La retorica è una cosa brutta. Come lo è l’aggettivo «scolastico», inteso non come «della scuola», ma come «noioso, doveroso, controvoglia, nozionistico». Più un valore è importante, più abbiamo a cuore che non sia trattato in modo né scolastico né retorico. Dato che Primo Levi ci sta a cuore, detestiamo che venga volgarizzato da false… Continua a leggere Se non a scuola, quando? Tutta la vita
Categoria: volgarità
Michael Zadoorian, Il cercatore di divertimento
Nella nostra cultura si pensa che la parola «vecchio» sia da evitare, e si preferisce la parola «anziano». E ciò è profondamente volgare. Mi fa venire in mente quella maestra di mia figlia che, quando scoprì che dei compagni le davano dell’ebrea per insultarla, anziché spiegare loro che “ebreo” non è un insulto, disse loro:… Continua a leggere Michael Zadoorian, Il cercatore di divertimento
Amava bambini, aranci (come se il mondo avesse bisogno di portieri d’albergo)
Amava bambini, aranci (come se il mondo avesse bisogno di portieri d’albergo) «Per lui l’occidente era roba da ragionieri». La prima difficoltà che ha dovuto affrontare Cristina Battocletti per scrivere questa meravigliosa, ricchissima biografia di Bazlen è stata quella di trovarsi di fronte a un problema d’intraducibilità. Cosa più del materiale disponibile per ricostruire questa… Continua a leggere Amava bambini, aranci (come se il mondo avesse bisogno di portieri d’albergo)
Gli snecchini ovvero l’osceno in un segno alimentare
Il lettore modello – in questo caso spettatore modello – della Fiorentini Alimentari è un minotauro: il corpo della modella gli viene offerto in un volgare, prepotente rosso sangue rappreso, che le fascia le braccia sotto forma di guanti fin sopra il gomito, e nel quale si scioglie, dal seno compreso in giù, il corpo… Continua a leggere Gli snecchini ovvero l’osceno in un segno alimentare
Dire quasi la stessa cosa: Bruno Osimo e Antón Pàvlovič Čehov
https://giacomoverri.wordpress.com/2016/12/16/dire-quasi-la-stessa-cosa-bruno-osimo-e-anton-pavlovic-cehov/ «Io parto», disse. «Ivàn Andréič rimanga pure, ma io parto». «Dove andate»? «In Russia». «Ma là di che cosa vivrete? Voi non avete nulla». «Farò traduzioni oppure… oppure aprirò una bibliotechina…» Le scadenze di consegna dei cinque oscar Mondadori dedicati ai racconti di Čehov – organizzati in stretto ordine cronologico – si snodavano tra… Continua a leggere Dire quasi la stessa cosa: Bruno Osimo e Antón Pàvlovič Čehov