 161 и др.)
[Gli autori della collana “Stylistique comparée” utilizzano in questo senso il termine découpage (Malblanc, pag. 23; Vinay, Darbelnet, pag. 161 e altre)].
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